Al Museo Macro di Roma sarà presentata fino al 15 settembre un interessante lavoro del fotografo Giovanni De Angelis, nella mostra che porta il titolo “Water Drops” (Gocce d’Acqua). La mostra introduce uno studio sociale e antropologico sui gemelli e i conflitti d’identità attraverso le immagini.
Il cinema ha analizzato in maniera magistrale il conflitto d’identità tra fratelli nati da un unico ovulo. Il Patto del Silenzio, con protagonisti Gérard Depardieu e Elodie Bouchez, esplora attraverso la perversione la connessione quasi soprannaturale di due sorelle gemelle. Però la finzione cinematografica non può essere applicata alla realtà, poiché anche se i gemelli hanno condiviso lo stesso ovulo, possono avere sesso differente, aspetto fisico diverso, addirittura tratti razziali differenti.
Giovanni De Angelis nacque a Napoli nel 1969, e attualmente vive e lavora a Roma. Si introdusse nel mondo della fotografia fin da giovane, realizzando scatti con focus tradizionale. Diventando poi sempre più esperto, acquisì nuovi orizzonti e obiettivi, da raggiungere attraverso le immagini, sviluppando un interesse particolare per la percezione visuale.
Incuriosito dalle storie di Candido Godoi, nell’ Estado Rio Grande do Sul in Brasile, che parlavano di un numero di parti gemellari inusuale, al punto da essere soprannominata “Terra dei gemelli”, De Angelis partì per conoscere l’esperienza di trovarsi in un luogo dove le identità fossero diluite, conflittuali per la dissipazione dei particolari più marcati. La particolarità del paese Candido Godoi è che è abitato da famiglie di origine tedesca e polacca, il che è sicuramente un dato curioso.
In questo suo viaggio, de Angelis esplora l’idea delle identità vista dalla parte di chi divide la stessa vita fin dalle proprie origini comuni. Il panorama sociale, antropologico e psicologico lo porta a interrogarsi sulla singolarità dell’individuo, aspetto che molte volte la società dimentica creando identità stereotipate attraverso i mezzi di comunicazione. Questo progetto, sviluppato insieme alla terapeuta Luisa Laurelli, consiste nel fotografare e intervistare i gemelli sulla loro esperienza, per poter classificare i loro profili.
La cosa interessante di questa esperienza è l’incontro tra scienza e arte, due modi di vedere a volte antagonisti, ma in questo caso complementari. In questa unione di interessi e approssimazioni distinte, il lavoro “Water Drops” stabilisce un’ipotesi intrigante sulla particolarità della comunità rurale di Candido Godoi, che si riferisce alla possibile manipolazione genetica portata avanti dal cosiddetto “Dottore della Morte”, Joseph Mengele, che dopo la sconfitta nazista si installò in Paraguay.
Sebbene questo sia un aspetto interessante del lavoro d’investigazione, quello che interessa a De Angelis è il processo di quegli individui di costruire la loro propria identità, riconoscendo la discendenza e la differenza. In questo modo la fotografia ci parla attraverso le leggere differenze nei trattii, nei sorrisi, i dettagli infinitesimali che ci differenziano e ci danno ricchezza di particolari.
Per maggiori informazioni http://www.macro.roma.museum/mostre_ed_eventi/mostre/giovanni_de_angelis_water_drops