AIDS, Acquired Immune Deficiency Syndrome (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita), riconosciuta la prima volta il 5 giugno 1981 [1] dopo che il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) aveva diagnosticato casi di polmonite da Pneumocystis carinii in 5 uomini omosessuali a Los Angeles. Fu coniato un primo termine, GRID (Gay-related immune deficiency), ma il CDC in seguito osservò che i casi riguardavano anche le comunità degli haitiani, degli emofiliaci, dei tossicodipendenti e poi anche degli eterosessuali, giungendo così a introdurre il termine AIDS nel luglio 1982 [2]. Soltanto un anno dopo in Italia si cominciò a parlare dell’AIDS con due articoli, uno su L’Espresso del 24 luglio 1983, firmato da Gad Lerner, l’altro del 28/29 agost0 1983 su Repubblica dell’inviato in America Romano Giachetti. Alcuni componenti della comunità gay italiana dell’epoca, o meglio quelli che si autodefinirono rappresentanti degli omosessuali italiani, minimizzarono [3] non rendendosi conto che ben presto anche da noi il fenomeno sarebbe esploso in tutta la sua gravità. Oltre 40.000 i decessi in Italia da allora, oltre 25 milioni nel mondo dall’inizio della pandemia, un’autentica guerra che ancora colpisce e uccide soprattutto nei paesi africani della regione subsahariana e in quelli del Sud e Sud Est asiatico. Dal 1988 si è istituita la Giornata Mondiale contro l’AIDS (World AIDS Day). Il nastro rosso, come simbolo internazionale della lotta contro l’AIDS, nacque nel 1991, fece la sua apparizione ufficiale durante la premiazione dei Tony Awards (l’Oscar del teatro americano) e da allora è diventato il segno distintivo di questa campagna giunta al suo 24° compleanno.
© Marco Vignolo Gargini
[1] http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/june_5.htm
[2] http://www.time.com/time/specials/packages/article/0,28804,1977881_1977895_1978703,00.html
[3]http://comunitagay.blogspot.it/2012/06/nel-1983-babilonia-minimizza-larrivo.html