Ritorna, dottor Caligari è la prima raccolta di racconti pubblicata da Donald Barthelme e quando uscì, nel 1964, i critici dissero che era un’opera senza capo né coda, senza oggetto, senza carattere, senza trama.
Si nota come Barthelme già allora pensasse di poter scrivere sulla scia di Joyce e Samuel Beckett e intendesse la scrittura come un mezzo per fare arte e non per sovvertirla.
Certamente era in anticipo sui tempi perché il suo modo di scrivere influenzò (e non poco) tutta una generazione di post-postmoderni.
Vale il prezzo del “biglietto” quest’opera prima edita in Italia da Minimum Fax e tradotta (molto bene) da Claudio Gorlier.
Donald Barthelme sarà ricordato per aver spinto il racconto ai suoi estremi limiti sperimentali, ma anche per la bellezza poetica della sua scrittura.
Stupefacente è la sua capacità di trasformare l’assurdo e lo strano in reale, di suscitare emozioni nel lettore (quando ho letto il finale di The Balloon, per esempio, mi sentivo come se qualcuno mi avesse dato un pugno nello stomaco e non riuscivo a capire esattamente il perché), anche se raramente è di facile lettura.
I suoi racconti sono così incredibilmente vasti, articolati, multiformi, e discordi che la loro lettura può paragonarsi a qualcosa di molto simile a un’immersione in una caverna sottomarina. Qualcosa che richiede un’intensa concentrazione. Un’esperienza ardua, faticosa, tormentata a cui non ci si può sottrarre.
RedBall Project è un progetto artistico di Kurt Perschke ispirato a The Balloon di Barthelme: