Ginevra ritrasse la mano, come se avesse toccato una superficie incandescente. Si avvicinò al lavandino. Sulla mensola trovò il suo dopobarba e il deodorante. Della stessa linea. Li annusò entrambi: una fragranza legnosa, vibrante di note agrumate e dalla freschezza ghiacciata di menta.
Si specchiò e vide il proprio volto accesso, gli occhi brillanti, sapeva come si sarebbe conclusa la serata.
Voleva, anzi, che si concludesse nell’unico modo possibile e giusto.
Si lavò le mani con cura e se le asciugò usando l’accappatoio di lui: un gesto inopportuno, di intima trasgressione.
Uscì dal bagno e guadagnò quella che era allo stesso tempo cucina e sala da pranzo.
Trovò Riccardo intento a finire di preparare ciò che, stando all’odore, doveva essere una deliziosa carbonara.
«Fotografo, motociclista e cuoco. Praticamente da sposare!» ironizzò Ginevra mentre si avvicinava pericolosamente a lui.
Riccardo finse di essere tranquillo, quando in realtà non aveva fatto i conti con l’effetto che la presenza di lei, in casa sua, avrebbe comportato.
tratto da LA LOCANDA DELLE EMOZIONI DI CARTA
di Viviana Picchiarelli
a cura di Costanza Bondi