Gioco d’azzardo patologico: con la ludopatia non si gioca!

Da Dottoressaritamanzo


La ludopatia, ogioco d’azzardo patologico (Gap) è una vera e propria malattia che comporta la dipendenza dal gioco d’azzardo. Si tratta un disturbo psicologico nel controllare gli impulsi e coinvolge il 3% della popolazione adulta (Organizzazione mondiale della Sanità). Quando si parla di gioco d’azzardo non ci si riferisce solo ai giochi da casinò come la roulette o il blackjack ma a qualsiasi gioco che implichi una scommessa come ad esempio le scommesse sportive, i giochi online, le lotterie, il bingo, il lotto, il Superenalotto, le slot machine, i “gratta e vinci”.Per molte persone il gioco d’azzardo è un “luogo” di rifugio, “un’ occasione per costruire una realtà parallela e alternativa alla realtà quotidiana; un luogo mentale, ma anche un luogo dalle precise dimensioni spazio-temporali, in cui rifugiarsi per sentirsi liberi dai vincoli della vita quotidiana, dalle fatiche, dai principi di realtà, la possibilità  di inventare il proprio futuro, di immaginarlo diverso, più ricco, più felice; è lo spazio immaginario in cui poter creare il mondo che si desidera” (G. Lavanco, L. Varveri, 2006).Ma giocare d’azzardo può anche diventare un tunnel  con dei prezzi altissimi da pagare, sia a livello individuale che  sociale. Ciò succede quando il giocatore compie il breve passo dal gioco occasionale al gioco abituale, quindi al gioco problematico e poi a quello patologico. Sono tre i criteri fondamentali che contraddistinguono il gioco d’azzardo:

- si scommettono denaro o altri oggetti di valore- la posta, una volta piazzata, non può essere ritirata- il risultato del gioco è basato sul caso.Secondo il manuale DSM-IV il gioco d’azzardo patologico è caratterizzato da un comportamento ricorrente e maladattivo tale da compromettere le attività personali, familiari e lavorative del soggetto. Tra i criteri diagnostici ritroviamo i seguenti:1.   Il soggetto è eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo (per es., rivive esperienze passate di gioco d’azzardo, valuta o programma lasuccessiva avventura, o pensa ai modi per procurarsi denaro con cui giocare).2.   Ha bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata.3.   Ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre, o interrompere il gioco d’azzardo.4.   È irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.5.   Gioca d’azzardo per sfuggire i problemi o per alleviare un umore disforico (es. sentimenti di onnipotenza, colpa, ansia, depressione).6.   Dopo aver perso al gioco spesso ritorna i giorni successivi per giocare ancora (rincorrendo le proprie perdite).7.   Mente ai membri della propria famiglia , al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo.8.   Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo.9.   Fa affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo.10.ll comportamento di gioco d’azzardo non è meglio attribuibile ad un EpisodioManiacale.Se il soggetto presenta almeno cinque di questi sintomi, viene diagnosticato un quadro di gioco d’azzardo patologico ( DSM IV, 1994).Il ludopata sente un irrefrenabile bisogno di giocare, un'ossessione per il gioco  che comporta continui cambiamenti di umore, passando da un'euforia eccessiva a repentine crisi depressive. Se non riesce a giocare diventa inquieto e irritabile e, proprio come per i tossicodipendenti, può avere delle crisi di astinenza caratterizzate dall’insorgere di tremore diffuso, nausea,  mal di testa.Si tratta di una vera e propria “dipendenza senza sostanze”, che si concretizza nel forte desiderio di provare emozioni legate al gioco e alla scommessa. Il gioco d’azzardo da anche assuefazione, il soggetto fa puntate sempre più alte o più frequenti per continuare a provare le stesse emozioni. Il gioco è un modo per evadere dai problemi o per migliorare lo stato d’animo.Con il tempo il soggetto colpito da “ludopatia” comincia a contrarre debiti e non riesce più a controllare né i soldi persi con le scommesse, né la quantità del tempo trascorso a giocare.Il ludopata non riesce a diminuire o smettere di giocare, nonostante ci provi veramente e quando perde cerca sempre una rivincita finché non riesce a vincere. Ricorre alla famiglia, agli amici o ad altre persone per farsi prestare i soldi che ha perso al gioco ma li rigioca e, talvolta, commette azioni illegali allo scopo di ottenere soldi per giocare o recuperare quanto ha perso.Spesso mente alla famiglia, agli amici o agli psicologi per nascondere quanto denaro ha perso al gioco. Mette a repentaglio i legami che ha instaurato nel corso della sua vita, continua a giocare sapendo che può perdere una relazione di coppia, il lavoro o qualsiasi altra cosa importante.Nella maggior parte dei casi queste persone non si rendono conto di avere un problema, fino a quando cominciano a perdere il lavoro e gli affetti familiari. Solo allora si decidono a chiedere aiuto per uscire fuori dal tunnel in cui sono entrati.I giocatori d’azzardo in genere sono persone insicure, insoddisfatte della vita che conducono ed inclini a problemi psicologici come la depressione. E’ stata segnalata l’elevata incidenza di sintomi depressivi in soggetti che presentano una dipendenza da gioco d’azzardo.Una buona percentuale di soggetti con gioco d’azzardo patologico riporta una ideazione suicidaria e si ritiene che alcuni di essi abbiano tentato almeno una volta il suicidio. Non è ancora del tutto chiaro se la depressione sia una conseguenza della dipendenza da gioco d’azzardo o se il giocatore patologico soffra di un disturbo depressivo.Si tratta di individui che non riescono ad esprimere i propri sentimenti e di solito mascherano la loro insicurezza dietro una facciata aggressiva, competitiva e spesso euforica.

Trattamento del gioco d’azzardo patologicoLe tecniche utilizzate nella terapia del gioco d’azzardo coinvolgono la psico-educazione, le terapie individuali, di gruppo e familiari. La guarigione richiede tempi abbastanza lunghi. Durante il percorso molta attenzione va posta al superare il diniego del paziente e allo sviluppo della motivazione all’astinenza. Si aiuta il soggetto ad affrontare il problema, uscendo dallo stato di dipendenza in cui si trova. I programmi di recupero vengono personalizzati e talvolta svolti in equipe.
                        Dott.ssa Rita Manzo

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