AAA cercasi palestra dove allenare giovani promesse della ginnastica artistica. Ad Alessandria o zone limitrofe, no perditempo, solo se realmente interessati. L’associazione sportiva Alexandria da due anni non ha più una casa. O meglio, ce l’ha solo per il minimo sindacale dei corsi di ginnastica che organizza. Ma di un luogo dove poter allenare a livello agonistico giovani ginnaste (dagli 8 ai 16 anni) non se ne parla. Silvia Tartara, l’insegnate, non sa più a che santo votarsi. Lei, che quando stava a Brescia era nel team di allenatori di campionesse mondiali (Valentina Ferrari) e olimpioniche (Francesca Morotti, Atlanta 1996), ad Alessandria ha trovato solo porte chiuse e spogliatoi sbarrati, da quando la palestra che ospitava lei e le sue allieve ha terminato l’attività.
Dal maggio 2010 fa pochissime ore di lezione, giusto per qualche corso di base inserito nel calendario delle attività, tra gag e spinning. Molte promesse delle parallele sono “migrate” a Novi Ligure, in un’altra associazione in cui poter allenarsi con continuità. Altre hanno preferito smettere. Gli attrezzi per gli esercizi sono rimasti in un garage, in attesa di essere fissati, chissà dove. Tartara in questi anni ha scritto ai giornali, incontrato assessori e parlato con tante persone per cercare una nuova “casa” alle atlete che, nonostante tutte le peripezie, hanno raggiunto buoni risultati ai campionati regionali e nazionali (come Irina). Giovani che non riescono ad allenarsi e quindi a migliorarsi per mancanza di spazio. E’ la triste realtà degli sport minori. ”Sono amareggiata, demotivata, affranta da tutta questa gente che snobba lo sport”, dice Silvia Tartara, “che predica valori da trasmettere ai giovani per il puro scopo di accaparrarsi dei voti”, conclude.
Un buon posto sarebbe la palestra dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco, ma non è stato raggiunto un accordo con il Laboratorio Sociale che l’autogestisce: “Gli attrezzi che ho in garage non danno fastidio, useremmo la palestra nelle ore libere”, spiega l’insegnante. Ma Mattia, referente della Polisportiva Antirazzista Uppercut ci vede qualche problema in più: “Hanno bisogno di tanto spazio, e non siamo riusciti a trovare una quadra organizzativa”. Fa capire comunque che lo spazio autogestito non è aperto a tutte le associazioni. Le attività sono svolte dall’interno, in una logica di compartecipazione di idee sociopolitiche, in primis.
La palestra, quindi, non si trova.