Il nostro Sindaco non finisce mai di stupirmi. Oggi sul Carlino, anziché rispondere ad una precisa istanza contenuta nella lettera pubblicata il 12 settembre dall’Ape (http://laperonza.myblog.it/archive/2012/09/12/caos-alla-scuola-di-s-liborio-la-lettera-di-una-madre.html) e ripetuta oggi dal giornale stesso, lettera inviata dalla madre di un ragazzino delle elementari e relativa alla mancanza di un vigile che regoli e agevoli il traffico nella zona delle scuole di San Liborio negli orari di entrata e uscita di scuola, Gismondi si fa difensore dell’operato dei vigili e snocciola cifre sugli introiti derivanti dalle contravvenzioni. Com’è ormai costume assodato dei politici nostrani e nazionali, siano essi di destra, di centro, di sinistra, di sopra e di sotto, Gismondi non risponde alla domanda della mamma autrice della missiva ma sposta il discorso su un terreno che trova a lui più favorevole.
Ma anche su quel terreno ci sarebbe molto da discutere. Se è vero che il totale delle multe è superiore a quanto programmato in bilancio, i 23.000 euro che vengono introitati sono una cifra di gran lunga inferiore, a quanto ne so, a quello che incassano altri comuni simili al nostro e, comunque, infinitamente inferiore a quanto si potrebbe incassare. In effetti, sono i risultati che contano e non gli euro incassati con le multe. I risultati, come possiamo vedere girando per Montegranaro, parlano di auto parcheggiate ovunque, moto sui marciapiedi, cani che fanno i loro bisogni ovunque, maleducazione imperante. Gismondi dice testualmente: “I controlli ci sono, così come le multe quando servono”. Chi conosce Montegranaro può affermare l’esatto contrario: le multe dove servono non ci sono, basta andare in viale Gramsci il sabato sera.
Per sanare questo stato di degrado civico e sociale bisognerebbe incassare (e si potrebbe incassare) almeno dieci volte tanto ottenendo un buon risultato di bilancio, dando un’immagine più civile della nostra città e educando quei cittadini che, col loro comportamento, rendono Montegranaro un posto peggiore.
Luca Craia