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Giocare d' Azzardo di LaVyrle Spencer

Creato il 24 ottobre 2011 da Junerossblog
Direttamente dalla scrivania di Noco.
Giocare d' Azzardo Di LaVyrle Spencer
Harlequin Mondadori/Collana: Bestsellers/1990
Genere: Western, 1880

TRAMA:

Giocare d' Azzardo di LaVyrle Spencer
Agatha, esile, malinconica e chiusa in sé stessa, vive nel ricordo di un passato che ha segnato la sua vita. I lunghi anni di solitudine, però, non l'hanno inacidita, anzi hanno affinato la sua sensibilità e solo assopito la sua femminilità. Scott, ex giocatore d'azzardo, alto e atletico, affascinante quanto irriverente, nasconde un cuore tenero e una vulnerabilità insospettabile. Durante la guerra tra nordisti e sudisti è stato colpito negli affetti più cari. Un uomo e una donna che, nel Kansas del 1880, dapprima acerrimi nemici, diventano, poco alla volta, grandi amici. La dolce innocenza di un bambino apre i loro occhi e i loro cuori e, grazie all'amore che li unisce, Agatha e Scott supereranno ogni pregiudizio e difficoltà.

Stanchi della solita minestra?
Tranquille non vi sto proponendo qualche surrogato surgelato di ultima generazione, ma un bel romance di atmosfera western.
Sto parlando di Giocare D’azzardo.
In mezzo a vampiri, duchi, mutaforma e guerrieri medioevali, perché non staccare con qualcosa di diverso? Io sono del parere che un cambiamento ogni tanto serva, non ci si stufa e si evita la, altrimenti inevitabile, saturazione da Romance.
Siamo nel polveroso Kansas, nel 1880, sulle ceneri della guerra tra Nord e Sud. Periodo che non ho mai amato particolarmente, ma che qui viene dipinto con profondità colore e verosimiglianza storica sorprendente. Troviamo ex schiavi, mandriani, ballerine, giocatori d’azzardo, cercatori d’oro, ma anche religiosi, puritani, bigotti e fanatici . In questo variegato ambiente sta nascendo il proibizionismo, un estremo nato da buone intenzioni, ma sostenuto dal fanatismo.
I personaggi secondari, come ho detto, sono molteplici, concepiti armonicamente l’uno con l’altro, e si muovono in perfetta sincronia, senza mai una sbavatura o una stonatura. L’autrice ha la rara capacità di descrivere in modo da proiettare una figura vivida, vera, che “salta fuori dal libro”, dipingendo in poche parole caratteristiche fisiche che corrispondono ad un preciso carattere e ruolo nella storia. Abbiamo, per esempio, una protagonista che nelle prime scene si dirige, sorretta dalla rabbia, a passo di marcia verso il nemico:
…“vestita di grigio portava i capelli acconciati severamente in una crocchia che sembrava dovesse provocarle un perenne mal di testa. Le uniche tracce di colore in lei erano la chiazze rosate sulle guance “…
Mentre alla fine la ritroviamo tranquillamente:
…“seduta su un basso sgabello fra file di basilico e angelica, con il sudore che le macchiava le ascelle, i capelli scomposti e un segno di sporco sul mento”…
Già soltanto con questi pochi cenni, si può visualizzare il cambiamento interiore profondo intervenuto in questa donna. Ad uno sguardo distratto può apparire fragile, ma, in realtà, ci troviamo di fronte un vero portento! E’ zoppa eppure va spedita dritta alla meta, è intelligente, coerente, buona, altruista; è una donna forte che conosce i propri limiti, che ha un rispetto assoluto per le persone e per la loro interiorità, indipendentemente da chi siano e che cosa facciano per vivere: ha una sensibilità unica e speciale. E poi decide di partecipare alle proteste dei proibizionisti. Perché pensa sia giusto, perché si sente chiamata in causa, perché lei in prima persona ha sofferto per un padre alcolista. Si ritrova, suo malgrado, trascinata dagli eventi, a capo dei sostenitori della legge sul proibizionismo nella sua città. Ma questa zitella trentacinquenne ha la capacità di mettersi in discussione e capirà che la protesta, così strutturata, ha dei limiti, non risolverà i problemi, ne creerà altri. Si focalizzerà su cose più importanti, come affetto e amicizia di persone vere, che sanno amare disinteressatamente, nonostante, apparentemente, siano dalla “parte sbagliata”. Proprio loro sanno guardare oltre la sua immagine, al di là della sua menomazione e diventano, pian piano, la sua famiglia: le staranno vicino e la sorreggeranno in momenti difficili, senza chiedere niente, senza compatirla, ma semplicemente amandola.
A capo di questa famiglia troviamo Scott, il proprietario del saloon contro il quale inizialmente si scaglia la protagonista, contro cui parte la protesta.
Che eroe, ragazze!!! Bello, dentro e fuori, un po’ mascalzone, ma solo all’apparenza: ex figlio di latifondista ricchissimo proprietario di una piantagione di cotone , ex soldato, ex giocatore d’azzardo, non esita di fronte a niente e si dedica ad un’attività redditizia come l’offerta di alcool, ragazze e tavoli verdi. Ma sarà veramente così cinico? Il suo scopo sarà solo accumulare denaro?
In realtà scopriremo che quest’uomo ha sofferto: la vita gli ha sempre offerto molto, ma è stata puntuale a toglierglielo, eppure, con il vero spirito americano che gli scorre nelle vene, in mezzo alle difficoltà, rialza sempre la testa, si reinventa, sfrutta le sue risorse e trascina al successo tutti gli amici meno fortunati, che mano mano si sono “uniti a lui”, di cui si è fatto carico e verso cui si sente ormai responsabile. Non gli manca niente, tranne l’amore vero, ormai da tanti, troppi anni. Non cerca neppure più ritrovarlo, si accontenta dell’amore famigliare, quasi cameratesco, che si è consolidato con il tempo, tra lui e i suoi amici. Ma ha una ferita tanto profonda che sembra impossibile da sanare. Eppure, quando si presenterà l’occasione, sarà capace, con umiltà ed intelligenza, a riconoscerla, ad accettarla e poi saprà costruire i presupposti per conquistare la donna che ha scoperto di amare. La corteggerà con correttezza e delicatezza, romanticismo e dolcezza, facendola sentire unica ed importante, bella ed intelligente.
Questo romanzo ha uno stile fresco, frizzante, scorrevole, e, a tratti, spiritoso, che cattura fin dalle prime pagine. Eppure è toccante e profondo: affronta temi importanti, quali guerra, schiavitù, emarginazione sociale, con delicatezza. Ci si ritrova a riflettere, senza neppure accorgersene. E’ scritto in modo elegante, non aspettatevi scene hot, o riferimenti espliciti: sotto questo aspetto è molto “vecchio stile”, ma trasuda sensualità, amore, romanticismo e buoni sentimenti (mai buonismo!!!) da ogni pagina. Ci sarebbe tanto materiale per farci un telefilm a puntate, eppure quando l’ho terminato avrei voluto continuare a leggere. Insomma non ringrazierò mai abbastanza la persona che me lo ha prestato e assolutamente lo consiglio, se riuscite ed avvistarlo, vista la scarsa reperibilità sul mercato dell’usato.
E se ve lo ritroverete in mano date uno sguardo attento alla raffinata, seppur della vecchia scuola, copertina e ditemi se non le vorreste tutte così…
Noco
Giocare d' Azzardo di LaVyrle Spencer
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