Gigolò wannabe

per restare sul leggero, sono finita sul cretino... no, vabbè, sto scherzando. in effetti questo film si risolleva nel finale, perchè per il resto sembra la solita storiella edificante e buonista. c'era una volta un gruppo di sette aspiranti gigolò (che in realtà i giapponesi chiamano host) i quali, dopo aver versato un deposito cauzionale all'uomo che li aveva assunti, scoprirono di essere stati truffati: l'uomo si era dileguato col denaro loro e del proprietario del locale, lasciando tutti nei pasticci. i sette però non si diedero per vinta e decisero di lavorare comunque per il proprietario, inteneriti anche dalla di lui nipote, una giovane cardiopatica che li soprannominò i sette nani. dopo alterne vicende che li videro sopravvivere a un tifone e rinverdire l'amicizia tra un gruppo di donne manager apparentemente inaridite, i sette offrirono i dieci milioni di yen guadagnati al proprietario affinchè potesse pagare le cure mediche alla nipote, ma mentre gongolavano per la felice conclusione della vicenda che li aveva visti in cambio diventare padroni del locale, scoprirono di essere stati vittima di una truffa per la seconda volta. malgrado ciò, vissero tutti felici e contenti. che dire a questo punto? i nomi dei sette nani, immagino: Oguri Shun (bravo come sempre, ma quasi irriconoscibile per via dei capelli), Matsuo Toshinobu, Suga Takamasa, Katsurayama Shingo, Kirishima Yusuke, Hirayama Hiroyuki e Morimoto Ryoji. il falso proprietario è Harada Yoshio (Dororo) e la finta malata Narumi Riko; tra le cinque manager, ho riconosciuto Yamaguchi Sayaka di Nodame Cantabile e Anego.