In una cronosquadre non serve vincere, a meno di non avere ambizioni – come sponsor – limitate all’orticello dell’immediato (Garmin docet, ripagata però anche dalla maglia rosa di Navardauskas); basta andare meglio dei rivali per la classifica generale, che possono vederla compromessa – proprio in questo particolare “esercizio” – da una giornata storta.
In questo senso non c’è nessuno che abbia “sbracato” nella cronosquadre di Verona del Giro d’Italia 2012, pertanto i giochi restano assolutamente aperti ad ogni possibile esito (con tutta la salita che c’è da qui al traguardo di Milano del 27 maggio..). Ci sono stati, però, un paio di vincitori quantomeno morali, nelle persone – negli atleti – di Joaquim Rodriguez e Roman Kreuziger.
Lo spagnolo, “fermo” a cronometro, ha già superato due delle tre prove contro il tempo previste dal programma del Giro d’Italia 2012; se è riuscito a conservare la forma delle Classiche (ha vinto la Freccia Vallone, ndr) può regalarci numeri in salita, e giovarsi dei secondi (una ventina) guadagnati a Verona su tutti i diretti rivali per costruire un capolavoro che ha il profumo di rosa.
Del ceco Kreuziger, invece, difficilmente smetteremo di parlare: è giovane, fresco, molto ben preparato, resta il nostro favorito per il Giro d’Italia 2012. Nella cronosquadre di Verona ha guadagnato 4” su Ivan Basso e 13 su Michele Scarponi; che, intendiamoci subito, non sono un’eternità, ma pur sempre del buon fieno in cascina in vista di quelli che potrebbero essere tempi peggiori.
È solo una battaglia, la guerra deve ancora entrare nel vivo; ma questo primo round, inutile negarlo, è stato vinto da Rodriguez e Kreuziger.