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Gioco a tre in Algeria: i due Bouteflika e i Servizi Segreti

Creato il 30 settembre 2015 da Maria Carla Canta @mcc43_

- La faida del Presidente e del generale

- Sonetrach2: terremoto nel clan Bouteflika

- Chi sparò nel compound di Zeralda?

- Saïd Bouteflika, fratello e ombra

- Il domani dell'Algeria

Il presidente che non appare più in pubblico, licenzia il generale che non è mai apparso in pubblico... l'assurdità di un potere che si cela, che si può solo intuire dalle tracce elusive che i fatti, pur ben manovrati, non riescono del tutto a nascondere.

La faida del Presidente e del generale

Il presidente dell'Algeria AbdelAziz Bouteflika, per tutti Boutef, è in condizioni di salute che lo rendono inabile alla funzione, tuttavia in suo nome viene fatto uscire di scena il generale Mohammed Mediene, detto Toufik, capo dell'intelligence militare, uomo che gli aveva creato e poi ostacolato per decenni il suo destino da autocrate . In Mohammed Mediene, chiamato anche a mezza voce "dio dell'Algeria", la persona, la funzione e la struttura che ha diretto per un quarto di secolo si confondono in una sola entità che ha attraversato la guerra e le peggiori crisi politiche dell'Algeria. Di lui si conoscono a malapena le fattezze e alcuni flash biografici. Dopo la scuola del KGB, nel novembre 1990 diventa il padrone del servizio segreto, il DRS, Département du renseignement et de la sécurité. Nel 1992 "partecipa" al colpo stato che annulla l'esito della prima tornata elettorale vinta dal Fronte islamico di Salvezza (immediata persecuzione degli islamisti e inizio della sanguinosa guerra civile). Nel 1999 è "fra" coloro che chiamano Bouteflika a dirigere il paese e da quel momento, più o meno evidente, si srotola la loro faida. Il presidente vuole affrancarsi dal controllo dell'esercito e il generale vuole assicurarsi il potere di continuare a scegliere i presidenti, così che nessuno intralci il DRS nel fare e disfare senza rendere conto.
Sonatrach è l'ente petrolifero nazionale e altresì una continua fonte di scandali. Un' per corruzione del 2009, promossa dal DRS, colpisce il vertice dell'ente e altresì il governo obbligando alle dimissioni il ministro dell'energia Chakib Khelil, uomo ­chiave dell'entourage del presidente Bouteflika, con l'accusa di corruzione.
L'inchiesta si allargherà arrivando in Italia per far tremare anche la dirigenza dell'Eni e la Il 2013 è l'anno chiave per la lotta di potere. Il clan presidenziale è con le spalle al muro.
A conti fatti, in poco più di un anno dalle accuse (equivalenti al terrorismo) al generale Hassan nel febbraio 2014, al pensionamento di Toufik il 13 settembre 2015, passando per la promozione del fido Saleh alla Difesa, la Presidenza ha assunto il controllo totale delle forze armate e dell'intelligence. "In un anno, Il DRS ha perso il potere di polizia giudiziaria - che permetteva di indagare sui casi di corruzione - l'intelligence dell'esercito e della presidenza, oltre a un centro di comunicazione." scrive JeuneAfrique. Così, ogni pendenza giudiziaria sulla corruzione Sonatrach che vedeva coinvolto il clan di amici e parenti di Bouteflika scompare sotto la sabbia; se molti algerini definiscono il DRS una "mafia", giudizio non molto differente sembra potersi dare dei vertici politici. Con lungimiranza, nel 2006 il presidente Bouteflika aveva emanato una legge che gli dà carta bianca sul licenziamento del personale militare. Il 13 settembre 2015 se ne è servito. Il decreto del malandato Boutef, "ammette alla pensione" Toufik e a capo del DRS nomina "Bachir", soprannome di Athmane Tartag, suo personale consigliere alla sicurezza. Perché?

Sonatrach2: terremoto nel clan Bouteflika

"MFA Algeria Desk Officer Anne-Claire Legendre riferisce che il velo di segretezza che avvolge il presidente Abdelaziz Bouteflika ha ostacolato i tentativi francesi di comprendere il suo piano per la successione. [...] Oltre alla preferenza per segretezza e discrezione, i fratelli Bouteflika possono avere un altro motivo per nasconderlo: la costruzione del consenso delle élite algerine che rimangono sospettose del tentativo di "personalizzare" la presidenza. Gli algerini percepiscono nel loro paese un carattere rivoluzionario, piuttosto che di successione dinastica. Un approccio tipo "culto della personalità" per la presidenza è estraneo alla tradizione politica algerina; essi hanno di se stessi un'idea superiore che i loro vicini nord africani, Marocco, Libia, Tunisia e Egitto, i cui leader tutti sembrano determinati a garantire che un parente diventi il successivo capo di Stato. Così, quando Abdelaziz spinse il Parlamento a riformare la costituzione nel novembre 2008 per consentirgli di correre per un terzo mandato, gli algerini sono stati "scioccati" da ciò che percepivano come la "personalizzazione" della presidenza. "
Il report prosegue ricordando il fallimento di Boutef nell'istituire la figura del vicepresidente e insediarvi il fratello a causa dell'ostilità del DRS che in questo vedeva, di fatto, una successione prestabilita.

Fra i nomi emersi con l'indagine per corruzione compare sui media quello di , uno dei molti fratelli del presidente.
Poco dopo, fine di aprile, Boutef è colpito da ictus, ricoverato, dimesso a fine luglio in cattive condizioni: sparuto e afono, in sedia a rotelle.
Fino al giorno dell'ictus non aveva espresso l'intenzione di candidarsi per la quarta volta alla presidenza, ma ora la famiglia è nel panico. Fioccano mandati di cattura, anche internazionali come per l'ex ministro Khelil e la sua famiglia, fuggiti in America, che aggiungono alla corruzione le accuse di riciclaggio e fuga di capitali.
Saïd non transige, respinge a nome del fratello - di cui è ormai l'interfaccia con il mondo e si mormora firmi talvolta i decreti al posto del presidente - il consiglio di dar corso a una transizione di potere immediata e senza chiasso. Vuole che si dia inizio alla scalata del quarto mandato.
Il capo di stato maggiore Gaed Salah corre a giurare fedeltà al presidente, "nessuno ti toccherà fino che ci sono io, noi siamo due mujaidin" e questo è un passaporto. Subito fuori dal il delegato alla Difesa, si crea per Salah una posizione da "vice-ministro della Difesa" che egli somma a quella di capo dello stato maggiore. Uno sbrego nella carta costituzionale.
Toufik avversa la quarta candidatura ma è solo. Salah ha avviato le epurazioni nel DRS, tranciato servizi importanti, a cominciare proprio da quelli incaricati dell'indagine Sonatrach. L'oligarchia finanziaria sborsa somme spropositate per la nuova campagna elettorale di un presidente che non compare più in pubblico e, magicamente, sui siti web francesi si moltiplicano le accuse sempre più gravi contro il DRS. Il Ministero della Difesa non prende posizione, al contrario: continua a pensionare uno dopo l'altro dirigenti di centri nevralgici del dipartimento. All'ultimo, due mesi prima delle elezioni, l'uomo di fiducia di Toufik, il generale Abdelkader Aït-Ouarab, detto Hassan, vecchia gloria della lotta antiterrorismo, viene di organizzazione di banda armata e detenzione di armi pesanti. Sono crimini che prevedono la pena di morte .

"[...]nel febbraio 2011, in piena primavera araba, la Stratfor comunica ai suoi analisti la delicatezza della situazione algerina. "Le agitazioni potrebbero essere sfruttate dai membri delle élite al potere. Stiamo prestando particolare attenzione alle ragioni del capo dell'intelligence, il generale Toufik Mediène, che sembra bloccato in una battaglia per la successione con il presidente".

Chi sparò nel compound di Zeralda?

"In Algeria l'elemento ISIS è in netto disavanzo rispetto all'elemento AlQaeda. Io credo che ora come ora possiamo parlare di un numero massimo di 50-70 persone che fanno parte della Wilaya al-Jazair. Per di più non credo abbiano una base unica, sono delocalizzati. Alcuni a Skikda, alcuni sulla Djourdjura, alcuni nell'Erg. Anche il livello di avanzamento del brand dello Stato Islamico è indietro. La wilaya [L'ossessione per la segretezza, la stretta alla stampa non allineata, come il quotidiano El Watan, la pratica delle dichiarazioni a scopo di depistaggio dai reali accadimenti, la superficialità dei media internazionali che dell'Algeria comprendono poco rendono impossibile prevedere verso quale futuro sia avviato il paese. E' proprio da El Watan che si ha la descrizione del presente come presupposto dell'impenetrabilità degli eventi a venire. "L'instaurarsi della crisi petrolifera e l'avvio dell'erosione della rendita da idrocarburi iniziano a porre gravi preoccupazioni sulla stabilità politica e sociale. Sommovimenti al vertice dello stato, lotte intestine a livello dirigenziale, diffusi e palesi antagonismi tra gli uomini di un Presidente, che è assente ... Tanti segni patologici che indicano come la crisi della rendita petrolifera comincia a svilupparsi in grave crisi politica." ndr. provincia] è stata dichiarata, ma non ha ancora fatto arrivare nessun contenuto. Quindi, ben lontana dal poter controllare territori, il rischio è quello di singoli attentati. Anche molto sanguinosi, ma solo attentati. Nessuno state-building"

Dalle elezioni di aprile 2014 Bouteflika esce per la quarta volta presidente (astensionismo elettorale intorno al 60 % !). Sempre assente dalla vita pubblica, nel mese di novembre il presidente è brevemente ricoverato in Francia in tutta segretezza, scortato dalla sua ombra: il fratello Said.
Si arriva al 2015. Boutef dimora abitualmente nel compound di Zeralda, provincia di Algeri, un edificio ex Sonatrach circondato da muri e con imponenti misure di sicurezza.
A luglio, nella notte fra il 14 e il 15 ( o al 16, secondo le fonti) nella villa avviene una sparatoria. Subito dopo due veicoli fuori strada attraversano la città a clacson spiegato prima che il dispositivo di allarme entri in funzione.
Cosa è successo? Un mese di indagini. Una versione ufficiosa: tentativo di intrusione di terroristi, subito coperta da un'altra: sparatoria fra agenti della sicurezza. Di sicuro c'è stato un ferito, non si sa con certezza se Boutef fosse a Zeralda, però indiscrezioni assicurano della presenza del fratello Saïd. Fu un tentativo di assassinarlo? Un colpo di stato abortito? Domande senza risposta, ma da lì sono iniziate nuove epurazioni a onde concentriche: dalla sicurezza interna alla villa a quella del Presidente e, di nuovo, nel DRS, che fa circolare la voce che si sia trattato di un incidente psyop. Un motivo costruito per giustificare epurazioni già decise. Il colpo mortale al potere di Toufik avviene con l'esecuzione del mandato del generale Hassan ai primi di settembre.
Un messaggio chiaro, il cerchio si stringe e Toufik dovrà essere consenziente al proprio pensionamento, comunicatogli la settimana seguente.

Saïd Bouteflika, fratello e ombra
C'è un mistero imbarazzante per un presidente nazionalista che ha rapporti tesi col confinante regno marocchino. Sebbene la famiglia sia d'origine algerina, Boutef e i fratelli sono nati a Ouida, città del Marocco; le biografie del presidente non riportano questo dato, ma il popolo parla di "Clan di Ouida" anche per la tendenza a elargire posti di comando ai compaesani.

Saïd era il piccolo di casa, è nato nel 1957 e il padre muore l'hanno seguente. E' quindi Boutef a fare da educatore, punto di riferimento e patrocinatore politico. Laureato in informatica, è promosso a consigliere speciale del presidente sulle intelligenze artificiali. Nasconde fatti misfatti e affari, propri e del clan, con efficiente segretezza; invalicabile anche dallo spionaggio internazionale, si legge in un cablo dicembre 2009

Il futuro dell'Algeria
Il clan di Ouida vuole insediare Saïd alla morte di Abdelaziz Bouteflika o alla prossima tornata elettorale? Si è assicurato l'appoggio del vice-ministro della Difesa Saleh, del nuovo capo del DSR Tartag, descritto come la continuazione personificata del peggior periodo del DRS. I primi anni '90 quando contro gli islamisti erano normali i metodi extra-giudiziali di repressione. Saïd contare anche sulla Francia e sugli Stati Uniti, che erano allarmati dalla presenza di Toufik. Da del 2013

Sarebbe un cammino agevole quello di Saïd Bouteflika? Contro di lui l'avversione popolare alle successioni dinastiche e l'uomo stesso, che non ispira simpatie. Inoltre l'Algeria ha represso la virulenza del terrorismo, ma non debellato i germi; la decennale legge di riconciliazione nazionale è suscettibile di interpretazioni e un vecchio capo terrorista, Madani Mezrag, dichiara di voler rientrare nell'arena politica.

Oggi terrorismo è sinonimo di ISIS. "Quale rischio rappresenta lo Stato Islamico per l'Algeria?"
Così risponde Marco Arnaboldi, studioso delle relazioni internazionali, esperto dell'Islam politico e deljihadismo, collaboratore dell'

Se non sarà l'onnipresente Saïd, con gli appoggi costruiti e in via di creazione ad assumere la presidenza e imprimere così la "sua" soluzione alla crisi politica, restano due sole alternative, sulle quali influisce la salute di Boutef.
Se riuscirà a portare a termine il mandato, il clan Bouteflika e lo stato maggiore potrebbero accordarsi per mettere alla presidenza un uomo di paglia.
In caso contrario, col vuoto di potere l'entourage potrebbe essere tentato di ridare rispettabilità al regime offrendo al popolo la testa di Saïd Bouteflika, come responsabile di tutti i mali, e mettendo alla presidenza un generale.


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