Puntata d’eccezione, interamente dedicata ai giovani imprenditori: restare in Italia, o trasferirsi all’estero? Questo amletico dilemma investe da qualche tempo anche questa categoria.
Affrontiamo il tema partendo dalla storia di Paolo Perazzo, 36 anni, che in Silicon Valley sta sviluppando una propria start-up innovativa. Paolo è giunto in California per un lavoro di tesi, dopodiché non ha fatto più ritorno. Gli viene offerta la possibilità di entrare nella start-up “Andiamo”, dove impara a conoscere l’arma segreta dell’innovazione “made in Silicon Valley”: il team. Una “squadra”, dove i ruoli cambiano: lui, ingegnere per formazione, si trova a lavorare a un certo punto nel marketing. “Ti buttano in mare. O si impara a nuotare o si affoga“, ben sintetizza Paolo.
Al termine dell’esperienza, Paolo Perazzo viene assunto dal colosso mondiale delle reti Cisco Systems, dove gradualmente scala le posizioni, arrivando a rivestire quella di Senior Product Line Manager. Ma contemporaneamente, la sua nostalgia per l’”ebbrezza” della start-up lo porta a riprovarci: insieme a tre amici fa qualche tentativo, fino a quando trova la strada giusta. Applicazioni per IPhone.
Tutto inizia due anni fa: la start-up si chiama “SI Vola” (da un urlo di battaglia, utilizzato in una delle esperienze imprenditoriali precedenti). La prima application scala inaspettatamente le posizioni nella classifica Apple. Nei mesi successivi il successo tocca livelli inattesi, che portano “Si Vola” a vincere vari premi: Apple li nomina tra le migliori applicazioni del 2010. Paolo si lancia in nuove esperienze professionali, acquisendo ulteriori competenze. Last but not least, poche settimane fa il gigante internet Microsoft li contatta, per il lancio di una nuova piattaforma. Parte così un’altra scommessa, mentre Paolo decide di spostare parte del lavoro in Italia, per riconnettersi -lavorativamente- al proprio Paese.
Paese al quale Paolo Perazzo lancia quattro messaggi: 1) negli Usa il fallimento non è un dramma. “Ho imparato soprattutto dagli errori e dai fallimenti, senza mai minimizzarli e dimenticarli. Qui in Silicon Valley conta più uno che ha fallito tre volte, rispetto a uno che non ci ha mai provato; 2) gli imprenditori di successo negli Usa non hanno mai avuto come obiettivo il denaro o l’accumulo di capitale; 3) per innovare serve un ambiente “rinascimentale”, ricco di infrastrutture per facilitare il successo delle “start-up” innovative; 4) infine, la scuola deve stimolare i propri studenti a creare, proponendo modelli che ispirino l’intraprendenza.
Ospite d’eccezione della trasmissione è Jacopo Morelli, neo Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, che ha fatto del tema “giovani” uno degli assi portanti del suo programma. Con Jacopo Morelli discutiamo su come l’Italia possa divenire un ambiente stimolante e innovativo per le start-up giovani, ma soprattutto ci interroghiamo sul perché il tema “resto in Italia o vado all’estero?” sta cominciando a farsi largo anche tra i nostri giovani imprenditori. E quali potrebbero essere le conseguenze… di questo trend. Infine, la domanda fondamentale: il rinnovo della classe dirigente passa anche attracerso una riconnessione dei migliori “giovani talenti” tra Italia ed estero?
Nella rubrica “Spazio Emigranti” proseguiamo la nostra inchiesta sui programmi regionali riservati al rientro degli emigrati. Andiamo in Liguria. Ce ne parla l’assessore all’Emigrazione Enrico Vesco.
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La discussione di questa settimana: “Dai lavoratori dipendenti ai giovani imprenditori. La “voglia di fuga” dall’Italia sta intaccando anche la base produttiva del nostro Paese? Pure le imprese giovani ora scappano? E perché? Cosa le spinge a lasciare l’Italia, cosa dovrebbe cambiare per evitare questa fuga?”
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Alla prossima puntata: sabato 11 giugno, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!