Le conseguenze, là nella terra delle stregonerie, saranno un po’ più rocambolesche di un brutto voto e una sgridata, soprattutto nel caso in cui la parola che proprio non si riesce a ben ricordare sia proprio quella chiave di un incantesimo, che in quanto tale può far sparire, apparire o trasformare chissà cosa in chissà chi…
Ma, in fondo in fondo, oltre le sorprese e le risate, i colori vivaci delle grandi e buffe illustrazioni, ciò che salta subito agli occhi, nell’albo “Ginevra e la formula magica” di Carolina D’Angelo e Francesca Assirelli (Giralangolo), è quanto l’universo fantastico raccontato non sia poi tanto diverso dal nostro.
Perché, si sa, l’immaginazione infantile è di certo la più potente delle magie!
Il papà e la mamma di Ginevra, maghetta simpatica e impertinente, hanno fatto un bel viaggio. Una luna di miele, ovviamente magica, ché tutti i genitori hanno bisogno ogni tanto di un po’ di svago e intimità.
Ma al ritorno – ahimè – prima ancora di scendere dalla scopa volante, si accorgono che la loro amata casa è sparita, che non c’è traccia né della figlioletta né della nonna deputata ad accudirla.
Restano solo delle strane, e alquanto sospette, impronte di zampette di uccelli…
Cosa è accaduto? Al lettore incuriosito viene in soccorso la piccola protagonista che, facendo un breve passo indietro nel tempo, racconta la sua avventura.
Ginevra è come tutti i bimbi e a scuola, no, non ci vuole andare. Ma non perché abbia qualcosa contro lo studio delle pozioni, o non le piaccia la compagnia dei suoi amici streghette e streghetti.
No, affatto, il problema è…la nonna! Che ogni mattina con un colpo di bacchetta magica muta i vestiti della bambina secondo i suoi gusti.
E chi andrebbe volentieri in classe agghindata da strega del 300? E meglio non va nemmeno con quella del 500 che per giunta ha anche gli abiti tutti bruciacchiati.
E così tra un “Abracantabria”, un “Abracalabria” e addirittura un “Ambradarabia” se ne vedranno delle belle.
Una serie di guai che finiranno per coinvolgere anche la nonna fino a delineare la perfetta spiegazione al mistero iniziale.
Un albo divertente e frizzante, spiritoso e ricco di brio.
In perfetta sintonia, testo e immagini contribuiscono a tracciare una storia spumeggiante e gaia, animata da gustosi particolari, venata di infantile e deliziosa irriverenza.
Un racconto che trasponendo situazioni note ai piccoli in una dimensione fiabesca e irreale riesce a divertire e, allo stesso tempo, permette immedesimazione e coinvolgimento.
I genitori che partono per un viaggio lasciando i figli ai nonni – o ad un’altra figura di riferimento -, il sottile malcontento che ciò può generare nei piccoli, il fastidio per i grandi che pretendono di decidere tutto per i bambini, perfino l’abbigliamento, la tenera confusione che i più piccini creano – sempre in buonafede – quando si gettano in un’impresa pur sentendosi sicuri e spavaldi, l’indulgenza e la comprensione che alla fine mamma e papà hanno verso le azioni dei figlioletti…sono tutti aspetti della vita quotidiana che in ogni famiglia si vivono e si sperimentano.
Vive dei loro tanti e accesi colori, ora più netti ora più sfumati, movimentate, capaci di scegliere e prediligere punti di vista originali, che mettono sotto il riflettore la dimensione bambina nelle sue pose e nelle sue azioni.
Semplici e buffe ma di mano attenta, irriverenti e scanzonate, in perfetto equilibrio con il testo che sovente cambia forma, stile e dimensione, si pone in movimento, si contamina con le figure, le segue, allegro, nelle loro curve e nei loro balzi.
(età consigliata: dai 4 anni)
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