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Gioco..lare con le parole: il linguaggio oltre al parlare

Da Massimo Silvano Galli @msgdixit
Gioco..lare con le parole: il linguaggio oltre al parlare
In queste poche righe ci tenevo ad approfondire un aspetto del disturbo del linguaggio che spesso viene messo in secondo piano rispetto al “parlato” vero e proprio e viene un po’ trascurato dai non addetti al settore. Quello di cui sto parlando sono le cosiddette COMPETENZE METAFONOLOGICHE. Effettivamente il nome appare complicato e spesso, se non viene ben spiegato, i genitori difficilmente possono capire di che cosa stiamo parlando e di conseguenza proporre giochi che possano aiutare il bimbo nello sviluppo di queste capacità.
L’obiettivo che mi sono posta in questo articolo, quindi, è quello di spiegare cosa noi logopediste intendiamo quando parliamo di metafonologia e dare qualche consiglio, qualche proposta o qualche spunto rispetto ad alcuni giochi e attività che possano coinvolgere vostro figlio.
La competenza metafonologica non è altro che la capacità di riflettere sui suoni che compongono la parola indipendentemente dal suo significato: è la capacità alla base della lettura e della scrittura, perché è quella che permette di manipolare la parola, riconoscendo in essa tutti i suoni (o lettere) che la costituiscono e di conseguenza di scomporla e ricomporla a nostro piacimento.
Questa competenza inizia a svilupparsi durante la scuola dell’infanzia, intorno ai 4 e 5 anni: dapprima in modo più superficiale, quindi i bambini spontaneamente iniziano a rendersi conto che le parole sono formate da pezzi (che noi comunemente chiamiamo “sillabe”) e successivamente in modo sempre più profondo, arrivando intorno ai 6/7 anni ad analizzare la stringa della parola in pezzi molto più piccoli, cioè i fonemi, e a capire che questi suoni devono rispettare una sequenza ben precisa.
Non in tutti i bambini queste competenze si sviluppano spontaneamente ed è per questo che è importante stimolarle e rinforzarle, perché sono indispensabili per il futuro apprendimento della letto-scrittura.
Per questo motivo che nell’articolo di oggi ci tenevo a esporre alcuni giochi e attività che tutti noi possiamo proporre ai noi bambini, per aiutarli ad entrare e scoprire il magico mondo dei suoni e delle parole.
• Prima di tutto abbiamo i giochi di divisione in sillabe, che per renderli più divertenti e coinvolgenti possono essere svolti con il pongo (per esempio dividere la palla di pongo in tante palline quante sono le sillabe della parola). L’uso del pongo o comunque di oggetti che il bambino possa vedere e toccare con le proprio mani è importante non solo per l’aspetto più ludico, ma anche perché gli permette di manipolare la parola e trasformare qualcosa di astratto in qualcosa di concreto e visibile.
• Un altro gioco che si può proporre ai bambini è “Indovina la parola”, che consente nel rinforzare le capacità di fusione sillabica (per i più piccoli) e fonemica (per i più grandicelli): in questo caso si propone al bambino la parola già divisa in sillabe (o, eventualmente, in fonemi) e il bambino deve indovinare di cosa si tratta. Ovviamente se queste attività vengono proposte in gruppo oppure come gioco che coinvolge tutta la famiglia, il bambino sarà molto più motivato e partecipe.
• Un’altra attività molto conosciuta ma spesso sottovalutata è il gioco “Arriva un treno carico carico di parole che iniziano con la sillaba/la lettera..”. Questo compito è molto importante perché non rinforza solo le competenze metafonologiche, che in questo caso consistono nel riconoscere il suono iniziale della parola, ma implica anche un lavoro sull’accesso lessicale e sul lessico del bambino, che oltre a ripescare dalla sua memoria parole che iniziano in un determinato modo, apprende contemporaneamente nuovi vocaboli detti dagli altri partecipanti.
• Una variante un po’ più complessa di questo gioco è il “trenino delle parole”: la differenza è che, partendo da una determinata parola (es: CANE), il bambino deve trovarne un’altra che inizi con la sillaba finale (in questo caso NE) e così via. Questo presuppone una capacità maggiore in quanto il riconoscimento della sillaba finale implica prima una divisione sillabica della parola e successivamente l’identificazione del suono finale.
• Ci sono poi i giochini del “Indovina cosa resta se tolgo..”: in questo caso si chiede ai bambini di indovinare cosa resta se alla parola data si toglie la sillaba iniziale o quella finale. Anche questo è un compito complesso per i bambini quindi inizialmente è consigliabile usare le palline di plastilina o comunque dei materiali che permettano ai bambini di visualizzare con i proprio occhi e successivamente di manipolare loro stessi le parti che compongono la parola, togliendo, aggiungendo, invertendo e così via, per scoprire cosa rimane o quali parole nuove si vengono a creare.
• Infine molto importanti sono anche i giochi di rime e le filastrocche che aiutano il bambino a prestare attenzione ai suoni finali delle parole, alla lunghezza delle frasi, al ritmo tipico delle filastrocche per bambini.
Tutti questi esercizi sviluppano le due fondamentali abilità metafonologiche che sono:
- la capacità di fusione: riconoscere una parola dopo averne ascoltato i fonemi o le sillabe in modo separato. Capacità utilissima ed indispensabile nella fase di sviluppo della lettura, in cui il bambino trasforma in fonema ciascun grafema o gruppo di grafemi per poi riuscire a fonderli insieme e leggere la parola per intero;
- la capacità di segmentazione: scomporre una parola nei suoni che la costituiscono (sillabe prima e fonemi dopo). Capacità fondamentale per imparare a scrivere.
Visto lo stretto rapporto tra competenza metafonologica e il successivo apprendimento della scrittura e della lettura, si vuole sottolineare la notevole importanza della scuola dell’infanzia e dell’ambiente circostante nello stimolare il bambino in età prescolare in questo processo di avvicinamento al “mondo delle parole”, facilitando la sua riflessione metafonologica.
Questo non significa insegnare ai bambini a leggere e scrivere, ne tantomeno chiedergli di imparare le lettere dell’alfabeto, ma significa potenziare le loro riflessioni spontanee e stimolare un normale percorso evolutivo di avvicinamento alla letto-scrittura, attraverso attività di gioco metafonologico.
Stella Rimoldi

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