L’isola di bestierare, Jack Prelutsky, Peter Sís, Giusi Quarenghi – 2012, Edt Giralangolo
Prima di qualsiasi altra osservazione in merito a L’isola di Bestierare devo necessariamente considerare la traduzione di Giusi Quarenghi, che, giustamente, viene definita “versione italiana”, giacché il lavoro fatto dalla traduttrice è effettivamente di riscrittura; una riscrittura che immagino faticosa e impegnativa il cui risultato, però, è raffinato e brillante.
Le poesie di Jack Prelutsky sono, infatti, complesse, per la realizzazione non per la fruizione, giacché nascono da giochi di parole, o meglio, dall’incrocio di due parole a crearne una nuova. Questa nuova parola, che nasce dall’incrocio di un animale con un vegetale, dà vita a una nuova specie vivente, a una bestia rara, per l’appunto, sulla quale si innesta di volta in volta una poesia che è una storia.
L’isola di bestierare, Jack Prelutsky, Peter Sís, Giusi Quarenghi – 2012, Edt Giralangolo
Alla volta dell’isola di Bestierare salpano due bambini, ma sul loro skateboard c’è posto per un altro passeggero. E qui, esattamente in questo invito palese, che ristà la profonda bellezza di questo albo illustrato: quell’incoraggiare a fantasticare e creare che è, o dovrebbe essere, fulcro e motore di qualsiasi libro destinato all’infanzia.
Ci sono le Pescammelle, eleganti nel passo pur sulla sabbia bruciante; ci sono gli Ippofunghi, piuttosto ingombranti che preferiscono stare sempre nello stesso posto, beati e in tranquillità; c’è la Rinocerosa, affascinante, profumata, meravigliosa. Alla regola animale/ortaggio o frutto sfuggono solo il Ghepastruzzo, le Pappalontre e il Cardinaltonno, maniaco della velocità il primo, chiacchierone le seconde e con seri problemi con l’umidità l’ultimo.
L’isola di bestierare, Jack Prelutsky, Peter Sís, Giusi Quarenghi – 2012, Edt Giralangolo
Le illustrazioni di Peter Sís sono ricche in dettagli: i cieli sono composti da centinaia di piccole linee e così i mari; la terra è un trionfo di punti; le piume e i manti delle bestierare un intreccio fitto di righe e quadretti in cui si direbbe che il nero la faccia da padrone. In realtà le tracce scure non fanno che sottolineare i colori tenui ma brillanti che rimangono tali anche quando le espressioni sono cupe o pensose.
L’isola di bestierare, Jack Prelutsky, Peter Sís, Giusi Quarenghi – 2012, Edt Giralangolo
La quarta di copertina riassume per mezzo di icone tutte le bestierare dell’isola: un avocado più un dodo crea un avocadodo; un rinoceronte più una rosa crea una rinocerosa… e qui la parola passa ai piccoli lettori che potranno creare decine e decine di nuove bestierare (per non dire infinite) e con esse nuove storie, sempre diverse, stavolta non rare, bensì uniche. L’invito è chiaro ed è accolto con entusiasmo dai piccoli lettori ben felici di abbandonare la via prescritta dell’ordine razionale delle cose per perdersi in un’avventura (con tanto di mappa alla mano) che è fantastica ma paradossalmente arricchita da una logica profonda e scientifica che presume una conoscenza concreta degli esseri che si incrociano oltre a una capacità di astrazione profonda della quale i bambini sono abbondantemente provvisti.
Titolo: L’isola di bestierareAutore: Jack Prelutsky, Peter Sís, Giusi Quarenghi
Editore: Edt Giralangolo
Dati: 2012, 32 pp., 13,50 €