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Giorgio Ambrosoli: 32 anni dopo aver spento la luce, la luce si riaccende

Creato il 11 luglio 2011 da Yourpluscommunication


Giorgio Ambrosoli: 32 anni dopo aver spento la luce, la luce si riaccendeQuasi un anno fa, per il ciclo “La storia siamo noi”, Giulio Andreotti, alla domanda di Gianni Minoli «Perché venne ucciso Giorgio Ambrosoli?» rispondeva: «Questo è difficile, non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici, certo è una persona che in termini romaneschi se l’andava cercando».

A poco, forse, sono servite le immediate scuse «Sono molto dispiaciuto – ha detto – che una mia espressione di gergo romanesco abbia causato un grave fraintendimento sulle mie valutazioni delle tragiche circostanze della morte del dottor Ambrosoli». Io, aggiunge Andreotti, volevo solo «fare riferimento ai gravi rischi ai quali il dottor Ambrosoli si era consapevolmente esposto con il difficile incarico assunto».

Avvocato e milanese Giorgio Ambrosoli, nel ’74, veniva nominato dal governatore della Banca d’Italia Guido Carli, commissario liquidatore della Banca privata italiana, l’Istituto di credito del piduista Michele Sindona.

L’11 luglio 1979, in via Morozzo della Rocca, William Joseph Aricò, detto “Billy lo sterminatore”, sparava contro di lui uccidendolo, per venticinquemila dollari, con una Magnum 357. Questa la somma pagata dallo stesso banchiere siciliano Sindona, per ingaggiare il sicario americano.

Il giorno successivo al suo omicidio, Ambrosoli doveva formalmente sottoscrivere una dichiarazione per chiudere l’inchiesta sul fallimento della Banca Privata Italiana. Inchiesta su cui lavorava dal 1974 e per la quale aveva già redatto delle relazioni dove formulava analisi complessive della situazione. Spiegava le ragioni del fallimento della Banca Privata Italiana e le responsabilità penali di Sindona.

Molte minacce dopo era certo che la strada intrapresa l’avrebbe pagata cara e, per questo scriveva alla moglie: «Anna carissima, dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto».

Al funerale dell’avvocato che decise di non piegarsi ai compromessi, alla corruzione, al potere, non partecipò nessuna autorità pubblica, a parte la Banca d’Italia. Nessuna. L’assenza sul percorso della legalità, Milano se la porta ancora sulla coscienza.

Solo dopo trentadue anni dalla sua morte, il suo profilo viene inserito sul sito del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione

A cavallo tra l’anniversario della morte di Ambrosoli e il compleanno del suo braccio destro, il maresciallo della guardia di finanza Silvio Novembre (12 luglio) Current, questa sera alle 21.10 e alle 21.40, manda in onda due speciali di Enzo Biagi: “C’era una volta Licio Gelli” e “C’era una volta Sindona”

Marina Angelo


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