Difficile dar torto a Giorgio Riboldi: molto semplicemente, senza pregiudizi e ricatti di vecchia e nuova maniera, serve chiarezza sull’impatto ambientale di un’azienda insalubre di prima classe. Come tutte le acciaierie del mondo, compie lavorazioni di metalli ad alta temperatura e altre operazioni sulle quali non c’è nulla da nascondere.
E’ necessaria un’analisi molto più approfondita, per quanto riguarda l’impatto ambientale dell’acciaieria Arvedi. Troppe omissioni, troppi “ricatti politici”, troppi timori e reticenze ingiustificate anche da parte del comitato locale, troppe connivenze con soggetti sindacali e politici hanno caratterizzato i “rapporti” con l’acciaieria Arvedi. La nostra organizzazione sta svolgendo un’attività di contro-informazione o meglio di informazione corretta relativa all’attività di questa azienda e delle sue “relazioni sociali,politiche e sindacali” che completeremo nei prossimi mesi e renderemo pubblica insieme ad altre valutazioni su come e dove vengono smaltite le scorie. Ci serviremo anche della preziosa collaborazione del comitato dell’ILVA di Taranto che si sta occupando di questioni analoghe. Il principio che ci guida è semplice e rigoroso: la salute dei lavoratori e dei cittadini al primo posto e rifiuto del ricatto Lavoro-salute.
per SU LA TESTA l’altra Lombardia Giorgio Riboldi
Milano 14 giugno 2013
45.284817 9.845896