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Girl from the North Country

Creato il 02 novembre 2014 da Annagiulia @annagiuliabi

Non importa che il paesino in cui sono cresciuta abbia dato i natali al vermouth più glamour del pianeta, o che il nome della frazione in cui scorrazzavo in bicicletta sia facilmente storpiabile in un inglese very cool.

Girl from the North Country

Fonte

Se passi i primi vent’anni in campagna, porterai sempre con te alcuni segnali che riveleranno le tue origini.

Anche se passerai i successivi dieci anni nella prima Capitale d’Italia, anche se ti trasferirai in una Capitale di Stato estera, prima o poi il tuo retaggio campagnolo tornerà a farsi vivo.

E se va bene, lo farà solo nottetempo (ho mai raccontato di come tutti i miei incubi godano di una bucolica ambientazione contadina?).

Girl from the North Country

Ecco, una roba cosi. (Fonte)

Se va male, ti accorgerai di camminare come se dovessi affrontare gli impervi sentieri che attraversano i campi anche quando indossi i tacchi.

O di aver sviluppato un’insana passione per i trattori, così mastodontici e lenti, e di desiderare ardentemente di poterne guidare uno anche solo per pochi minuti.

Per non parlare dell’attrazione fatale per quelli che definirei gli stivalacci, ossia calzature molto spartane e resistentissime, alte fino al ginocchio per proteggere le gambe da eventuali schizzi di fango. E fin qui tutto bene, se qualcosa dentro di te non ti dicesse che tali raffinatissimi stivali sono perfetti in qualsiasi stagione, per ogni occasione e con la più vasta gamma di capi di abbigliamento.

Perché con un’infanzia campagnola, comodità è la parola d’ordine. Sempre.

Anche quando al lavoro si attende un’ospite importante: in tale occasione, ti sembrerà perfettamente adeguato abbinare gli stivalacci ad una camicia di jeans (anch’essa residuo contadino), salvo poi ingentilire in tutto con dei leggings di finta pelle e un maglioncino verde bosco. La raffinatezza fatta persona, chiedete ai miei colleghi. O a Instagram.

Infanzia campagnola significa anche vescica debole, perché nel paesino c’è sempre un prato, una radura o un cespuglio disponibile, e quindi indovinate un po’ chi era alla toilette quando l’Ospite Importante si è palesata in ufficio?

Vogliamo poi parlare del cibo, dell’attrazione fatale per le castagne e del profondo disprezzo per la vita cittadina che non contempla alcuna castagnata autunnale?

O delle guance rotonde e rosse Heidi-style, evidentemente derivate dall’aver bevuto troppo spesso del latte appena munto, panna inclusa?

Ho sempre creduto che prima o poi sarei tornata a vivere nel mio ridente paesino. Più poi che prima, che certe dinamiche è meglio affrontarle in età avanzata, quando l’eventuale gossip riguarda le generazioni più giovani. Al momento non credo che questo si verificherà, ma porto con me il retaggio campagnolo e continuo a comprare, ogni qualvolta mi capiti di trovarne una bottiglia, il Martini Montelera.

Girl from the North Country

(Fonte)

Altrimenti, da brava campagnola, invece di spendere soldi lo fotografo e mando l’immagine a tutti i miei ex compaesani.

Girl from the North Country

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