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Giochino di Ody, quarta settimana: Ciò che rende bella la vita - CINEMA

Creato il 26 giugno 2013 da Vidi

(le foto della sala del cinema Giordano e delle sue due maschere storiche - quello a sinistra è uno zio di mio marito- sono prese dal sito Avellinesi.it)
Giochino di Ody, quarta settimana: Ciò che rende bella la vita - CINEMADi che volete che vi parli, dei film di Totò, delle commedie all'italiana, dei vari Don Camillo mandati a memoria con papà per darci la battuta l'uno con l'altro?
O dei pomeriggi d'estate alle 3, primo spettacolo al cinema Eliseo, in genere cartone animato della Disney. In tempi in cui l'aria condizionata non c'era da nessuna parte, l
a sala era magicamente fresca e accogliente mentre fuori c'era la canicola. Naturalmente ci andavo di nascosto, con la scusa di andare dalla mia amica, ma quello stare quasi  da sola a godermi lo spettacolo (c'erano pochi matti come me a quell'ora, soprattutto se erano cartoni) mi faceva sentire una privilegiata.

O volete che vi parli del cinema Umberto? Quello col tetto che si apriva e nelle sere estive avevi il doppio spettacolo: il film sullo schermo e le stelle per aria.
O dell'audio che saltava e della pellicola che si bloccava sempre sul più bello?
O dei personaggi storici delle sale

Giochino di Ody, quarta settimana: Ciò che rende bella la vita - CINEMA
 cinematografiche avellinesi, dagli operatori che conoscevamo tutti per nome alla maschera che non ci accompagnava nel buio della sala perché noi ragazzi spesso non avevamo manco tutti i soldi per i biglietti (e quante volte pagavamo in 5 e si entrava in 6 o 7...) figurarsi per la mancia.
O volete che vi parli del gelato comprato tra un tempo e l'altro che aveva sempre lo stesso sapore quale che ne fosse il gusto; o del fatto che si entrava al primo spettacolo alle 3 e, se il film era bello, rimanevi fino a sera a rivederlo.
O volete che vi parli dei film visti dalla fine, entrando nel secondo tempo e rimanendo in piedi, con la speranza che quelli della fila vicino a cui stavamo se ne andassero e ci lasciassero il posto.
O volete che vi parli dell'attesa per  Natale e Pasqua, quando nei quattro cinema di Avellino arrivavano i film di prima visione e venivano persone anche da Napoli a vedere le novità in anteprima e a prezzi più contenuti.
O volete che vi parli della scomodità delle sedie di legno che sfilavano le calze a noi giovani fanciulle, motivo per cui si cercava di andare sempre o al cinema Giordano, che aveva le poltroncine in velluto rosso, o al Partenio, ma solo in sala, perché su in galleria oltre che di legno i sedili erano pure stretti.
O volete che vi parli del coro di 'Altrimenti ci arrabbiamo ' cantato come portafortuna per il corso la mattina degli esami di stato insieme alle mie amiche del cuore: 'Bo-bombombo-bombombo... lalalalalalla...lalalalalalla...'
O volete che vi parli del film visto pochi minuti prima che il terremoto del novembre 1980 ci tagliasse le radici?
Tornatore ha raccontato benissimo tutto quello che potrei raccontarvi io: fatevi trasportare dalla musica e non vi serviranno i miei ricordi per capire cos'è stato il cinema per la piccola Italia della provincia che fu. 


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