Magazine Diario personale

Gioventù (che sta) bruciata

Creato il 10 dicembre 2010 da Sanz
L’appuntamento, alle 22.15, è alla Camera di commercio. Accanto alla cara vecchia piazza Ke’, ormai senza ragione di esistere, dacché alla fiumana odorosa di adolescenti materani è interdetto l’accessoal retro e con esso la possibilità di compiere la consueta circumnavigazione del sabato sera. Sul lato opposto il pisciatoio, luogo dal nome promettente, tant’è che c’è chi, come la sottoscritta, non ci ha mai messo piede. Il ventenne materano a questo punto può scegliere di dirigersi:
a) Verso l’innominabile Riccardi. Innominabile se considerato dal morigerato punto di vista di certi fighettini figli di papà e timorati di Dio;b) In direzione della superaffollata piazza Sedile, ch’era tanto bella quando non se la filava nessuno.Esistono poi, senz’altro, ulteriori piccole realtà al di fuori del raggio ristretto del centro cittadino. Magari ce ne occuperemo più avanti. Il giovane materano di media intelligenza e discreta cultura, non troppo carico di pippe mentali e a corto di soldi, è possibile che opti per l’opzione A: una bella sbronza chez Ricard. La Peroni a 50 centesimi non è una leggenda metropolitana: esiste. Unico vero neo della serata in largo Passarelli è la possibilità, non troppo remota, di trovarsi simpaticamente coinvolti in una rissa.Lo stesso giovane materano di pocanzi, se sufficientemente tirato a lucido, potrebbe azzardare una puntatina in piazza Sedile, consapevole che incontrerà il Mondo e che le luci dei lampioni sparate in faccia non perdonano a nessuno una notte insonne. Se, però, abbandoniamo per un momento il nostro affezionato giovane medio, e diamo uno sguardo d’insieme alla fauna che contraddistingue questi due luoghi in apparenza così diversi, scopriremo un’interessante similitudine sostanziale:  non si fa altro che bere.  Dalla birra al cocktail passa la differenza di qualche euro.. ma il principio alla base del gesto resta invariato, la ragione scatenante la medesima: la noia, il classico vuoto interiore da riempire con un po’ d’insano spirito.L’orologio-totem della Camera di commercio, che stava là a catturare gli sguardi, è stato tolto. Il tempo da far passare, quello rimane, con un bisogno continuo di fagocitare parole e volti.

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