Kiroflessioni
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costume e società
Ricordo il passo svelto di mia madre la mattina presto, in un orario che io ho scoperto solo tanti anni dopo quando dovevo prendere il treno per andare all’Università, le piante dei suoi piedi si attaccavano e staccavano dalle suole delle ciabatte producendo un rumore particolare, una specie di strappo, dolce e leggero, piacevole da ascoltare nel dormiveglia, per anni ho provato a riprodurlo senza successo, ma è un suono dell’infanzia, come uno di quei suoni che i satelliti ci mandano dal profondo dell’universo, possiamo ascoltarli, ma non esistono più. Quando mi svegliavo sul mio letto già c’erano vestiti e grembiule, ancora in pigiama entravo in cucina strofinandomi gli occhi assonnata, la mia colazione era a tavola, pentole con il pranzo ribollivano, e mia madre vestita per uscire tra un giro di cucchiarella e un piatto da lavare mi esortava a sbrigarmi, dopo una mezz’ora tra minacce, spazzolini da denti, trucchi e spazzole eravamo in macchina io verso la scuola, lei verso il lavoro…
E mia madre non era un'eccezione allora e non lo sarebbe nemmeno adesso, è una realtà… le donne sono, per usare un termine caro all’era moderna, multitasking, rientrano a casa con i tacchi a spillo dall’ufficio, capelli in alto e via con le fettine panate, bagnetto ai bambini, ninna nanna, poi stendono i panni, piegano i calzini e alla fine vanno a dormire, pensando al pranzo del giorno dopo che organizzeranno la mattina prima che tutti si sveglino…
Data astrale 2014 e, siamo ancora a questo punto?! Ora, a vostro avviso, è una scelta? Quale essere vivente si metterebbe in una situazione del genere? Eppure, le donne lo fanno costantemente e, spesso, non riuscendo a fare tutto come vorrebbero, condiscono questo frullato di vita con una spolverata di sensi di colpa. Ma la colpa di chi è? Nell’attuale società le donne sono icone a seconda dei casi di bellezza, di maternità, di lavoro… e su di loro le aspettative sono sempre maggiori, qualche esempio? Nessuno si lamenta se un uomo passa troppe ore fuori casa per il lavoro, “lo fa per amore della famiglia” se si tratta di una donna “è una madre poco attenta e ambiziosa”, ma se non lavora “è una scansafatiche! Di questi tempi non si può fare la casalinga a tempo pieno se non si ha un marito che fa il dirigente”. Quindi, riassumendo, non lavorare, anzi lavora poco, ma non troppo poco… e voglio sorvolare sulla questione sesso perché credo conosciate tutti la storica differenza fra puttane e puttanieri. Ecco a vederla dall’esterno le donne si sono imbrigliate in un bel casino e non ne escono, perché la collaborazione maschile è falsa come i soldi del monopoli, si dichiarano moderni disposti a comprendere le donne moderne, ma la realtà è che sono programmati per essere MASCHI e ad un certo punto rinfacceranno il minestrone che hanno preparato e i panni che hanno steso. Ora io lo so che ci sarà qualcuno che starà leggendo e penserà che sono tutte generalizzazioni, ovviamente senza usare un po’ di categorie diventa difficile parlare di certi argomenti, ma è evidente che abbiamo un problema. Siamo inseriti tutti in un immenso gioco di ruolo universale e nessuno, dico nessuno, riesce a cambiare il proprio personaggio, al massimo lo fa evolvere con il risultato che si sommano le incombenze vecchie e quelle nuove… un affarone! Ciascuno di noi, uomo o donna che sia, passa la propria vita cercando di compiacere qualcuno e sperando di non deludere le aspettative, ma come diceva Lucio Dalla “l’impresa eccezionale è essere normale” essere se stessi anche quando è poco di moda. Vuoi fare la casalinga e basta? Fallo e fregatene di chi avrà da ridire sul fatto che le donne nel ventesimo secolo devono avere una vita autonoma. Vuoi fare il manager? Fallo e fregatene di chi dirà che le donne votate alla carriera sono scimmiottamenti degli uomini e quando saranno vecchie si pentiranno di non aver voluto la famiglia.Vuoi essere donna? Fallo e fregatene di chiunque voglia spiegarti cosa voglia dire e cosa sia giusto fare. Se vuoi leggi anche LA GUERRA DELLE MICRO MACCHINE
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