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#GiornidiGiro | San Lorenzo al Mare

Creato il 09 maggio 2015 da Emialzosuipedali @MiriamTerruzzi

9 maggio. San Lorenzo al Mare.

Il mare blu, quel blu del pomeriggio quando il cielo è sgombro e il sole sta alle spalle, disegna ombre lunghe. Bianca la piazza tra la pedana di partenza e i pullman (o quel che ne rimane), scure due signore coi capelli bianchi sedute su una panchina. Le altre sono vuote e il vento piega le palme, spumeggia appena il mare. C’è il solito silenzio di fine tappa. Un po’ sa di malinconia, un po’ di stanchezza.

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Tornano a casa i bambini vestiti di rosa: tengono le loro borracce e parlano poco dopo che hanno gridato tutto il tempo Viva il Giro. Già, il Giro. Piccola grande istituzione che si prende un pezzo d’Italia alla volta e la conquista. Strade strette, il sole, la focaccia, il Condiglione e una ciclabile che porta fino a Sanremo, accanto al mare, tra gli ulivi e il rosmarino che qui è come la salvia, ha un profumo più intenso, lo annusi e lo senti in gola come se lo avessi mangiato.

Le squadre tutte in fila, come piccoli treni lucidi nell’aria di quel paesino. La cronosquadre è una disciplina affascinante se la si guarda dal lato giusto. Un modo per sentirla di più forse è quello di pensare che gli uomini e le biciclette devono essere un’unica mente. Tutti insieme. Caratteri e attitudini, modi di tirare, di spingere, di alzarsi sui pedali. Tutto diverso e tutto in un unico cuore.

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Gli australiani oggi sono stati i migliori.
Gli altri stanno già pensando a domani. Delle tre settimane è volato via un giorno. Gabbiani che se ne vanno verso il mare. Gente che torna alla vita di prima. Stasera sarà la solita sera. O forse no. Perché a qualcuno il Giro fa l’effetto degli amori improvvisi. Basta poco per volersi rivedere.

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