Il professor Dorfles è un personaggio della cultura italiana assolutamente inimitabile e irrinunciabile. Critico d’arte, ha recentemente inaugurato la sua mostra a Palazzo Reale a Milano, ordinario di Estetica, visiting professor presso le Università americane, molti dei suoi libri sono stati tradotti in varie lingue rendendolo un nome tutelare di fama internazionale.
Caustico nelle sue affermazioni e nei suoi giudizi (insindacabili), ad ogni presentazione o intervista riesce a scuotere completamente i pilastri della saccenza umana, spesso sgretolandoli.
In questi anni la Castelvecchi Editore ha riproposto vari saggi del professore ( “Horror Pleni”, “Conformisti”, “Fatti e Fattoidi”) e da domani in libreria si potrà trovare il suo “IRRITAZIONI. Un’analisi del costume contemporaneo”, sempre curato da Massimo Carboni.
Un libro che finalmente dichiara ogni disgusto di questo grande maestro del gusto, ogni insofferenza verso le nevrosi e i sistemi di questa nostra società ipermodernista (dalle scelte cromatiche a quelle di costume, come il Grunge).
Dorfles inoltre è un grande uomo di stile che ci ha colpito con le sue risposte durante una brevissima intervista su gusto e gusti, misurato nel vestiario (Rispondendo sull’Eccesso: “Lei ha messo una camicia bianca, molto neutra, con una cravatta eccentrica ma non eccessiva, questa è dimostrazione di un buon gusto, a differenza di molti che non sanno moderarsi.”), amante del vino rosso, soprattutto il Nero d’Avola e il Cannonau (Rispondendo sui piaceri del buon bere: “Non credo che ci sia altro vino se non quello rosso, corposo, con una grande gradazione alcolica.”) e con piccoli vezzi dandy (alla domanda sulla sua scelta dei suoi calzini meravigliosamente naif, ha risposto sorridendo “Questi? Una piccola vanità. Piccola e misurata”) che lo rendono un intellettuale unico.
Il 12 aprile sarà il centesimo compleanno e a questo maître à penser non poteva non andare il nostro pensiero migliore.
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