Magazine Cultura

Giovanardi, vil razza dannata

Creato il 23 luglio 2011 da Albertocapece

Giovanardi, vil razza dannataAnna Lombroso per il Simplicissimus

Dovevamo aspettarcelo: la difesa della razza era dietro l’angolo. “Pochi bambini, presto gli italiani saranno in minoranza: denatalita’, invecchiamento della popolazione e arrivo degli immigrati, nel 2050, che e’ dietro l’angolo, gli italiani saranno in minoranza”. A parlare è l’ineffabile Giovanardi, uno dei peggiori di questa maggioranza, esemplare di quella maledetta combinazione di pietismo conformista e sopraffattrice crudeltà elitaria, rappresentante di una scrematura del peggio che alberga nel senso comune italiota: sessismo, xenofobia, omofobia, misoneismo, fondamentalismo, iniquità, spregiudicatezza.

A lui piace l’identikit dell’attentatore di Oslo, ”fair” biondo, bello, giusto, ariano, ah bisogna aggiungere però cattolico. Perché uno degli aspetti più ripugnanti di questi testimonial di una destra, viva e vegeta quanto invece è assopita la sinistra, è attribuire al loro idealtipo un valore “confessionale” e di conseguenza morale, assimilabile a quelli della loro cristianità. Tante volte mi chiedo come mai i credenti che hanno a cuore solidarietà, umanità, civiltà, equità, non alzino la loro voce contro questi infami antagonisti della cittadinanza nel mondo, che mi pare dovrebbe invece essere uno dei principi ispiratori del loro credo.

Certo a me non piacerebbe proprio appartenere alla razza che difende Giovanardi. Razza spietata, arrogante, instancabile fattrice di privilegi e altrettanto indefessa custode di ingiustizie, diffidente, livorosa, prevaricatrice. E non mi piace nemmeno la sua idea di famiglia. E come potrebbe piacermi? Stanno erodendo il nostro diritto a scegliere impedendoci di esprimere attitudini, desideri, inclinazioni, tempi di vita e perfino di morte e figuriamoci se ci lasciano essere felici in un contesto “domestico” ispirato dalla libertà di accompagnarci e dare e ricevere amore anziché dal dovere di perpetuare una sedicente identità e appartenenza tradizionale o sociale.

Ci sono grandi e piccoli avvenimenti che rivelano più di altri la tendenza morale di un governo o di un popolo. Per Kant era la rivoluzione francese. Noi dobbiamo accontentarci di una scala meno eroica. Ma invece appare essere eroico vivere con dignità e libertà le nostre vite e anche i nostri vincoli familiari che si sia inseriti in una uniformità politicamente corretta o “diversi”, per attitudini, convinzioni o inquietudini, peraltro più che legittime. Le esternazioni di Giovanardi la dicono lunga sull’atteggiamento della maggioranza di governo, che non possiamo che augurarci non rappresenti l’opinione della maggioranza del Paese. In un quadro di gestione dei problemi contrassegnata da occasionalità, approssimazione, incompetenza, vorrebbero dimostrare che per mettere in atto azioni politiche decisive per la famiglia sia necessario avere un’idea forte e univoca. In mancanza di valori, idee, principi, progetti e programmi hanno fatto proprio il modello della Chiesa e del partito cattolico che per oltre vent’anni ha governato il paese ispirando cultura e leggi, un modello basato sul matrimonio, sulla filiazione legittima, su rapporti asimmetrici tra uomo e donna e su una forte solidarietà intergenerazionale. E quindi una famiglia arcaica organica a una missione coatta di organizzazione sostitutiva del welfare, nelle quali alla coesione si sostituisce l’interdipendanza obbligatoria, sovraccarica di responsabilità e fatica, e che riproduca su scala le disuguaglianze economiche, sociali, di genere.

Sempre più diffidenti, spaventate, inclusive e isolate, nelle quali è forzoso stare insieme tra coniugi tra genitori e figli anche ostili, perché hanno reso l’indipendenza economicamente insostenibile e culturalmente riprovevole. E perché in sintonia con la loro etica di stato che nulla a che fare con la morale della loro religione di riferimento e con l’umanità senza credo confessionale, odiano l’amore e non desiderano che si manifesti, perché la gente felice e che vuole esserlo non ubbidisce, preferisce ragionare e ridere insieme e vuole bellezza molto colorata e con molti ritmi e suoni, conoscenza molto varia, verità molto tenace e libertà. libertà di tutti, perchè se ce n’è solo un pezzetto non è più tale e bisogna prendersela.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :