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Giardino Bardini
In questo giardino si fondono diversi stili e diverse epoche: dal Medioevo, al Rinascimento, fino al Barocco. Apprezzato dai collezionisti e dai visitatori, questo parco offre uno spettacolo naturale e architettonico tutto da ammirare. Ci stiamo riferendo al Giardino Bardini, altro “gioiello” italiano e orgoglio della città di Firenze. Per la sua bellezza e importanza, il Giardino Bardini è visitabile con biglietto unico associato alla visita ai giardini di Boboli.
Caratteristiche

Storia
Il giardino Bardini risale al Medioevo. All’epoca, la proprietà era posseduta dalla famiglia Mozzi. Nel Duecento, però, la superficie oggi occupata dal giardino, si estendeva sulla collina di Montecuccoli, dove i Mozzi praticavano l’attività agricola. Nel 1300, i Mozzi subirono un tracollo finanziario che portò il Comune di Firenze ad acquistare la loro proprietà. In seguito, esattamente in pieno Rinascimento, i Mozzi riuscirono a riacquistare la proprietà mantenendola fino al 1880. Durante quel lungo periodo, però, la proprietà venne divisa in due parti separate, di cui una, con villa, appartenente alla famiglia Manadori. Sfruttando la posizione panoramica dei terreni, le due proprietà vennero trasformate in giardini e arricchite da statue e da altre decorazioni barocche. Nell’Ottocento, i Mozzi riunificarono le due proprietà, ma non si curarono molto di restaurarle e abbellirle. I quegli anni, infatti, il giardino attraversò uno stato di incuria ed abbandono: persino l’impianto idraulico era inidoneo. A fine Ottocento il giardino Bardini venne acquistato dai principi Carolath Benten che lo decorarono secondo lo stile vittoriano. Già durante l’appartenenza della villa ai Manadori, le aree verdi vennero stilizzate secondo i canoni del giardino all’inglese, ovvero con viali, viuzze strette, statue e fontane. Durante quella fortunata opera di restauro, vennero anche realizzate due strutture usate dall’aristocrazia settecentesca per bere caffé o cioccolata. Agli inizi del Novecento, la proprietà venne acquistata dall’antiquario Stefano Bardini, che diede vita a un’attenta e grandiosa opera di restauro eliminando i giardini risalenti al medioevo e creando altri viali che collegavano il giardino alla villa barocca. Quest’ultima prese proprio il nome di “ Villa Bardini”. Con la morte dell’ultimo erede dei Bardini, si aprì una lunga querelle per rivendicare la proprietà del complesso. La diatriba si concluse nel 1996 grazie all’interessamento del Ministero dei Beni Culturali, che all’epoca decise di far rispettare la volontà del defunto, ovvero cedere il complesso al Comune di Firenze. Restaurato nel 2000, il giardino Bardini è ormai aperto al pubblico e viene gestito dalla Fondazione parchi monumentali Bardini e Peyron.
Cosa vedere
La visita al giardino Bardini offre una vista panoramica davvero spettacolare. La prima cosa che colpisce è l’ingresso con l’immensa scalinata barocca che porta a un edificio da cui si può ammirare la città di Firenze. Proseguendo nella visita si possono ammirare fontane e decorazioni a mosaico. Il giardino offre anche una bella vista di piante a fiore molto decorative. Nella parte bassa, si può ammirare un piccolo angolo verde ricavato dalla vegetazione cresciuta dentro una cavità del terreno. Il giardino Bardini è anche dotato di due Kaffeehaus, coperture adibite al ritrovo dell’aristocrazia settecentesca. Le strutture si trovano una nella parte alta e l’altra in quella più bassa. La prima è simile a una grotta naturale, la seconda è più raffinata e arricchita da archi in laterizio. La seconda copertura è anche decorata da alcune fontane e da un tempietto. Il giardino Bardini si può visitare con un biglietto unico che comprende anche la visita ai giardini di Boboli.
