Il ruolo dell'Osteopatia negli sport invernali: parla l'osteopata Gigi Devizzi
Ci siamo già occupati del ruolo dell'Osteopatia in ambito sportivo, precisamente, nel calcio. Risale allo scorso febbraio, infatti, la teleconferenza con l'osteopata Cannas, osteopata della Sampdoria ed ex osteopata personale del calciatore Antonio Cassano. Torniamo ad occuparci di Osteopatia e sport, stavolta in ambito sciistico e degli sport invernali con l'osteopata Gigi Devizzi, anche fisioterapista, ex atleta, maestro e istruttore nazionale di sci nordico, e osteopata degli atleti del centro sportivo Esercito di Courmayeur, delle nazionali di Sci, Snowboard e Sci Alpinismo della FISI.
Ci concede questa intervista "perché – dice – voglio offrire un sostegno all'Osteopatia, la disciplina che mi ha permesso in questi anni di realizzarmi e di aiutare moltissimi Atleti". Osteopata personale, dal 1992 al 1998, dei pluri campioni Olimpici e MondialiMarco Albarello(Sci Nordico) e Mirko Wuilliermin(short track), Devizzi ha lavorato con circa 20 atleti "medagliati" olimpici e 30 mondiali di varie discipline sportive. Presente a 2 Giochi Olimpici Invernali e a 5 Campionati del Mondo, l'osteopata Gigi Devizzi rimarca il ruolo centrale dell'Osteopatia come pratica costante in ambito sportivo e, in questo caso, nelle discipline degli Sport Invernali, "nelle quali – afferma - spesso è presente un osteopata che periodicamente visita gli atleti".
Com'è vista la figura dell'osteopata da parte degli atleti, ne riconoscono peculiarità specifiche?
Già nei miei primi anni di lavoro con atleti di alto livello (circa vent'anni fa), l'atleta conosceva e ricercava la figura dell'osteopata. Ricordo il "grande" Iginio Furlan che si occupava del plurimedagliato olimpico Marco Albarello, di Manuela Di Centa e Gabriella Paruzzi, che mi richiedevano trattamenti osteopatici quando io ero ancora uno studente. Attualmente sono parecchi gli atleti degli sport invernali che hanno un osteopata di fiducia, o all'interno delle squadre nazionali o al proprio domicilio. Ricordo con piacere le parole di alcuni grandi atleti, come per esempio Mara Zini, medaglia alle olimpiadi di Torino 2006, che dopo averne apprezzato l'utilità, avevano il rammarico di non aver conosciuto prima l'osteopatia, o altri atleti che, grazie alle tecniche osteopatiche, hanno avuto un aiuto importante nel raggiungere l'obiettivo olimpico. Parlo di Stefano Pozzolini (Snowboard) o René Laurent Vuillermoz Biathlon.
Voglio ricordare che l'intervento osteopatico sull'atleta, si integra pienamente con quello delle altre figure professionali che operano nel team: dal medico, al preparatore, al fisioterapista, etc.
Dalle news archiviate nel sito Sport Militare Alpinosi fa riferimento solo alla sua figura di fisioterapista. Qual è il valore aggiunto dell'osteopatia, invece, per supportare gli atleti?
Il valore aggiunto dell'osteopatia è notevole. Io non sarei quello che sono se non avessi conosciuto e condiviso i principi dell'osteopatia e posso affermare con tranquillità che senza l'osteopatia, mi sentirei incompleto come terapista.
Quali sono le patologie più frequenti e qual è l'approccio osteopatico adottato?
Ovviamente le patologie più frequenti sono a carico dell'apparato neuro-muscolo-scheletrico. L'approccio utilizzato è variabile, ma sicuramente con una prevalenza di tecniche strutturali e fasciali. Personalmente riconosco un grande ruolo preventivo dell'Osteopatia e visito gli atleti periodicamente cercando di focalizzare la mia attenzione sulle strutture maggiormente sollecitate dal loro sport.
L'essere stato atleta e la conoscenza del gesto tecnico mi è sicuramente di grande aiuto. L'esperienza pratica mi ha dimostrato che lo sportivo cerca nell'osteopata un sostegno sia preventivo, di preparazione alla competizione sia un aiuto nel recupero dopo un trauma con conseguente riduzione delle sue capacità fisiche.
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