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Il castello di Inuyama

Creato il 02 maggio 2015 da Patrickc

E’ il più antico del Giappone, non il più grande. Un piccolo viaggio nel tempo.

La Sengoku jidai (l’era degli stati in guerra), resa immortale da saghe e ballate, ha ispirato innumerevoli film ‘chanbara’ — così chiamati perché il tema musicale che accompagna l’eroe è inevitabilmente “chan-chan-bara-bara-chan-bara” — con le spade e i samurai (…). Una volta il Giappone era uno stato ‘chanbara': terra di nobili guerrieri, assassini ninja, signori feudali, splendide cortigiane e molti castelli. Castelli nascosti nelle valli, manieri fortificati nelle pianure, rinforzati oltre le mura, fortezze imperiose in cima ai passi montani.  Oggi ne rimangono in piedi solo una dozzina. Molti altri sono stati riscostruiti come attrazione turistica.

(Will Ferguson, autostop con Buddha)

Le assi di legno antico scricchiolano sotto i miei piedi, il basso parapetto e l’altezza mi fanno venire le vertigini. C’è il vuoto sotto di me, ma mi sento sospinto verso l’alto. Le folate di vento gelido sembrano potermi portare via in un attimo, nel cielo azzurro che mi sovrasta.

Il panorama dalla cima del castello di Inuyama è favoloso.  I metri di altezza sono appena 19, ma la posizione rialzata e dominante su un’altura di 80 metri moltiplica l’effetto e ci si sente davvero sospesi per aria. Non è celebrato e conosciuto come lo spettacolare castello di Himeji. E non è di certo così imponente, spettacolare. Anzi è piccolo, dimesso, anche se con una sua eleganza: è un castello di provincia. E ha una caratteristica che non è immediatamente evidente: il piccolo tesoro di questa cittadina, una mezz’ora di treno a nord di Nagoya, è il più antico castello rimasto in piedi del Giappone: fu costruito nel 1440 e successivamente modificato nel 1537 (e poi pù tardi).

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Il castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

Il panorama dal castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

Il panorama dal castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

I castelli giapponesi

Il castello è uno dei soli quattro del Giappone designati tesoro nazionale. Accanto a quello di Inuyama ci sono i più celebrati castelli di Hikone, Matsumoto, Himeji, che fanno parte dei 12 sopravvissuti. Altri sono stati ricostruiti, in altri casi dove c’era un castello sono rimasti solo un parco e le mura esterne in pietra (un po’ come il castello di Edo, a Tokyo). Perché i castelli giapponesi non sono in pietra, ma di legno.

I castelli giapponesi non sono affatto quei tremendi bastioni di granito che si è soliti associare all’Europa. I castelli giapponesi hanno un aspetto delicato, sembrano torte nuziali decorative in cima agli alberi (…).  Lo scopo era solitamente quello di erigere una struttura di legno il più imponente possibile sulla collina più alta che si potesse trovare. E poi  si chiedevano perché i fulmini li colpissero di continuo. 

Will Ferguson, Autostop con Buddha.

A distruggere i castelli furono prima i cataclismi naturali, gli incendi (i fulmini!), le guerre feudali, poi la modernizzazione dell’era Meiji, quando si decise di far piazza pulita di queste ingombranti memorie del passato. E infine i bombardamenti americani ne distrussero un paio di dozzine. Così di castelli ne rimasero soltanto dodici, spesso fra i più piccoli e meno appariscenti. Sono quelli che amo di più.

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Il famoso, splendido castello di Himeji da Wikimedia commons
(foto di Japanexperterna licenza ccreative commonsattribution share alike 3.0)

Da Nagoya a Inuyama

A Inuyama arrivo in una tersa, gelida giornata di gennaio. Una casualità incredibile ha voluto che mio fratello fosse in viaggio di lavoro a Nagoya proprio mentre io ero a Kyoto, in viaggio. E che avesse qualche ora libera, cosa che gli capita raramente in questi casi. Così dopo un ramen in una bettola della città, che mi appare squadrata e anonima come solo le città giapponesi sono capaci di essere, ci dirigiamo verso la stazione. Il viaggio per Inuyama lungo la linea Meitetsu è breve, ma affascinante. Poco dopo la partenza entriamo nella valle del Kiso e subito i palazzi, le case si diradano. Compaiono le eleganti case in stile tradizionale, con i loro pesanti tetti di coppi, le montagne si avvicinano e presto sembrano avvolgerci.

Inuyama, 75mila abitanti è una cittadina sgraziata e geometrica che ospita alcuni gioielli: principalmente il castello e il giardino Urakuen con la famosa sala da tè Joan. Intorno ci sono il fiume Kiso e le montagne. Il castello e il parco sono una ventina di minuti a piedi dalla stazione. Per arrivare al castello si attraversa la città vecchia, dove si allineano graziose machiya, antiche case di mercanti anche se alcune sembrano ricostruite in stile tradizionale, ma decisamente più recenti. In mezzo alle case che ospitano ristoranti e negozi di souvenir spunta un capannello di persone. La zona è circondata da nastri bianchi e rossi. Due case in legno, vediamo, sono andate bruciate; l’antico nemico dell’architettura giapponese, assai più devastante di terremoti e guerre, colpisce e distrugge ancora. Il fuoco è recente, i pompieri si aggirano ancora fra le macerie.

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Una casa in stile tradizionale sventrata dal fuoco

Curiosamente, al castello di Inuyama, che significa 'monte del cane' non sono amessi i cani (foto di Patrick Colgan, 2015)

Curiosamente, al castello di Inuyama, che significa all’incirca ‘monte del cane’ non sono amessi i cani (foto di Patrick Colgan, 2015)

Poi appare il secolare profilo del castello, l’Inuyama-jo, piccolo eppure maestoso, elegantemente adagiato su un’altura che domina la città. Risale a un tempo in cui le armi da fuoco non erano diffuse e la funzione fondamentale era permettere di vedere lontano. Peccato sia circondato alla base da stradoni e asfalto. Si sale attraversando il recinto di un santuario scintoista e poi, dopo una ripida salita, ci si ritrova davanti all’ingresso dell’edificio che, da vicino, appare meno imponente di quanto sembrava da lontano. L’interno è vuoto, spoglio; si sale per ripide scale in legno. Immagino nobili, samurai aggirarsi per queste stanze e, perché no, visto che l’immaginazione viaggia, assassini ninja incappucciati. Mi chino alle strette feritoie, come un arciere, e intuisco l’altezza che aumenta a ogni piano, attraverso i piccoli lembi di panorama che si riescono a vedere.

Il castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

Il castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

Nulla che però lascia intuire la sorpresa quando si arriva in cima, nella piccolissima stanza dalla quale si può uscire su uno stretto terrazzo. Si dominano tutte le valli intorno e la città di Inuyama, il vento porta in alto i suoni delle strade. Le auto, le parole delle persone, i rumori, appena disturbati dal più vicino fruscio degli alberi. E poi avverto un suono distante, come una musica, che fa “chan-chan-bara-bara-chan-bara”.

Il castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

Il castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

Davanti al castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

Il castello di Inuyama, foto di Patrick Colgan 2015

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Il castello di Inuyama nel 1937
(da Wikimedia commons, pubblico dominio)

Informazioni utili

Inuyama è collegata a Nagoya dalla linea Meitetsu: circa 30 minuti, 550 yen (non valido il Japan rail pass).

L’ingresso al castello costa 500 yen, 1200 se combinato all’Urakuen.

Link Utili

  • Inuyama e dintorni – da Sushi e altro
  • Inuyama – in inglese su Japan guide (comprese indicazioni per il giardino Urakuen e il parco storico Meiji Mura)

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