L’eroico Giletti su Google.
di Rina Brundu. Ultima puntata della telenovela similgiornalistica “L’Arena” (RAI1), stagione 2014-2015, condotta dall’eroico Massimo Giletti. Argomento d’apertura del programma odierno è stato la strage napoletana dei giorni scorsi, quasi subito seguito dal cavallo di battaglia che anche in quest’annata ha regalato grandi ascolti alla trasmissione in questione: i vitalizi multipli degli ex-consiglieri regionali e più in generale della Casta politica d’antan.
Soliti ospiti trendy in studio, batti e ribatti, il trito e il contrito retorico (a questo punto della fiera anche un po’ fastidioso), fino al momento clou in cui lo stesso conduttore coglie la palla al balzo per appuntarsi, con un dato orgoglio (bisogna scriverlo), la “meritata” medaglia al petto: “Ricordatevi” ha dichiarato” che io sono stato sanzionato dalla Rai per la faccenda Capanna”. Lo ha ribadito più volte con lo sguardo a momenti “saputo” a momenti “sofferto” (a momenti “ridanciano”?) del reduce che torna dalla più devastante delle campagne belliche.
Il conduttore tuttavia non ha fornito il dettaglio della “sanzione” che gli sarebbe stata comminata. Si è trattato di sanzione pecunaria? Se è così, quanto ha pagato Massimo Giletti? Perché non ha svelato la cifra e perché non si riesce a trovarne riscontro in Rete? Sono io che non riesco a tracciare l’informazione oppure Giletti è stato sanzionato in qualche altro modo? Quale?
Stupisce il fatto che un autoproclamato paladino della “trasparenza” mediatica e amministrativa non ci abbia fornito qualche dettaglio in più, anche perché francamente non si riescono a comprendere le ragioni per cui la RAI avrebbe dovuto sanzionare il suo impiegato sull’affaire Capanna: mica è Giletti che riceve il vitalizio! Certo è che in presenza di maggiori informazioni è difficile giustificare questa medaglia mediatica auto-appuntata sul petto. Ancora più difficile sarebbe nominare l’italico conduttore per il Pulitzer, dato che lo status-quo somiglia ad una improbabile atmosfera da Scandalo Watergate ma con Carl Bernstein e Bob Woodward che si rifiutano di rivelare le confidenze delle loro “gole profonde”.
A fugare definitivamente ogni dubbio sul perché non si può davvero nominare Massimo Giletti per il prestigioso premio giornalistico ci ha pensato però la successiva “intervista” (si fa per dire) a Matteo Renzi: ma Presidente perché dice che lei risulta antipatico? Come mai nessuno si ricorda di come stavamo due anni fa? Il tutto prima dell’affondo giornalistico epocale: a proposito delle Elezioni Regionali, le vuole vincere tutte è sette? Ho giocato a pallone con lei e ho visto che è davvero forte di gamba. Sul Quirinale è stato più bravo di Berlusconi, lo dica, lo ammetta! Può piacere o non piacere ma Renzi è uno dei pochi che disse ripartiamo dalla scuola…. Presidente, lei è finanche andato alla lavagna: perché questo errore di comunicazione? Facciamo chiarezza del resto lei ha promesso quasi centomila posti di lavoro in più….
E trallallerò e trallalà. Mi fermo qui perché sento la buonanima della Fallaci che si rigira nella tomba. Di fatto riconsegno idealmente il prossimo Pulitzer al solito cavallo di razza americano e alla sua “gola profonda” di turno. Domando però a gran voce di sapere già domattina quale sarà la sanzione comminata dalla RAI per questa epocale-intervista, e mi auguro davvero che almeno questa volta la pena sarà proporzionata al crimine giornalistico commesso! Sigh!