L'11 marzo scorso il Giappone fu investito da un terribile terremoto e dallo tsunami conseguente. I morti accertati furono 15.846, 3.317 i dispersi e 6.011 i feriti. Poi ci furono le conseguenze dei danni alle centrali nucleari, in testa Fukushima. Per il Giappone è stato un anno orribile. I dodici mesi seguiti al’11 marzo 2011, 14.45 locali, quando si produsse nel Pacifico un devastante terremoto con conseguente tsunami che spazzò via la costa nord-orientale nipponica, sono stati difficili, pesanti, anche per l’incertezza prodotta dall’evoluzione del più duraturo dei danni collaterali del sisma/maremoto: l’incidente nucleare di Fukushima.
Il Giappone si è fermato alle ore 14.46 locali (le 6.46 in Italia) in un minuto di silenzio e di emozione nazionale, a un anno dalla triplice catastrofe dell’11 marzo 2011: il terremoto di magnitudo 9, il devastante tsunami e la crisi nucleare di Fukushima, la peggiore da Cernobyl. L’imperatore Akihito, con la consorte Michiko, partecipa alla cerimonia ufficiale voluta dal governo presso il Teatro Nazionale di Tokyo, cui è presente il premier Yoshihiko Noda con il suo esecutivo.
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