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GILGAL REFAIM - RUJM EL-HIRI
(c) Enrico Galimberti, Direttore Acam.it
Accadde similmente per le grandiose Linee di Nazca, in Perù, che furono notate soltanto allorquando si iniziarono a sorvolare quelle aree.
Lo stesso accade nelle Alture del Golan, a circa 16 km dalla costa orientale del mare di Galilea, al centro di un ampio altipiano dove sono presenti numerosi dolmen, dove una struttura preistorica di grande interesse archeologico passa spesso inosservata.
Nel 1967, al termine di un conflitto, Israele concquistò quel territorio. Le indagini archeologiche che stavano analizzando dall'alto quelle zone, rilevarono la presenza di tracce di un monumento circolare che da terra non veniva riconosciuto. Successivi scavi e indagini, hanno così riportato alla luce un importante monumento preistorico molto simile al celeberrimo Stonehenge.
Forse uno dei resti più antichi ed estesi della regione, è conosciuto con il nome arabo Rujm el-Hiri, letteralmente "mucchio di pietre del gatto selvatico".
Il complesso si compone di cinque circoli concentrici, il più ampio largo 152 metri, e una massiccia camera sepolcrale nel mezzo.
Il nome ebraico, Gilgal Refaim, significa " ruota dei giganti" e fa riferimento per l'appunto ai Giganti descritti nelle Bibbia.
Si fa risalire a 5.000 anni fa, secondo le stime, collocandolo come contemporaneo della Stonehenge inglese. A differenza però del monumento assemblato di dolmen e menhir, la Ruota dei Giganti è formata con 42.000 pietre basaltiche molto più piccole.
Secondo Uri Berger, un esperto di tombe megalitiche della Israel Antiquities Authority, "manca il quadro complessivo", mentre abbiamo numerose informazioni frammentate. "Ogni anno gli scienziati vengono sul posto per esaminare il sito e proporre le loro teorie ".
Chi e perché?
Sebbene non ci siano fonti su chi in effetti lo abbia realizzato, secondo alcune ipotesi potrebbe essere stata una popolazione nomade, anche se sembra impossibile poter realizzare un monumento tanto complesso se non lavorandoci a lungo e con una certa precisa organizzazione.
Si calcola infatti che per realizzare questo monumento si sarebbero dovuti impiegare cento uomini per almeno sei anni.
Potrebbe avere un significato astrologico. Nei giorni più corto e più lungo della ruota dell'anno, i solstizi di giugno e dicembre, l'alba si allinea con l'apertura del cerchio.
Per essere critici, gli allineamenti non sono perfetti ma secondo gli esperti questo è dovuto al fatto che gli strumenti tecnici dell'epoca erano rudimentali.
Una tradizione, questa dei circoli, che ben conosciamo e che affonda le radici nelle religioni solari/lunari, legate al culto della Dea e della Madre Terra, comuni all'Asia minore prima e all'Europa poi.
Si ritiene che i residenti del luogo utilizzassero il sito per venerare gli déi della fertilità Tammuz e Ishtar, per ringraziarli del buon raccolto durante l'anno.
Altre ipotesi
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Sito funerario. La tomba al centro risulta di almeno 1.000 anni più recente rispetto alla struttura circostante, facendo supporre che solo successivamente qualche nobile o personaggio importante si sia impadronito del monumento facendolo il suo luogo di riposo eterno. Ma, come spesso accade quando si parla di tombe, chissà perché di cadaveri all'interno non se ne trovino, ma solo monili che fanno solo supporre che si tratti di una tomba ...
- Dakhma. L'archeologo Rami Arav, suggerisce che il sito fosse utilizzato con un Dakhma dagli Zoroastriani, nel quale i morti venivano abbandonati affinché gli uccelli rimuovessero la carne dalle ossa.
- Calendario. Oltre all'apertura in direzione dei solstizi, alcune tacche nelle mura sembrano condurre agli equinozi di primavera e autunno.
- Osservatorio Astronomico. I ricercatori hanno rilevato che il monumento fu costruito con dimensioni e proporzioni comuni a strutture di altri periodi, e riconducibili alla posizione di alcune stelle.
Oggi Gilgal Refaim presenta al visitatore come un labirinto dalle mura ormai fatiscenti, e nonostante sia in una zona militare israeliana, è possibile visitarlo nei weekend e per chi non soffre di claustrofobia, strisciare nella camera sepolcrale.
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Sezione: Archeoastronomia
Info: Pubblicato su Acam.it, su richiesta e/o consenso dell'autore citato, da Redazione Acam.it