Il 12° Doge. 829 – 836
Anche per Giovanni Partecipazio non c’è alcuna votazione. La sua nomina si deve alla gestione dinastica del potere da parte del padre, il doge Angelo Partecipazio prima e del fratello Giustiniano poi.
Un dogato imposto con la forza che alimenta però il malcontento e lo espone a un’infinita serie di cospirazioni.
Il suo posto è reclamato dal vecchio doge Obelerio Antenoreo, fuggito dall’esilio di Costantinopoli.
Liberatosi dell’ex doge è però costretto alla fuga da una rivolta di nobili capitanati dal tribuno Caroso, vicino alla sua famiglia e per questo insospettabile.
Si riorganizza al riparo dell’appoggio di Lotario, re dei Franchi e quindi marcia sul palazzo ducale, acceca il rivale e si riprende il trono. Non fa in tempo a consacracare la basilica di San Marco che prende corpo l’ennesima rivolta capeggiata questa volta dai Mastalici. E questa volta gli andò male.
Non così male come i suoi primi avversari visto che i Mastalici si accontentarono di tosarlo di barba e capelli come un chierico e confinarlo, in questa nuova veste, nella vicina Grado.
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