Il fratello minore del Lago di Garda è un parente selvaggio e per ampi tratti incontaminato. Se intorno al lago più grande d'Italia si consumano abitualmente scene di mondanità e acquisti pregiati, sul Lago d'Idro le giornate trascorrono lievi e pacate, immerse in un paesaggio sospeso tra le placide e fresche acque e le cime innevate delle Dolomiti. Non mancano spiagge attrezzate per il noleggio di ogni forma e qualità di tavole galleggianti - soprattutto sulla riva orientale e nell'area portuale di Ponte Caffaro - ma la costa di questo modesto bacino d'acqua si caratterizza prevalentemente per ampi tratti di fitta vegetazione, piccole calette solitarie in cui godere di un solitario idillio naturale e sentieri escursionistici per solcare i pendii che incorniciano il lago.
Nonostante le sue dimensioni ridotte, la storia non ha mancato di incrociare le sue fila con le sponde dell' Eridio - antico nome del Lago d'Idro - che da sempre si staglia su una terra di confine tra popoli così simili e così diversi al tempo stesso. Oggi a specchiarsi nelle acque del lago sono le province di Brescia e Trento, ma un tempo le stesse acque erano varcate dal confine che sanciva l'inizio dell'Impero Austro-Ungarico. Nascosti dalle fronde della fitta vegetazione, intorno al lago si muovevano furtivi banditi e contrabbandieri, le cui gesta sono ancora oggi rievocate dal Sentiero dei Contrabbandieri, che sulla sponda orientale del lago si eleva lasciando ai piedi degli odierni esploratori un paesaggio di rara bellezza.
All'incanto di un paesaggio ruvido e variegato si aggiunge una ricchezza nella vita animale e vegetale che difficilmente si incontra a queste latitudini ancora poco alpine. Sugli infiniti sentieri che si aprono alle spalle del lago non è insolito soffermarsi ad ammirare cervi incuriositi dal brusio della presenza umana, mentre nei cieli risuonano i richiami di germani reali, gabbiani, aironi, martin pescatori e usignoli. Eppure un tale patrimonio naturale è messo in pericolo ogni anno dalla gestione delle acque del lago, che sono impiegate per scopi agricoli e per la produzione di energia elettrica. Un impiego largamente discusso dalle comunità locali, convogliate nel movimento " Salviamo il Lago d'Idro " che da anni si prodiga per diffondere consapevolezza e interesse per le sorti dell'Eridio.
Uno degli appuntamenti più insoliti e affascinanti volti proprio a trasmettere la consapevolezza per questo delicato tesoro si tiene ogni primo sabato del mese. Radunati dall'instancabile Franco Rovatti, esperto erborista -"speziale", preferisce lui - e impareggiabile conoscitore del lago del territorio limitrofo, curiosi e appassionati si ritrovano a Ponte Caffaro per partire alla scoperta del lago con una marcia di 30 chilometri lungo tutto il periplo del bacino. Un'escursione attraverso sentieri antichi e recenti che valica l'antico confine imperiale e quello moderno con la provincia di Trento, per ammirare il Lago d'Idro da ogni angolazione e assaporarne ogni curva.
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