E’ un aspetto della vita culturale di Angelo Roncalli – così ne parla il pronipote Marco, storico della Chiesa e suo biografo – decisamente poco noto. Diciamo pure trascurato.
Mentre sarebbe molto importante conoscerlo e approfondirlo.
E non si tratta solo del noto incontro con lo scultore Giacomo Manzù, l’artista di chiara fama che lavorò alle Porte di San Pietro, di cui i giornali dell’epoca parlarono con dovizia di particolari ma anche del giovane seminarista Roncalli che, fin da studentello, non perdeva occasione di visitare i capolavori artistici dei musei, le belle chiese e i monumenti nelle ricca Bergamo alta.
E poi,in seguito, specie durante i viaggi di lavoro, l’interesse occorre sottolineare che non è mai stato messo in non cale.
Per Papa Giovanni l’arte è un mezzo, suo avviso, per educare alla fede in quanto manifestazione del “Bello” .In particolare quando il”bello” si sposa col” Sacro” come è accaduto e continua ad accadere in più di duemila anni di cristianesimo. E gli artisti, gli artisti per lui sono “angeli” di Dio.
Essi hanno –ci ricorda ancora Marco Roncalli - le potenzialità per poter congiungere l’uomo comune con Dio. E questo è cosa buona. Molto buona.
Per approfondire il tema ma non solo leggere, se si vuole, “Papa Giovanni.Il Santo” di Marco Roncalli (San Paolo ed. 2014)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)