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Gioielli reali: lo scrigno dei Bernadotte

Creato il 15 giugno 2010 da Marinam

12Al suo arrivo a Stoccolma Jean Baptiste Bernadotte, l’ex maresciallo di Napoleone salito al trono nel 1818 con il nome di Carlo XIV, trova un palazzo reale piuttosto vuoto. Il nuovo re decide quindi, per evitare spoliazioni future, di creare una fondazione di diritto privato nella quale dovranno confluire tutti gli oggetti preziosi della casa reale. Il patrimonio storico dei sovrani di Svezia viene così messo al riparo da divisioni ereditarie, da dispersioni e da vendite inopinate. Il primo dono di Bernadotte alla fondazione sono i 10 bottoni della sua vistosa uniforme da maresciallo dell’Impero, la placca e una fibbia della cintura. Sono elementi che fanno parte dell’abbigliamento militare, ma poiché alla corte napoleonica non si badava a spese e il fasto era d’obbligo ogni pezzo è  ricoperto di pietre preziose. Così i bottoni della giacca da maresciallo, dieci grosse margherite con petali e pistilli di diamanti, diventano gli elementi di due diademi oggi utilizzati spesso dalle principesse svedesi. Il primo gioiello è formato da quattro margherite semplicemente posate su un’armatura metallica, mentre la seconda tiara è stata realizzata con le sei restanti margherite fissate su una doppia fila di brillanti. La fibbia della cintura, uno smeraldo quadrato circondato da diamanti, è diventata una spilla, quanto alla placca costituita da quindici medaglioni composti ciascuno da uno smeraldo rettangolare circondato da una tripla corona di diamanti è diventata un sontuoso collier. SW_victoria_138

 Negli anni la collezione avviata dall’ex maresciallo Bernadotte cresce notevolmente grazie ai doni dei sovrani svedesi alle loro mogli ed alle eredità che arrivano da più parti.

Comincia Joséphine di Leutchemberg che va sposa al principe ereditario di Svezia, Oscar, e nella cui corbeille de mariage, oltre al bellissimo diadema di camei, ereditato dalla nonna Joséphine de Beauharnais, ci sono molti altri gioielli fra cui c’è quella che veniva definita una demi-parure in ametiste e diamanti composta da un collier, due braccialetti, un paio di orecchini e due spille. Anche in questo caso si tratta di un gioiello stile Impero, ed era stato uno dei regali di nozze di Napoleone o dell’imperatrice Joséphine ai genitori. L’insieme viene indossato da molte principesse reali ma è la regina Silvia a decidere di trasformare il collier in un diadema-bandeau, mentre i due braccialetti diventano un collier per il quale uno delle spille viene utilizzata come pendente. E’ in questa nuova versione che la parure viene utilizzata sia dalla regina che dalle principesse Victoria e Madelaine. 

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Nel 1851 Joséphine, ormai diventata sovrana a fianco di Oscar I, eredita una magnifica parure di zaffiri e diamanti che era stata il favoloso dono di nozze dell’imperatore Napoleone ai suoi genitori. L’imponente diadema in stile neoclassico, uno dei pochi rimasti intatti dall’epoca, è costituito da una base di diamanti (che riproducono, nello stilema floreale caratteristico del periodo, tralci di caprifoglio) sormontata a sua volta da nove enormi zaffiri quadrati i quali volendo possono essere sostituiti da perle. Un oggetto particolarmente vistoso, ma tipico dell’estetica imperiale francese ostentatoria e voluminosa. La tiara adorna spessissimo gli chignon scuri ed elaboratissimi della regina Silvia, la quale, come è noto, ama molto i gioielli e, bisogna riconoscerlo, li sa portare con grande classe ed eleganza.  

Nel 1874 muore l’imperatrice vedova del Brasile Amelia di Braganza che, non avendo figli, lascia tutti i suoi gioielli alla sorella Joséphine regina di Svezia. Il legato comprende diversi oggetti ed in particolare  un enorme diadema di diamanti ed una parure formata da diadema, collier, orecchini e spilla di smeraldi e diamanti. L’insieme viene dall’imperatrice Joséphine della quale anche Amelia è nipote, così, per uno Lo straordinario diadema “Braganza” (così chiamato dal nome della casa reale del Brasile nella quale la principessa Amelia era entrata grazie al suo matrimonio) che ancora oggi è uno dei pezzi più belli ed imponenti della collezione reale svedese e viene indossato esclusivamente dalla moglie del re. La tiara di diamanti in stile neoclassico, è alta nella parte centrale quasi 15 centimetri, e viene quasi certamente, dalla Francia imperiale.strano caso del destino, quasi tutte le gioie della ex moglie di Napoleone I finiscono alla corte di Svezia la cui prima regina della dinastia Bernadotte è quella Désirée Clary prima fidanzata (abbandonata a favore della creola e fascinosa Joséphine) del generale Bonaparte. 

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La regina Silvia con la tiara “Braganza” e il collier di smeraldi realizzato con la cintura da maresciallo di Bernadotte

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Nel 1876 Joséphine di Svezia muore e la sua collezione viene divisa fra i figli, le ametiste e il diadema detto “Braganza”, vengono incorporati nella fondazione Bernadotte, il diadema di cammei passa al figlio minore Eugenio e gli smeraldi dell’Imperatrice dei francesi passano al principe Karl e poi alla di lui figlia Marta che sposa il principe ereditario di Norvegia e sarà la madre di re Harald V. E’ la parure che indossa spesso l’attuale regina Sonja.

La tiara a nove punte invece è relativamente più recente, viene infatti realizzata nella metà dell’800 a Berlino per la principessa Sofia di Nassau, promessa sposa del principe ereditario Oscar, futuro re Oscar II. Il gioiello è composto da una palmetta centrale stilizzata e da nove punte di diamanti sormontate da altri diamanti più piccoli a formare una stella.

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Nella collezione “privata” di gioielli della regina Silvia c’è anche un diadema a “frange” (formato da “punte” o frecce di diamanti) legato in eredità a re Gustavo VI Adolfo dalla madre la regina Victoria di Svezia, nata principessa di Baden e bisnipote della granduchessa Maria Pavlovna di Russia. Tutte le zarine e le granduchesse russe possedevano una tiara di questo genere che veniva loro regalata per le nozze. Altri diademi simili a questo, scampati alla rivoluzione ed alle vendite successive, sono nelle collezioni reali; la regina Elisabetta II ad esempio ne ha uno quasi identico che le arriva dalla regina Vittoria ed ha indossato il giorno delle nozze. La regina Silvia e la principessa Lilian, moglie del principe Bertil, zio del re, l’hanno portato spesso, ma oggi viene utilizzato soprattutto dalle principesse Victoria (che lo indossa nelle foto ufficiali del fidanzamento) e Maddaleine. Anche questa tiara può essere trasformata in collier ed è così che la principessa Victoria di Baden lo porta il giorno delle sue nozze.

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All’inizio degli anni ’30, alla morte della regina Victoria, moglie di Gustavo V, entrano nella fondazione Bernadotte  dei diademi di diamanti ed una parure di topazi rosa provenienti dalla Russia. L’insieme è formato da un collier, una spilla piccola ed una spilla da “corsage”. I topazi rosa erano molto di moda nell’800 e questo insieme era stato il dono di nozze dello zar Paolo I alla figlia Maria che nel 1804 aveva sposato il granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach. La parure passa poi alla figlia della coppia, Augusta moglie dell’imperatore di Germania Guglielmo I e quindi alla loro unica femmina Luise che convola con il granduca di Baden. Infine attraverso Victoria di Baden, moglie di Gustavo V di Svezia i topazi rosa russi arrivano a Stoccolma.   

 Alla collezione reale svedese oggi mancano soltanto i rubini, eppure la famosa Désirée Clary era proprietaria di una bellissima parure che le era stata offerta dall’Imperatore in persona, forse come parziale compenso della giovanile delusione. La moglie del maresciallo Bernadotte indossa i suoi rubini il giorno dell’incoronazione di Napoleone il 2 dicembre 1804 e poi ovviamente, anni dopo, li porta con sé in Svezia. Il diadema, il collier, gli orecchini chandelier e la spilla sono opera di un ignoto gioielliere parigino, un artigiano sconosciuto, ma abilissimo perché nonostante le modeste pietre di cui disponeva riesce a creare un gioiello degno di una regina. In effetti osservando bene i diversi pezzi che compongono la parure ci si rende conto che ogni “chaton” di rubini non è composto, come accade di solito, da una sola pietra circondata da piccoli diamanti; si tratta invece dell’assemblaggio di quattro o cinque piccoli rubini incastonati in griffe d’oro in modo da dare l’impressione di una pietra più grande, il tutto a formare un delicato e leggero insieme di foglie e fiori. Désirée, che muore nel 1860, lascia la parure alla pronipote Louise futura regina di Danimarca accanto a re Federico VIII. Da questo momento i rubini napoleonici di Désirée passano da suocera a nuora per tre generazioni di regine danesi. Nel 1935 toccano in dono alla principessa Ingrid di Svezia moglie del futuro re Federico IX  e madre dell’attuale regina Margarethe. Ingrid, che nel 1943 decide di ampliare il diadema con l’aggiunta della spilla, usa spessissimo questa parure. Alla sua morte nel 2000 il gioiello sparisce per ricomparire solo nel 2004 fra i capelli di Mary Donaldson. La bella fidanzata del principe ereditario Frederick indossa per la prima volta i rubini di Désirée Clary in occasione del ricevimento ufficiale che precede le nozze e da allora in tutte le occasioni ufficiali.

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La regina Ingrid di Danimarca, nata principessa di Svezia, madre dell’attuale regina Margretha II, con i rubini di Désirée Clary

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Mary, principessa ereditaria di Danimarca con la parure di rubini

Anche un altro gioiello “di famiglia” , la tiara del Khedivè, finisce in Danimarca ma alla regina di Svezia è rimasto un altro romantico ricordo della nonna di suo marito, si tratta di una tiara leggera, formata da diamanti montati in un insieme di delicate ghirlande che riproducono quelle dei “non ti scordar di me” e si incrociano in cinque archi al centro dei quali sono appese gocce (amovibili) di diamante. La bellissima Silvia, ancora Sommerlath indossa per la prima volta il gioiello la sera del 18 giugno 1976 in occasione della grande festa pre nozze organizzata al teatro dell’opera di Stoccolma. Una scelta che è un omaggio alla madre ed alla nonna dello sposo, la tiara, che si può indossare anche come collier, infatti è il dono di nozze dei duchi di Connaugh alla figlia Margareth che va sposa al principe ereditario di Svezia. Il diadema, che viene dall’atelier della maison londinese Garrard gioielliere della corte inglese, passa in eredità al figlio maggiore della principessa Margareth il quale lo offre alla moglie Sibylla in occasione delle nozze nel 1932. Purtroppo il diadema sembra portare davvero poca fortuna alle sue proprietarie poiché anche Sybilla non diventerà mai regina a causa della morte prematura, in un incidente aereo nel 1947, del marito.

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Il diadema “non ti scordar di me” indossato dalla regina Silvia nelle due versioni. Sotto con lo stesso gioiello la principessa Margaret di Connaught e la principessa Sybilla di Sassonia Coburgo, rispettivamente nonna e madre dell’attuale re di Svezia

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Avendo solo l’imbarazzo della scelta fra diamanti, smeraldi, cammei e rubini, la tiara in acciaio, oro e platino, forse fatta realizzare quasi per gioco da una delle regine svedesi di metà ‘800 quando era di moda avere gioielli di metalli non preziosi, come appunto l’acciaio, è stata dimenticata in un armadio per decenni. La regina Silvia l’ha recuperata e rimessa in uso, oggi questo semplice diadema stilizzato nel quale i metalli riproducono golie di quercia, ghiande, fiori e piume, viene indossata soprattutto dalle principesse Victoria e Madelaine.

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Nonostante la “partenza” verso la Danimarca della parure di Désirée Clary, l’attuale regina di Svezia, che ama così tanto i bei gioielli, non è rimasta senza rubini perché il marito le ha donato un vecchio diadema familiare composto proprio da queste pietre. Nel 1905 la principessa inglese Margareth nel momento in cui stava per andare sposa all’erede al trono di Svezia si era vista offrire dallo zio re d’Inghilterra una stupenda tiara di diamanti e rubini dal disegno orientaleggiante. Alla morte della principessa il diadema viene assegnato ad uno dei figli cadetti che negli anni ’90 decide di venderlo; è il nipote re Carlo XVI Gustavo che recupera questo prezioso ricordo della nonna prematuramente scomparsa e lo regala alla moglie.

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Grazie a questi doni e a questo intreccio di eredità la fondazione Bernadotte oggi possiede più di una decina di paure che vengono sfoggiate dai vari membri della famiglia reale quando il protocollo lo esige, cioè in occasione di visite ufficiali, eventi mondani e per la consegna dei premi Nobel. Tre soli gioielli sono riservati alla regina, il diadema “Braganza”, la parure di zaffiri e il diadema di cammei.


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