Ero in ritardo di mezz’ora, stavo correndo per arrivare al lavoro abbottonandomi l’uniforme per strada, ancora rincoglionito per l’essermi svegliato alle tre e mezzo di pomeriggio. Capita quando lavori la notte, ma fino all’altro giorno ero sempre riuscito non solo a presentarmi in orario, ma anche a pretendere di aver avuto una mattinata produttiva. Non sono un ritardatario, e con la mentalità da ragionier Fantozzi mi preoccupavo fin troppo per la mia scadente performance. Cercavo una buona scusa da utilizzare all’arrivo, ma con il marchio del cuscino ancora stampato su una guancia, dire “il cane del vicino ha ingoiato le chiavi di casa” sembrava un tentativo vano.
Ero nel panico, non mi piace essere rimproverato. Arrivo al lavoro, sudato. La manager del ristorante mi viene incontro, con sguardo fisso e… mi abbraccia. “It’s International Hug A Vegetarian Day” mi dice. “…Eh?”. Ancora stonato dalla luce del sole, ci metto qualche secondo a rendermi conto di quello che stava succedendo, avevo evitato un cartellino giallo perché mesi fa ho smesso di mangiare carne. È possibile? In Nuova Zelanda, forse sì. E oggi più che mai.
Questi giorni sembrano essere tempi di gloria per chi ha fatto della rinuncia della carne (no vabbè, solo di quella da mangiare, eh..) il proprio stile di vita. Il 24 Settembre era la Giornata Internazionale dell’Abbraccia un Vegetariano. Il primo di Ottobre era il World Vegetarian Day, e per alcuni tutto il mese è designato a questa causa. Oggi, il secondo di Ottobre, comincia la Settimana Internazionale del Vegetarianesimo qui a Wellington, in NZ. Che in poche parole significa che mangerò a sconto per i prossimi giorni. Insomma, sembra proprio che la gente si stia svegliando, che uno stile di vita alternativo sia una possibilità esitente. Non è più neanche il maltrattamento degli animali ad attirare l’attenzione, le problematiche nel mondo dell’alimentazione sono ben altre. C’è la salute, in primo luogo, che quando va a farsi friggere ha ripercussioni su tutta la società. Poi c’è l’ambiente, che non può più resistere sotto lo stress della produzione intensiva. E infine sì, c’è anche l’uccisione non necessaria di animali, ma come si sa, la morale è una cosa soggettiva, non si giudica.
Ma non sono un prete io, non devo convincere nessuno a fare quella che non è nient’altro che una scelta personale. Però consideratela questa scelta, non eliminatela a priori. Non siate chiusi a nuove prospettive, a stili di vita più in sintonia con la natura. Senza bisogno di essere estremi, aprite gli occhi, analizzate cause e conseguenze, e magari avvicinatevi, un passo alla volta, a quella che è una vita più sostenibile. Se poi una bistecca vi manca mangiatela, se vi capita di assaggiare un canguro dateglielo pure un morso, ma non siate dipendenti da un cibo che non fa bene a nessuno. In conclusione, in questi tempi di promozione del vegetarianesimo, il mio messaggio non è un invito a tagliare fuori completamente la carne che avete sempre mangiato, ma un tentativo di ricordarvi che se lo fate, magari la prossima volta che arrivate tardi al lavoro vi beccate un abbraccio invece che essere licenziati.