Alessandro Correnti è un tranquillo avvocato milanese con un passato da hacker e da “civil rights attorney” per la Cyberspace Law Avantgarde, “la più importante associazione per la tutela dei diritti civili nel mondo elettronico e in internet” (p. 16). Ha passato dieci anni a battersi per la privacy e a difendere pionieri della libertà informatica trattati alla stregua di semplici pirati e comuni terroristi, ma ormai quel tempo è passato: oggi si occupa di diritto penale, e, se non ha perso né le competenze né l’idealismo di un tempo (“nello spirito sono [...] rimasto quello che ero a San Francisco”, si legge a p. 18), non può fare a meno di pensare a quella attuale come la sua “terza vita”. Almeno finché il passato non torna a bussargli alla porta: quando “God”, mentore di un tempo, giunto in Italia per svelare i termini di una cospirazione volta al controllo elettronico globale, perde la vita in circostanze misteriose, l’avvocato si trova costretto a indagare, rispolverando le sue conoscenza da hacker…
Prima prova narrativa di Giovanni Ziccardi, professore di informatica giuridica all’università di Milano, avvocato, pubblicista e già autore, per Marsilio, del saggio “Hacker. Il richiamo della libertà”, L’ultimo Hacker, è un curioso e piacevole ibrido di generi differenti: scorrendone le pagine, si passa senza soluzione di continuità dalle parentesi di procedura legale alle descrizioni di aspetti tecnici (“adattati [...] in maniera fantasiosa o semplificati a uso del lettore”, come si legge a p. 6) essenziali allo svolgimento della trama, dall’intreccio “semplicemente” giallo dell’avvio, all’emergere di una cospirazione (tristemente credibile) dagli sbocchi chiaramente distopici, il tutto attraverso una narrazione in prima persona e al presente, che, se non spicca certo per originalità nel vasto panorama del romanzo d’indagine, serve perfettamente allo scopo: spinge il lettore in avanti e non concede tregua; così la relativa mancanza di azione (da un romanzo dai risvolti spionistici ci si aspetterebbe di più) non si fa sentire.
E anche se l’ottimismo vagamente positivista del personaggio -e dell’autore, pare di poter inferire- convince poco (per essere uno che ha lottato per dieci anni in difesa degli hacker, e che quindi dovrebbe saperla lunga sulla sordità -e anzi l’ostilità- del potere nei confronti di un certo spirito iper-democratico, ci sembra che Correnti abbia un po’ troppa fiducia nelle potenzialità della lotta “legale” in vista dell’“informazione libera” e dell’istituzione dell’“eguaglianza grazie ai computer”(p. 19)…), l’impianto della narrazione è perfettamente studiato, il passaggio da una sotto-trama all’altra avviene senza scarti, e nel complesso il romanzo, che ha il merito di sollevare questioni di indubbia importanza (oltre al già citato tentativo di istituire un sistema di controllo elettronico globale, il protagonista deve affrontare uno scabroso caso di pedofilia e un importante traffico di cuccioli provenienti dall’est Europa), intrattiene egregiamente.
Il romanzo L’ultimo Hacker, di Giovanni Ziccardi, è edito da Marsilio.