Il viaggio in Giappone è uno dei più belli che abbia fatto nella mia vita, anche se io sono di parte perchè da sempre innamorata dell’Oriente. Il Giappone ha una marcia in più, perchè oltre ad aver mantenuto tradizioni millenarie ha saputo seguire il tempo che scorre, lo dimostrano città all’avanguardia come Tokyo (ve ne parlo qui) e tutti i prodotti tecnologici che, come quelli americani, sono sempre una novità, i templi sorti accanto a grattacieli modernissimi, le donne vestite in kimono a passeggio con ragazze all’ultima moda, i ristorantini di sushi accanto alle catene di fast food. Non finirò mai di dire quanto mi abbiano colpito l’estrema pulizia, la raffinata eleganza nei movimenti delle persone, l’educazione anche dei bambini più piccoli, l’ eleganza e la finezza di ogni piccolo gesto o sguardo.
Mentre provo costumi tipici al castello di Hiroshima
Abito da samurai al castello di Hiroshima
Una delle cose che mi ha colpito maggiormente sono le toilette, non solo perchè quelle pubbliche siano pulite come quelle che avevamo in camera in hotel ( o meglio, pulite come a casa nostra!) perchè passa un inserviente ogni volta che una persona esce, ma perchè la prima volta sono rimasta stupita: in certi ristoranti ed hotel addirittura entrando in bagno si apriva da solo il coperchio del water, con tanto di luce, di musica da scegliere, di deodorante automatico! Incorporato si trova anche un bidet… e spesso un piccolo lavandino per lavarsi immediatamente le mani, con tanto di sapone! Lo sciacquone parte da solo una volta che ci si alza…
Dulcis in fundo, l’ asse si può riscaldare a piacere… questa è una cosa che finchè non la si prova non si può capire quanto sia fondamentale nella vita! Si chiamano washlet e potrebbe essere il mio prossimo acquisto a casa mia… Al ritorno amici e parenti ridevano nel sentire che una delle cose che mi avevano esaltato di più erano i water… ma una volta raccontato e visto le foto mi hanno compresa (almeno in parte… almeno credo!) I bagni pubblici in Giappone sono divisi in occidentali, con i water che vi ho descritto e in toilette giapponesi, simili alla turca.
Arriva il treno shinkansen (da notare le persone che aspettano in fila perfettamente…)
Sushi fresco ogni mattina nei supermercati e box da mangiare in treno
Il clima è piacevole, una tarda primavera, man mano che scendiamo nel nostro viaggio da nord a sud le temperature si alzano e ormai si sta bene in tenuta estiva. A maggio 2013 troviamo due settimane di sole e bel tempo, è un mese che consigliamo assolutamente; i periodi migliori per il Giappone sono sicuramente la primavera e l’ autunno, come clima, ma anche come panorami: in aprile e maggio si gode della fioritura dei ciliegi. Noi siamo andati quando stava finendo, per evitare la ressa di fine marzo / aprile, sempre su consiglio di amici, quando tanti turisti vanno sia per vedere i matsuri (festival) che l’ hanami (ammirare i fiori, appunto la fioritura dei sakura, i ciliegi). In settembre e ottobre sono stupendi i paesaggi con tutti i giardini e gli alberi dalle foglie di mille colori autunnali.
Arrivando in traghetto a Miyajima
Nella prima parte del viaggio ci fermiamo a Tokyo quasi una settimana, girando questa enorme metropoli nei luoghi che più ci interessavano e visitando Nikko e Kamakura; in seguito ci trasferiamo a Kyoto 5 giorni (qui il racconto), visitando Nara e, sempre mantenendo la camera nell’hotel di Kyoto, organizziamo due giorni e una notte per visitare Hiroshima e fermarci nella caratteristica isola di Miyajima, imperdibile: resterà uno dei posti più caratteristici che abbia visto in Giappone, anche perchè è qui che proviamo una notte in ryokan.
Io nel parco del ryokan: si può girare indossando lo yukata, il kimono informale, anche nei dintorni del ryokan
Il ryokan nasce nel periodo Edo per dare ristoro ai viandanti ed è un albergo o locanda tradizionale. Ce ne sono diversi a Kyoto, meno nelle grandi città dove anche noi abbiamo preferito i comfort degli hotel occidentali ( il Park Hotel a Tokyo ed il Granvia a Kyoto, che consiglio) e molti nelle località montane e nei paesini caratteristici. Ci sono diversi tipi di ryokan da quelli più economici ed informali magari con il bagno in comune, a quelli extralusso, ce ne sono di autentici in edifici storici oppure di moderni, ricostruiti all’interno di alberghi. Oltre al pernottamento nella tipica camera da letto giapponese, sono compresi la cena e la colazione, un servizio accurato e la possibilità di provare il tipico bagno giapponese, l’ onsen.
Tramonto visto dalla stanza in ryokan a Miyajima
L’Onsen può essere privato o pubblico, non solo all’ interno degli alberghi ma anche in stazioni termali tipiche all’aperto. Fin dall’antichità i bagni sono un rituale religioso ed un modo per rilassarsi. Le vasche sono in comune, di solito divise per maschi e femmine, ci si deve insaponare e risciacquare fuori dalla vasca, nella quale si entra alla fine, solo per rilassarsi e completamente nudi. Non ci si deve vergognare di essere nudi, poichè in Giappone è un’usanza normale e non si viene guardati con malizia, sono problemi che ci facciamo solo noi non essendo abituati.
Onsen nel nostro ryokan: prima di immergersi, ci si deve insaponare, lavare e risciacquare bene
Si può portare un asciugamano per coprirsi durante il tragitto quando si esce dall’acqua, ma non deve bagnarsi, per non sporcare, per lo stesso motivo non si può entrare con indumenti addosso. Si parla a bassa voce, è un luogo rilassante. Non sono ammesse persone con tatuaggi, perchè in Giappone il tatuaggio è prerogativa della mafia Yakuza, per cui meglio chiedere il permesso se se ne possiede uno: vengono tollerati in alcuni onsen, i turisti con i tatuaggi più piccoli.
Noi abbiamo scelto di provare il ryokan a Miyajima per un’ esperienza autentica, nella cornice fiabesca di questa isola avvolta nella natura, grazie al consiglio di amici che erano stati più volte in Giappone. Come esperienza ne vale la pena, arricchisce il viaggio in Giappone.
Al ryokan Iwaso a Miyajima
Ma andiamo per ordine. Lasciamo la valigia a Kyoto nella camera dell’ hotel, perchè prenotando con largo anticipo abbiamo trovato una buona promozione (prenotando 5 notti ne paghiamo 4 quindi non dobbiamo neanche fare la valigia e lasciare la camera, una grande comodità visto che dopo la notte in ryokan e i due giorni di visita, torneremo a dormire a Kyoto in questo hotel). Prendiamo solo una borsa a mano con il cambio dei vestiti ed il necessario per la notte, e ci dirigiamo con uno dei bellissimi treni giapponesi, a Hiroshima, in meno di due ore.
Hiroshima fu rasa al suolo alla fine della seconda guerra mondiale, da una bomba atomica il 6 agosto 1945 dall’aviazione statunitense. Non soffermiamoci sulla crudeltà della guerra, dove a decidere sono i capi di stato e a pagare le conseguenze migliaia di persone e spesso resta acredine tra i popoli anche col passare dei secoli. Io amo sia i giapponesi, che gli americani e trovo uno schifo sia quel che è accaduto a Pearl Harbour, sia a Hiroshima: ma quando si parla di guerra, non credo si possano trovare lati positivi. Per fortuna, non mi occupo di questo nel mio blog, che vuole essere molto più spensierato!
Hiroshima è stata ricostruita completamente ed è diventata Città della Pace. Le cose importanti da vedere sono raccolte insieme, nel Memorial Park: qui troviamo il museo ( Hiroshima Peace Memorial Museum) che ripercorre le tappe della distruzione dallo sgancio della bomba, è molto istruttivo poichè si può vedere la città prima e dopo, con immagini, documentari e reperti. Il giro è molto toccante, ma secondo me è importante non dimenticare mai cosa accadde nel nostro passato: la storia è importantissima e può insegnare molto.
La fiamma della Pace e in fondo, il museo
Panorama del Memorial Park
In fondo, il Bomb Dom
Di fronte, troviamo il Cenotafio con la lista dei nomi di chi perse la vita quel giorno e anche di quelli che la persero in seguito per le malattie generate dalle potenti radiazioni. Accanto, troviamo la fiamma della pace perennemente accesa: verrà spenta solo quando non ci saranno più vittime delle guerre nel mondo e saranno eliminate le armi nucleari.
Il Children’s Peace Monument porta sulla cima la statua di una bambina colpita da leucemia in seguito alla bomba, Sadaku Sasaki, che in ospedale aveva costruito tante gru di carta. Secondo la tradizione giapponese, costruendo mille gru si possono avere i propri desideri, per questo accanto ci sono tantissime gru costruite e lasciate da bambini e turisti, che verranno custodite in altro edificio. Purtroppo la bambina è morta prima, ma è stato portato avanti il suo lavoro e superato di molto il numero mille… Incontriamo una scolaresca che si ferma per una preghiera e una canzone, molto commovente.
Il Children’ s Peace Monument con le gru di carta lasciate dalle persone
Canti in ricordo di quel tragico 6 agosto 1945
Poco distante, la Campana della pace che ognuno può suonare dedicando una preghiera o un ricordo. Sulla sponda opposta del fiume, troviamo il Bomb Dome, l’immagine più conosciuta, con i resti della cupola in bronzo, patrimonio dell’Unesco.
Vista del Bomb Dome
La cupola in bronzo del Bomb Dome
In seguito, ci spostiamo in taxi per andare nella parte moderna della città e visitare il castello di Hiroshima, anch’esso distrutto dalla bomba ma ricostruito nel 1958. Lo visitiamo salendo fino in cima per un panorama della città e oltre a curiosare tra gli oggetti dei samurai, ci divertiamo ad indossare anche abiti tipici e copricapi!
Castello di Hiroshima
Saluti dalla cima del castello!
Un vero samurai!
Ci trasferiamo al molo, da dove partono i traghetti per Miyajima, l’isola famosa per il suo torii rosso che sembra sospeso sull’acqua (la porta di Ootorii) di fronte al santuario Itzukushima Shrine, in parte costruito a palafitta sul mare. Con l’alta marea, sembra galleggiare sulle acque, ed il torii rosso è raggiungibile a piedi con la bassa marea. L’isola è patrimonio mondiale dell’ umanità Unesco ed è un luogo sacro. Altro simbolo è la pagoda di Goju no a 5 piani, in legno.
Il torii rosso che sembra sospeso sull’ acqua
Miyajima ed il suo incanto…
A Miyajima soggiorniamo nel primo ryokan aperto sull’isola, Iwaso, che sorge all’interno di uno splendido giardino con cervi liberi, torii e scalinate che si addentrano all’interno del parco che porta al Monte Misen. Si può arrivare alla sua cima con una funicolare e passeggiando tra le scimmie nella foresta vergine, godere di bellissimi scorci dell’isola.
Verso il Monte Misen
A Miyajima, come a Nara, circolano liberamente i cervi
Dormire a Miyajima è una bellissima esperienza, poichè i turisti che vengono a visitarla in giornata, se ne vanno con l’ultimo traghetto già intorno alle 17 e l’isola cala nel silenzio delle onde e la tranquillità dei ryokan e negozietti tipici. Consiglio assolutamente a chi voglia recarsi in Giappone, di fermarsi qui per la notte.
In giro per Miyajima
Vi racconto la nostra esperienza nel ryokan. Appena arrivati ci portano nella nostra stanza a prendere un tè di benvenuto, con salviette per rinfrescarci e ci spiegano come funziona il ryokan: mentre saremo a cena toglieranno dalla camera il tavolino dove siamo seduti per preparare i futon, i tipici letti giapponesi, materassi poggiati direttamente per terra con i cuscini che sono riposti nell’ armadio durante il giorno. La nostra camera è bellissima, angolare, con una grande finestra sul mare e sulla pagoda a 5 piani e un balcone dove possiamo sederci e osservare la foresta. Sul balcone abbiamo un secondo lavandino con tutti i prodotti da bagno. Mia suocera ha un’ altra bella stanza simile alla nostra.
Accoglienza in ryokan con il tè
La nostra camera e il nostro balcone: dove adesso c’è il tavolino, troveremo i letti futon al ritorno dalla cena
La vista dalla finestra della nostra camera
Ed ecco preparati i futon: buonanotte!
Il pavimento è in tatami, per cui dobbiamo camminare scalzi, ci forniscono loro le calzine per infradito, uno yukata con cintura per chiuderlo e una borsetta per portare le nostre cose personali in giro. Possiamo uscire in yukata anche nel parco dell’ hotel. Lo yukata è un kimono molto semplice ed informale, utilizzato in casa o dopo un bagno in onsen. Si chiude con una cintura e si indossa con i geta, infradito classici giapponesi. Insieme ci lasciano anche una giacca più spessa in caso avessimo freddo.
Nel resto del ryokan pobbiamo girare con i geta che ci forniscono loro, da togliere quando entriamo nella prima parte della stanza: questa è composta da una parte dal nostro bagno personale, dall’altra una stanza solo con il water. Per il bagno, ci sono altre ciabattine apposite. Sembra complicato questo triplo cambio di ciabatte, ma si impara subito! La stanza del nostro ryokan ha il bagno privato, l’aria condizionata, la televisione, è dotata di ogni comfort.
Qui vengono lasciati i geta (quella che si vede è la porta per uscire dalla camera)
Questa è la vista entrando in camera: si lasciano qui i geta e si prosegue a piedi nudi, a destra e a sinistra i due bagni.
Per tutta la permanenza avremo una signora (che noi chiamiamo la nostra gheisa, ma non è il termine corretto!) che si occuperà di noi e ci servirà la cena in un’altra stanza sempre privatamente. La cena è la tipica kaiseki, la più raffinata della tradizione giapponese, composta da tanti minuscoli piattini. Infatti, non sembra più terminare, assaggiamo una miriade di pietanze che la nostra gheisa ci continua a portare! Dal sushi al riso, dalle ostriche alla zuppa miso, dal sashimi ad altre cose buone… ma non identificate! Ma la cosa più bella è vivere questi momenti…
La nostra “gheisa” prepara la nostra tavola in una stanza in privato
Il tavolo è pronto per iniziare
Siamo pronti per questa esperienza!
La nostra cena kaiseki… questi sono solo i primi piattini!
La cena è quasi finita… mancano i dolci!
Il mattino dopo la colazione sarà servita invece nella sala comune, si può scegliere tra quella classica giapponese (come faccio io, che non ho problemi a mangiare riso, pesce crudo e carne al mattino appena sveglia!) o quella tipica nostra che prende mia suocera: brioche, uova, bacon, spremuta d’arancia…
La colazione giapponese
Alla fine posso dire che è stato uno dei momenti più belli della mia vita, un ricordo stupendo, immancabile in un viaggio in Giappone. Però… l’ esperienza è bellissima per una notte, non posso dire che per noi sia stato comodo dormire sul futon per terra! Siamo contenti di aver prenotato nei classici hotel il resto della vacanza! Ma è stato stupendo provare il tipico ryokan!
Le ostriche durante la cena kaiseki
Le specialità tipiche di Miyajima sono le ostriche, l’anguilla, l’okonomiyaki ( di cui faremo scorpacciate a Osaka, una specie di frittatona che si può guarnire con ingredienti a piacere, come noi facciamo con la nostra pizza) e i dolci a forma di foglia di acero, ripieni di fagioli rossi, cioccolato, tè matcha… quelli che abbiamo mangiato in ogni parte del Giappone.
Le buonissime ostriche preparate in vari modi per le stradine di Miyajima
Terminata questa stupenda avventura torniamo a Kyoto, per la nostra ultima notte in città, prima di trasferirci a Osaka. Nel prossimo articolo dedicato agli ultimi giorni in Giappone, vi parlerò di questa città divertentissima e dell’altra esperienza suggestiva di questo viaggio: una notte in un monastero buddista…
Passeggiando tra le vie prima di lasciare l’ isola