Magazine Cultura
Come tutta la collana si tratta di un librettino indicato per bambini dai quattro anni in su ma io devo dire che apprezza molto anche il mio bimbo più piccolo. Ce l'abbiamo da un po' e anche quando era più piccino ha subito gradito la storia: purtroppo ha anche voluto "assaggiare" le pagine ed ora restano i segni dei suoi dentini oltre che qualche pasticcio con la penna... Crescendo sia lui che la sua sorellina hanno imprato a rispettare i libri considerandoli come preziosi...
Per il piccoletto di casa si tratta del libro "butta butta"... e capirete più avanti il perché!
Ho comprato questo libro spinta fondamentalmente dal piccolo prezzo a cui era proposto: 3.50 euro di copertina che, in virtù di uno sconto che operavano nel reparto dei libri del mio supermercato di fiducia, sono diventati 2.95. Un prezzo decisamente accessibile anche se l'assortimento dei titoli rimasti non era il massimo: degli 11 titoli che compongono la collana ne erano disponibili un paio o poco più. Io ne ho presi due. Questo e "Il gigante egoista". A differenza di altre fiabe più classiche devo ammettere che queste erano le uniche due fiabe che proprio non conoscevo. Li ho presi senza pensarci su anche perché ero certa che non avremmo avuto doppioni in casa. Di libri ne abbiamo parecchi, per bambini, soprattutto delle favole più classiche - anche proposte in diverse edizioni e da diversi editori - per cui titoli nuovi per me avrebbe voluto dire storie nuove di zecca per loro. E così è stato.
Il libricino è sottile e di una grandezza media. Non un libro dalle dimensioni standard ma nemmeno piccolo piccolo: 14x18 cm sono le sue dimensioni e lo spessore è quello di poco più di trenta paginette. Trenta lorde. Perché al netto delle immagini, dei titoli e tutto il resto il testo è distribuito in poco più di dieci pagine. Il carattere utilizzato è un corsivo piuttosto grande, molto simile alla grafia corretta che si richiede ad un bambino quando inizia a saper scrivere. A differenza di altri libri per bambini questa è una novità perché di solito il carattere usato è lo stampato piccolo o grande, a seconda dei casi. Questo carattere richiede una certa padronanza nel riconoscere le parole da parte del lettore, ammesso che a doverlo leggere fosse un bimbo piccolo. Nel nostro caso essendo la mamma a leggere, nessun problema si è posto se non quello, per la mia bimba, di non riuscire a riconoscere nemmeno una letterina visto che inizia ad avere familiarità con le lettere stampate. La copertina è plastificata e le pagine interne di una carta non troppo leggera e lo stile narrativo è quello che caratterizza storie in cui si ha una parte raccontata ed una fatta di dialoghi diretti tra i personaggi.
La storia non è molto lunga e credo che sia una versione più corta di quella vera e propria, adattata al formato "Una fiaba in tasca". Sono riportati i passaggi essenziali senza giri di parole o eccessivi arricchimenti.
Tutte le storie della collana sono concepite graficamente allo stesso modo anche se, all'interno, cambia lo stile delle immagini, perchè cambiano le "mani" che le creano. Ogni storia è identificata anche da un colore che, nel momento in cui tutti il libri venissero sistemati in libreria, appare sotto gli occhi per fare in modo - credo - che il bimbo possa abbinare un certo colore alla storia che cerca in modo tale da trovarla tra tutte anche senza la necessità di andare a leggere il titolo. Almeno credo, perchè con i miei bimbi capita così. Già dando un'occhiata sanno cosa devono prendere in mano.
Avere tra le mani una storia che inizia e finisce in poche pagine è stato l'altro motivo che mi ha indotta a comprarlo perché con due bambini piccoli non si può pensare di affrontare letture troppo lunghe o da leggere in momenti diversi per iniziare e finire la storia: la loro soglia di attenzione è ancora piuttosto bassa e, soprattutto, è necessaria la presenza di immagini per stimolare la loro fantasia ed anche curiosità.
La storia è piuttosto semplice e correlata di immagini a mo' di disegno distribuite nel libro sulle pagine di destra. Sono illustrazioni di Libero Gozzini che, spero non me ne voglia, non ho mai sentito nominare prima d'ora.
Giovannino è un ragazzino che non si lascia impaurire da nulla tanto da sfidare anche una circostanza definita da tutti talmente paurosa che chi si è avventurato prima di lui è stato portato via, il mattino dopo, dalla Compagnia della bara. Ma sarà proprio vero che non ha paura di nulla?
Perché Butta butta, come dice il mio bambino? Perché nel raccontare la storia l'autore parla di un personaggio che si affaccia dal camino e chiede al ragazzo: Butto? e lui risponde Butta. Visto che la mamma non fa mancare un'interpretazione interessante ad ogni riga, quel "butta butta" è diventato un motivetto molto gradito ai miei bimbi ed identificativo del personaggio, della storia.
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