Considerato che l'anno scorso andò così, possiamo dire che stiamo facendo progressi?
Direi di no.
Stavolta abbiamo optato per una destinazione estremamente romantica ed esclusiva, da veri radical chic. Ora siccome avrete letto tutti la destinazione nel titolo del post, la faccio finita e passo a illustrarvi le mie impressioni e i miei suggerimenti, magari vi venisse in mente di imbarcarvi in un'iniziativa simile con i vostri pargoli.
Ecco a voi: la nostra super gita allo Zoo di Pistoia!
Suggerimenti logistici:
Allo zoo di Pistoia si cammina molto, anzi: molto! Quindi nel caso non ci aveste pensato, come la sottoscritta che parte sempre iperequipaggiata, se avete bambini al di sotto dei -- anni, o che comunque non camminano molto volentieri da soli, portatevi il passeggino.
La pupa normalmente cammina abbastanza volentieri, soprattutto se c'è qualcosa che la coinvolge molto e che scatena il suo entusiasmo, ma in questa occasione per l'appunto, povera, non era in gran forma: aveva dormito poco e per giunta era un po' raffreddata, inoltre ha lamentato a tratti malesseri di varia origine, e chiedeva di continuo di esser presa in braccio. In poche parole mi ha spompato, e solo verso la fine il padre è riuscito a darmi il cambio mettendosela sulle spalle, perché si sa che quando la pupa non è al top, vuole mamma (solo che la mamma di questi tempi ha il fiato corto e la schiena a pezzi, come spiegarglielo?).
Poi: magari non avrete i miei problemi di guardaroba, ché quando ho cercato un paio di pantaloni comodi da indossare ho dovuto constatare di non averne di adatti che mi stessero (lo dico per chi si collegasse adesso avendo googlato "zoo di Pistoia": al 4° mese inoltrato di gravidanza il guardaroba inizia a ridursi drasticamente), quindi credo che non avrete problemi a sapere già come vestirvi. Io ho optato per una stupida gonna lunga in tessuto nepalese allacciata in vita, o meglio, sotto la vita, ove la panza lo consentiva, finendo in pratica raso terra, e naturalmente, poiché aveva piovuto e il terreno era piuttosto fangoso, ha fatto da strascico per l'intero tour, riducendosi a una schifezza e rendendo molto penosi i miei spostamenti. Quindi: vestite comodi e in maniera da potervi sporcare senza rimpianti.
Terzo: all'ingresso del giardino vi verrà consegnata una mappa su cui sono segnate tutte le attrazioni dello zoo e i viali. Però non vi sono suggeriti percorsi prestabiliti, e questo potrebbe indurvi a fare scelte non proprio consigliabili circa l'itinerario da seguire, e ora vi illumino di immenso sul perché.
Tenendo presente questa mappa sappiate che scegliere di iniziare il tour percorrendo il sentiero che a destra porta a costeggiare gli stagni per poi svoltare a sinistra là dove si vede il lupo, è un grande errore, da non ripetere, quando, tra almeno altri 2 anni e mezzo, ci azzarderemo se mai a farvi ritorno.
Da questo lato le attrazioni del giardino sono infatti molto poco interessanti per una bambina piccola come la pupa (grandi recinti, grandi spazi, animali poco visibili).
Ci sono gli orsi bruni, recentemente inseriti nel parco, ma dovrete giocare di immaginazione, perché pare se ne stiano spesso e volentieri rintanati, e non abbiano tanta dimestichezza e voglia di contatto con il pubblico.
Ora, quando hai pagato 27 euro di ingresso ti può anche rodere un po' il passare davanti a recinti di animali dove gli animali non sono visibili, ma da adulto puoi anche pensare: però, meglio così, che queste povere bestie abbiano lo spazio per poter condurre una vita almeno in minima parte autonoma e "libera".
Ma se hai una bambina (ma immagino che chi va allo zoo ci vada con dei bambini, in genere è così) che hai accuratamente preparato a suon di "adesso vediamo gli orsi" e poi gli orsi non ci sono, dovrai prima rispondere della sua delusione e della sua aspettativa frustrata, maledicendo quei dannati orsi misantropi (ecco, forse perché si dice: "Non fare l'orso!"), poi via via maledire anche linci, lupi e uccelli acquatici, che in quanto a latitanza, gareggiano con gli orsi, e ci hanno lasciato intravedere di volta in volta, chi una groppa fuggente, chi una coda da dietro un albero, chi una vaga sagoma ad aguzzare proprio la vista, mentre se ne stava svaccato sopra un sasso al fresco di una frasca.
Per quanto riguarda Mimi questa caccia all'animale giocata più sull'immaginazione che sull'effettivo contatto visivo, ha stufato molto presto, e l'iniziale entusiasmo dell'arrivo se n'è andato a farsi benedire, tanto che ha dato segni di insofferenza e indifferenza persino quando ci siamo trovati davanti a degli spettacolari caproni asiatici dalle corna tortili (dicasi markor), desiderosissimi di dare sfoggio di sé.
Invece partendo dall'altro lato dal giardino (dall'ingresso svolta subito a sinistra) si trovano tutti gli animali "classici" (elefanti, giraffe, ippopotami) nei recinti, che, per quanto possano fare un po' di tristezza a noi adulti così reclusi e demotivati, magari avrebbero tenuto vivo l'interesse e l'entusiasmo di lei per poter continuare il giro in maniera un po' più arzilla e pacifica. Noi ci siamo arrivati alla fine ed eravamo già tutti mezzi morti, e abbiamo dovuto accelerare sul finale, perché eravamo in chiusura (lo zoo chiude alle 6).
Dunque: occhio all'itinerario! (E ai tempi).
Infine: l'ingresso e il vostro soggiorno finiranno per essere piuttosto impegnativi per le vostre tasche, per cui non c'è bisogno che ci aggiungiate il carico di una merenda, pranzo o colazione consumati all'interno dei locali-bar-tavola calda dello zoo. Se avete dei bimbi (sempre come sopra) consiglierei di portarvi appresso uno spuntino da consumare durante una pausa-ristoro della lunga passeggiata, a maggior ragione se poi uno decide di andare la mattina e di pranzare lì (anche se ora la stagione volge al maltempo e forse l'indicazione è superflua) ci sono spazi attrezzati con tavolini in legno e panche appositamente per consentire alle famigliuole la consumazione del loro pranzo al sacco. Se vi fa schifo l'idea del pranzo al sacco e non vi crucciate del di più di spesa, come non detto. Io so solo che mi sarei data martellate sugli alluci quando Mimi ha iniziato a piagnucolare che voleva un biscotto con la ciliegia, perché in effetti era normale che avesse fame (la nostra visita è durata circa tre ore e mezza, e non abbiamo visto nemmeno tutto) e io non avevo portato niente di più che un succo di frutta e una mela. Partite attrezzati!
Detto questo: portare i bambini allo zoo, per quanto uno possa essere obiettore di coscienza e sensibile al tema "animali selvatici in cattività", è a mio parere un'esperienza bella, divertente, indimenticabile per loro, ma forse 2 anni è davvero un po' poco per poter apprezzare a pieno la straordinarietà di quegli esemplari, visto che Mimi sembrava assai più interessata a un bacarozzo che strisciava tra i suoi piedi (Vieni vieni cca'abeo, vieni da Mimi!), che ai movimenti e alle improvvise apparizioni della tigre; si è spaventata invece terribilmente alla vista del (per lei) enorme e oltremodo grasso leopardo che ci veniva incontro da dietro il vetro della sua gabbia (quello sì, era davvero un po' triste) a fauci semiaperte e lasciando intravedere i canini aguzzi, innervosito dal gran vociare che gli facevano intorno i marmocchi e , peggio ancora, i di loro genitori.
Non so se sono una dannata snob insofferente della gente, lo so che in fondo un zoo non è un museo nè una biblioteca, ma un minimo di urbanità e decoro in un luogo pubblico farebbe sempre piacere; se io sono rimasta oltremodo infastidita da quegli schiamazzi idioti e sguaiati che echeggiavano da ogni dove, che manco alle scuole medie, e invece trattavasi di persone adulte, padri e madri di famiglia per giunta, immagino quanto possano girare le scatole a quelle bestie impossibilitate a sottrarvisi ogni dannato giorno della loro vita. Ma forse loro oramai ci sono abituati, e ci guardano con sprezzante superiorità da dietro ai loro claustrofobici recinti.
Io credo che questi animali abbiano diritto a un minimo di rispetto da parte dei visitatori, e forse il personale della struttura dovrebbe insistere di più su questo aspetto.
Cosa ci è piaciuto: all'incirca a metà percorso, al centro dello zoo, si trova l'area degli animali da fattoria, affiancata da uno spazio gioco per i bambini, e dall'area ristoro di cui sopra. Inaspettatamente la vista di capre, mucche, galline e asini, coi quali la pupa ha già una discreta familiarità, è servita a risvegliare il suo sopito interesse per la nostra passeggiata zoologica, forse perché gli animali sono più a portata di mano, letteralmente a portata di mano, e anche lei ha potuto allungare la sua per offrire pochi tronchetti di crusca a qualche intraprendente capretto, e sentire sulla sua pelle il ruvido molliccio della sua lingua.
Mai sottovalutare l'impatto che possono avere questi incontri ravvicinati sui più piccoli: nel nostro modo viziato di localizzare i punti di interesse, tendiamo a classificare queste bestiole più "ordinarie" come attrazioni di serie B, ma così non è agli occhi di un bambino.
A Mimi sono piaciuti molto gli animali della fattoria, più abituati e disponibili (per non dire impazienti) al contatto con il pubblico.
Per quanto riguarda noi grandi, abbiamo apprezzato molto il fatto di trovarci fortuitamente lì nel momento in cui veniva presentato uno degli spettacoli Incontri bestiali, un'intelligente iniziativa di presentazione di alcune specie animali.
Nel nostro caso si trattava di Terrore dall'alto, spettacolo bestiale che aveva come protagonisti alcuni esemplari di uccelli rapaci ammaestrati (un falco, un gufo, un barbagianni e una minuscola civetta): una presentatrice-addestratrice mostrava al pubblico, cui veniva preventivamente chiesto di rimanere seduto composto e in silenzio su una piccola tribuna, le prodezze di questi animali, illustrandone di volta in volta caratteristiche e abitudini. Il pubblico (soprattutto infantile) veniva poi coinvolto in maniera blanda, con indovinelli e domande di ordine generico (possibile che in mezzo a tutta quella platea di giovanissimi, sia stata io l'unica a sapere che il gufo di Mago Merlino si chiamava Anacleto? Ah, questi bambini di oggi! Non si spingono oltre a Winx e Gormiti!) e invitato a goffi approcci con i rapaci (estremamente pazienti nel prestarcisi, devo dire).
Una bella e piacevole iniziativa, mirata, credo a invogliare in un pubblico troppo spesso distratto e negligente a un reale avvicinamento e a una conoscenza più approfondita del mondo animale.
Gli Incontri Bestiali a quanto pare includono anche altri spettacoli, che variano a ruota, ma noi ci siamo accontentati di questo, perché la pupa recalcitrava, anche se ci sarebbe piaciuto assistere alla colazione dei pinguini, che seguiva di una mezz'ora questo.
I costi: ok, gente, passi pure l'ingresso di 13,50 €, che moltiplicato per due fa già una discreta sommetta (poi diciamo che apprezziamo il fatto che i bambini sotto i 3 anni non paghino), ma mi sembra un'enorme presa per... i fondelli il dover pagare il parcheggio, visto che non hai molta scelta riguardo a dove lasciare l'auto: non sei in città, non c'è vicino alcuna area di servizio, sei su un cavolo di svincolo autostradale, non hai altre vie di accesso se non per strada. Visto che già le tariffe di ingresso allo zoo impongono un obolo di tutto rispetto, forse sarebbe stato un atto di grande galanteria e umanità concedere ai visitatori il posteggio gratuito. Non so, un'idea mia, un po' bislacca magari.
Il responso della pupa:
- Allora Mimi, ti è piaciuto lo zoo?
- Tììììì!
- Cosa ti è piaciuto di più?
- La gi'appa.
- Ah! E il leopardo?
- No, il leopaddo mi fa pau'a!
- Mh... senti Mimi, ma ti è piaciuto di più lo zoo o il Museo di Marianna*?
- (Senza alcuna esitazione) IL MUDEO! IL MUDEO! IL MUDEO!
(Sob!)
Cioè: a lei sono piaciuti di più gli animali impagliati che quelli vivi.
Questo dovrebbe far riflettere...
*amica di Suster che lavora(va) nel museo.