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Giardini

Creato il 05 agosto 2011 da Caroljne

Giardini

C’e’ un celebre detto Britannico che dice “An Englishman’s home is his castle”. Vero, ma lo stesso dovrebbe valere per il giardino. O meglio, se la casa di un Inglese e’ il suo castello, allora il giardino e’ il suo tempio zen.

I Britannici amano il giardinaggio e si nota. Praticamente ogni casa ha il suo piccolo spazio verde, fosse anche esteso quanto un fazzoletto, di cui i Britannici hanno una cura religiosa.

Grazie al giardinaggio riescono a risparmiare sullapalestra e lo psicoterapeuta. E’ probabile che, senza questo passatempo, si sfogherebbero con attivita’ molto meno inoffensive.

Il profumo di erba appena tagliata e’ immancabile, quando si passeggia per un quartiere residenziale e si incontra sempre qualcuno chino su rose e altri cespugli, immerso nella sua attivita’ preferita.

I centri che vendono articoli per il giardinaggio si sprecano e, in genere, sono grandi come centri commerciali. Ci si trova ogni genere di utensile e gadget. Dai piu’ utili ai piu’ impensabili.

I nanetti da giardino sono uno status symbol. E’ ipotizzabile che abbiano persino dei nomi propri e vengano trattati come animali domestici.

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Grazie alla consulenza “tecnica” del suo architetto di fiducia, Maura,la Girlfriend ha potuto fare un interessante paragone tra i giardini British e quelli all’Italiana, scoprendo che hanno caratteristiche davvero opposte.

L’architetto Maura spiega che…

"Il giardino all’italiana nasce a Firenze nel XV secolo e trova il suo apice durante il Rinascimento, il periodo in cui in tutte le arti regnano la prospettiva e le sue regole.

Ha uno scopo puramente ornamentale, pensato come parte integrante ed estensione della casa, è ordinato, rigoroso, è progettato accuratamente in ogni minima parte e la natura è totalmente sottomessa al volere dell’architetto grazie all’arte topiaria, che è la capacita di dare la forma desiderata alle piante con potature precise e frequenti.

Per fare in modo che il giardino all’italiana dia il meglio di se sono fondamentali ampie aree e una continua e accurata manutenzione perché se le piante perdono la loro forma “artificiale” ritornando alla natura svanisce la magia. Credo che questi siano i motivi per cui fosse tanto diffuso nelle tenute dei ricchi dell’epoca e oggi abbia assunto il ruolo di patrimonio storico.

Ha la caratteristica di dare al visitatore una visione d’insieme, e di poter controllare lo spazio grazie alle ampie viste prospettiche dei percorsi rettilinei.

Eccone degli esempi :

Giardini

Giardino di Boboli, Firenze.

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Giardino di Villa Ruspoli.

"Il giardino all’inglese, detto anche giardino paesaggistico o informale, nasce in Gran Bretagna nel 1700 con l’idea di opporsi all’assolutismo francese e nella continuità della teoria illuminista.

Lo scopo di questo tipo di giardino è quello di emozionare attraverso la contrapposizione tra natura apparentemente selvatica e gli artifici architettonici, e l’indipendenza dalla casa. La natura, pur essendo attentamente progettata, non è intrappolata in rigidi schemi: si adatta il giardino al contesto, utilizzando per quanto possibile gli elementi preesistenti (alberi ad alto fusto o tratti di bosco) e ondulazioni del terreno.

Vengono inseriti laghi, ruscelli e cascate che insieme a rocce, grotte ruderi e rovine concorrono alla creazione di un paesaggio particolarmente pittorico.

I percorsi non sono mai rettilinei, in questo modo è possibile far scoprire il paesaggio lentamente dall’interno."


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Stower Garden, Buckingamshire.

Qualcuno si potrebbe stupire del fatto che i Britannici, proverbialmente “inquadrati” optino per un giardino meno artificioso, mentre gli Italiani, noti spesso per essere poco organizzati e “caotici”, preferiscano giardini geometrici ed elaborati.

La Girlfriend pero’ non si stupisce piu’ di tanto. I giardini “pseudo-selvatici” all’Inglese, sembrano ben richiamare il loro passato guerriero e fiabesco , dove la natura e la terra erano il centro di tutto, mentre gli Italiani sono da sempre degli “artisti”, perfezionisti delle forme, che amano stupire e attirare l’attenzione con opere d’arte il piu’ elaborate possibili.


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