C’e’ un celebre detto Britannico che dice “An Englishman’s home is his castle”. Vero, ma lo stesso dovrebbe valere per il giardino. O meglio, se la casa di un Inglese e’ il suo castello, allora il giardino e’ il suo tempio zen.
I Britannici amano il giardinaggio e si nota. Praticamente ogni casa ha il suo piccolo spazio verde, fosse anche esteso quanto un fazzoletto, di cui i Britannici hanno una cura religiosa.
Grazie al giardinaggio riescono a risparmiare sullapalestra e lo psicoterapeuta. E’ probabile che, senza questo passatempo, si sfogherebbero con attivita’ molto meno inoffensive.
Il profumo di erba appena tagliata e’ immancabile, quando si passeggia per un quartiere residenziale e si incontra sempre qualcuno chino su rose e altri cespugli, immerso nella sua attivita’ preferita.
I centri che vendono articoli per il giardinaggio si sprecano e, in genere, sono grandi come centri commerciali. Ci si trova ogni genere di utensile e gadget. Dai piu’ utili ai piu’ impensabili.
I nanetti da giardino sono uno status symbol. E’ ipotizzabile che abbiano persino dei nomi propri e vengano trattati come animali domestici.
Grazie alla consulenza “tecnica” del suo architetto di fiducia, Maura,la Girlfriend ha potuto fare un interessante paragone tra i giardini British e quelli all’Italiana, scoprendo che hanno caratteristiche davvero opposte.
L’architetto Maura spiega che…
"Il giardino all’italiana nasce a Firenze nel XV secolo e trova il suo apice durante il Rinascimento, il periodo in cui in tutte le arti regnano la prospettiva e le sue regole.
Ha uno scopo puramente ornamentale, pensato come parte integrante ed estensione della casa, è ordinato, rigoroso, è progettato accuratamente in ogni minima parte e la natura è totalmente sottomessa al volere dell’architetto grazie all’arte topiaria, che è la capacita di dare la forma desiderata alle piante con potature precise e frequenti.
Per fare in modo che il giardino all’italiana dia il meglio di se sono fondamentali ampie aree e una continua e accurata manutenzione perché se le piante perdono la loro forma “artificiale” ritornando alla natura svanisce la magia. Credo che questi siano i motivi per cui fosse tanto diffuso nelle tenute dei ricchi dell’epoca e oggi abbia assunto il ruolo di patrimonio storico.
Ha la caratteristica di dare al visitatore una visione d’insieme, e di poter controllare lo spazio grazie alle ampie viste prospettiche dei percorsi rettilinei.
Eccone degli esempi :
Giardino di Boboli, Firenze.
Giardino di Villa Ruspoli.
"Il giardino all’inglese, detto anche giardino paesaggistico o informale, nasce in Gran Bretagna nel 1700 con l’idea di opporsi all’assolutismo francese e nella continuità della teoria illuminista.
Lo scopo di questo tipo di giardino è quello di emozionare attraverso la contrapposizione tra natura apparentemente selvatica e gli artifici architettonici, e l’indipendenza dalla casa. La natura, pur essendo attentamente progettata, non è intrappolata in rigidi schemi: si adatta il giardino al contesto, utilizzando per quanto possibile gli elementi preesistenti (alberi ad alto fusto o tratti di bosco) e ondulazioni del terreno.
Vengono inseriti laghi, ruscelli e cascate che insieme a rocce, grotte ruderi e rovine concorrono alla creazione di un paesaggio particolarmente pittorico.
I percorsi non sono mai rettilinei, in questo modo è possibile far scoprire il paesaggio lentamente dall’interno."
Stower Garden, Buckingamshire.
Qualcuno si potrebbe stupire del fatto che i Britannici, proverbialmente “inquadrati” optino per un giardino meno artificioso, mentre gli Italiani, noti spesso per essere poco organizzati e “caotici”, preferiscano giardini geometrici ed elaborati.
La Girlfriend pero’ non si stupisce piu’ di tanto. I giardini “pseudo-selvatici” all’Inglese, sembrano ben richiamare il loro passato guerriero e fiabesco , dove la natura e la terra erano il centro di tutto, mentre gli Italiani sono da sempre degli “artisti”, perfezionisti delle forme, che amano stupire e attirare l’attenzione con opere d’arte il piu’ elaborate possibili.