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Giorgio Manganelli, Lucca

Da Paolorossi

Roma, 27 agosto 1961 (forse bastava mettere l'anno per distinguerla dalle altre lettere) [...].

Ad ogni modo, se voi gente casalinga e sedentaria, al punto che dove sosta ha bisogno di costruirsi una casa con doppi servizi, bar, doccia, garage, frigorifero e modern fold, se no uno mica si sente a son aise, è come un albergaccio, se voi, dico, volete sapere qualcosa dell'Italia, ecco alcuni appunti sul mio viaggio dopo il rossese.

[...] Dunque messo sul treno con affettuosa fermezza dal nipote, raccomandato da costui al guidatore, al frenatore e al fuochista: sceso a Genova, risalito a Genova, sceso a Viareggio, risalito a Viareggio, a mezzogiorno ero a Lucca.

Città che VOI non avete visto, che IO ho visto.

Lucca è una città dolcissima con cose molto belle, ma educatamente moderate; non capolavori inquietanti, ma una squisitezza media, abitabile, tranquilla, un poco inefficiente; è la provincia italiana, con ancora poche offese edilizie; ci si mangia discretamente, si spende poco.

( Giorgio Manganelli, lettera del 1961 dello scrittore alla famiglia, pubblicata, con il titolo "Tanti saluti da Sioscrofa", dal quotidiano "L'Unità" il 18 ottobre 1993 )

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