Quante sigarette ho avuto, quest'estate.
Volendo bene a tutte, dalla più sbrigativa alla più intensa.
Meravigliose. Saporitissime. Buone per esempio da fumarsi una dopo l'altra, non badando al dubbio che forse non ti va più.
Che simpatiche, le sigarette. Compagne silenziose. Economiche. Salutari.
Io con loro sto bene, quando sto con loro mi sembro 1 altro. Me le immagino sorridere, mentre mi sfrigolano tra le labbra. Negli Abbruzzi ogni sera appena mangiato salivo su in camera mia, uscivo in terrazza, me ne accendevo una e quella era la più bella della giornata. Alle nove-nov&mmezza era ormai buio, e in mezzo alla pineta c'era sempre davanti a me lo stesso lampione giallo-arancione. Con su la luna piena, pienissima di luce bianca, per nulla diffusa, dal perimetro nitidissimo e nero. Sembrava quei quadri di Magritte dalla luce impossibile.
Ma come si fa, dico io, come si fa ad essere tanto ingrati? fare lo snob dopo averne tratto tutta quella gioja. “no-no, ora rismetto, guardaquì: 3-2-1-via”.
Pezzo di merda. Non si fa così. Poi lo sai, che quando smetti non sei più capace di ricominciare, che passano i soliti 3 giorni, decidi colla coda tra le gambe di tornare ai tuoi doveri di fumatore, velocissimo te ne rolli una colle mani tremolanti dal desio, ci metti dentro più tabacco possibile (compatibilmente con l'impellenza dell'operazione), te la accendi e scopri che ti fa schifo.
Che maledizione. Dopo soli 3 giorni, già fa schifo. Insisti, arrivi esausto a metà e la butti via, colle gambe molli & la testa che gira. Puttanamadonna, non bastava la calvizie, anche questa. Resterò qui a sperare di tornare al più presto su quella terrazza marina iperpanoramica assieme a tutta gente che fuma, la stessa terrazza spagnuola nel cui grembo due mesi fa avevo superato in scioltezza lo schifo illusorio del tabacco.
Ci sono cose, particolarmente gravi, durante le quali il non fumare dovrebbe essere un'omissione perseguibile penalmente. Tipo adesso che mi sento il terzo e il quarto disco dei Nouvelle Vague – aprendo una parentesi, perché nessun sapientone si lamenta mai che non abbiamo due apparati uditivi & cervelli che supportino il multitasking, per poter sentire il terzo e il quarto disco dei Nouvelle Vague contemporaneamente? ma è davvero più importante star qui a indignarsi per le tendine di Gheddafi? Insomma non ti distrarre per cortesia: a questa musica paradisiaca qui, aggiungici l'aroma in bocca del caffè appena consumato e il non fumare è uno spreco di risorse che non ti dico.
Fanno bene, le sigarette. Siamo sicuri io e te, che le sigarette facciano poi così male? evidentemente no, se ho appena finito di dire che invece fanno bene, ma come farai a sostenere sempre cose impossibili. Di certo fanno bene, benissimo! al cuoricino. Non ho detto “cuore”, ma “cuoricino”. Se avessimo una classe dirigente lungimirante, sui pacchetti oltre alle solite banalità che non interessano mai a nessuno (“incinte”, “cardiovascolari” ecc.), dovrebbe aggiungere “fa tanto bene al cuoricino”. Nessuna branca medica si occupa mai del cuoricino, quando invece è assodato che è lui che detiene il primato di tanti malesseri odierni, per i quali si scialacquano intere profusioni di psychopharmacy che non hanno altri effetti che cerebrali, dimmi tu tra cervella & cuoricino quale collegamento dovrebbe esserci).
Piuttosto, caro mio, il punto è un altro.
Il punto, ora ci provo, è questo qui.
Io me lo ricordo quando da piccolo assistevo ai cartoni animati per interi pomeriggi. Senza andare sul particolarmente meraviglioso, ieri al mare col Riccioletto citavamo il “Lieto fine!” colla voce di Pino Daniele (o di Topolino, che tanto è uguale) con cui si chiudevano tutte le puntate di Felix the cat.
Ricordo benissimo come pensavo che quella fine magari era lieta per lui (The Cat), ma per me e mio fratello quella fine era lieta solo per la speranza che trasmettessero finalmente un cartone più divertente, dopo l'unica replica che trasmettevano sempre (quella col professore cattivo pelato & tappo col mascara e i baffoni bianchi + Magister Cilindrus) in cui non succedeva mai niente per un sacco di volte consecutive.
Vuoi sapere come pensavo questa cosa? vuoi davvero sapere come?
Esattamente così, nel modo che ho detto. Senza parallelamente pensare mai a “come vorrei fare un lavoro che mi piace - speriamo che lo stipendio mi arrivi in tempo per pagare le bollette & il condominio - speriamo di conoscere la donna della mia vita prima di arrivare a offrirle solo la mia decadenza fisica”.
Tu dirai “Vorrei vedere se da piccolo eri già così lungimirante da preoccuparti per le bollette future”, e poi, maligno come sempre, “oppure ti sei tradito, e parli del presente, e ti vedi ancora con Felix the cat?”.
A parte il fatto che, come ora ti mostrerò, alla lungimiranza preferirei di gran lungi la miranza-breve. Ma come al solito il punto non lo mica cogli. Strano, pensavo fossi uno forte, in coglionerie.
Aridatemi il presente, lo dico anche in giapponese: aridatemelo.
Quando ero piccolo, io me lo ricordo, vivevo davvero il presente. Lo vivevo guardando i cartoni animati o giocando con i miei amici, o nella costrizione di nuotare o di suonare il pianoforte; ma sempre dedicando a questi eventi del presente una dedizione totale.
Non ricordo più quando, ma a un certo punto ho iniziato, a preoccuparmi veramente. Offuscando gioj&dolori, donn&motori con la preoccupazione delle incertezze future.
Una canzone che scriverò prima o poi, a un certo punto fa “ho nostalgia del mio futuro, ma spero nel passato”. E intanto è il presente, che non mi entra in mente. Mi vorrei capace di una più infantile fruizione del presente, e sanato da questa adultera perversione contingente del passato e del futuro.
Voglio dire, non è che a questo punto della mia vita fumo perché mi piace ficcarmi il fumo negli organi interni, o per cose tipo sentirmi grande - no, a quello oramai ho rinunciato.
Fumo anche per questo, ma soprattutto fumo (è solo un present continuous, un continuativo cazzodidono; in realtà ho rmai rismesso) perché quando esci di casa e ti senti premuto in tasca da un pacchetto da 20, hai la certezza che ciavrai da giocarti a tuo piacere 20 flash sul presente. Potrai giocarli quando il presente è magnifico (in bocca al lupo), altre quando è carino, altre quando non passa mai, altre quando è drammaticamente merdaceo.
Cosa mi stavi dicendo? ah sì, te lo concedo, non hai tutti i torti: le sigarette grimaldellavano Faraday dalla Gabbia di Faraday. Comunque, se mi fai parlare senza più interruzioni, dicevo che le sigarette mi piacciono anche e soprattutto per questo: perché sono costanti temporali del presente. Lascia perdere il cancro, vaffanculo il cancro, me lo ricordano tutti quei film-fotocopia, quantèbbrutto il cancro.
E invece no. Sono molto contento di aver finalmente capito cosa mi piace delle sigarette. Delle sigarette mi piace che sono l'unica macchina del tempo col navigatore impostato sul presente. Uno non ci va mai, nel presente, non è sotico. Le agenzie di viaggio ci propongono solo scorribande nelle speranze impossibili, o nei revival e nel vintage, e invece qui ciabbiamo così tanto e bel presente, ma lo snobbiamo.
E sai una cosa? Se ci hai fatto caso, questo fatto l'ho scoperto lamentandomi. Lamentarsi, altra occupazione cancellata presto, a suon di scapaccioni, dagli adulti. Anzi, prima scapaccioni. Poi dal fatto che “lamentarsi è da sfigati”.
Forse sì, 'adulto' del mio cazzo; ma non è forse anche tua madre nella sua tomba, un po' sfigata? non ci tieni per niente, a lamentarla un po' anche tu?
Ma magari, io in tanti momenti mi fossi lamentato. Magari l'avessi fatto, e rumorosamente. Forse avrei risolto tante altre cose, e in meno tempo.
Ecco cos'era quest'estate, quando su quella terrazza tutti fumavano e io no. Appena si accendevano la sigaretta gli si fermavano a tutti le lancette dell'orologio, e a me no. Ecco perché dovevo fumare. Sennò magari in quel mentre godurioso sarei stato invece lì a pensare se era meglio dormire un po' per farsi più mare all'indomani, o se domani finalmente conoscevo una e andava tutto bene, o se dovevo proprio passarmi il filo interdentale anche se ero così stanco.
Ma come hai fatto a non accorgerti mai di una cosa che era così facile.
Fuma, fuma per carità. Non fare lo stronzo desigarettizzato. Vivitelo, il presente.
Presèntati.