Magazine Politica

Giudizio sul discorso di Mirabello

Creato il 06 settembre 2010 da Anellidifum0

Giudizio sul discorso di MirabelloTecnicamente, un capolavoro. Fini è riuscito a stroncare – con toni di inusitata durezza, che lo hanno prosciugato sotto il profilo della fibra – l’essenza del berlusconismo. Ha demolito l’impianto strutturale e filosofico di questo ormai vecchio sistema politico e poi però, con un colpo da maestro, non ha determinato la crisi di governo. Lascia il cerino in mano a Berlusconi, che a questo punto può salire al Quirinale sperando che Napolitano non rispetti la Costituzione (cosa credo e spero impossibile, e che porterebbe dunque a un governo di transizione per almeno rifare la legge elettorale), oppure deve rassegnarsi a governicchiare per due anni e mezzo, contrattando sostanzialmente su tutto ciò che gli sta a cuore (non finire condannato o in galera) con gli uomini di Fini. Ha messo Berlusconi nell’angolo della politique-politicienne, il settore dove il Piccolo Leader è inetto, e non è un caso che i commenti al discorso di Fini siano arrivati dagli alfieri di più larga esperienza parlamentare di Berlusconi (Cicchitto, La Russa, Gasparri, Stracquadanio) e non dal piduista eversore. Credo sia la prima volta dai tempi del “tradimento” di Bossi che un politico italiano costringe Berlusconi a scegliere fra due possibilità entrambe negative e deleterie per Berlusconi. In questo, Fini è stato un piccolo Richelieu.

Fini ha usato categorie politiche e metapolitiche. Ha parlato di “stalinismo” riferito alla sua epurazione dal PDL, ma soprattutto ha parlato di  “infamia“, riferendosi all’attacco reiterato verso la sua famiglia da parte di uomini al servizio dell’entourage berlusconiano. Chiunque abbia dimestichezza con l’ambiente culturale degli ex missini sa che il termine “infame” è, in assoluto, l’epiteto più profondamente violento ed espressivo di ripugnanza che quella parte politico-culturale è in grado di partorire, ancora peggio di “stalinismo”. L’infame è peggio del traditore. L’infame è il camerata che si vende e tradisce, accoltellando alla schiena. E’ l’uomo che smette di essere uomo e diventa quaqquaraquà, è l’ex camerata che diventa non già avversario, ma nemico. E come tale non può più essere perdonato, né da un punto di vista politico, né da un punto di vista umano.

Proprio la scelta di quel termine, collegato all’attacco contro la famiglia di Fini, e non contro il solo Fini, mi fa dire che alle prossime elezioni politiche il partito di Fini non sarà in alleanza con quello di Berlusconi. In un paese normale questo sarebbe un assist per l’opposizione di Sinistra. Non in Italia, dove il PD è fermo alla finestra, saldo sulle sue 4 “i”: inutile, ininfluente, incerto, immobile. Quattro “i” e una “o”: odiato da strati crescenti del suo elettorato di riferimento: intellettuali di Sinistra, radical-chic, militanti delle associazioni anti-mafia, operai, disoccupati, inoccupati, precari, grillini, legalisti. Fini ha capito di avere praterie sulla sua sinistra e ha capito di essere finalmente nella condizione di poter convincere centinaia di migliaia di voti non di Destra, ex elettori del PD soprattutto, e portarle sotto le insegne del suo nuovo partito, che si propone di fondare una Destra lib-dem, europea, moderna, repubblicana, avversaria della Destra conservatrice e soprattutto della Destra reazionaria e degli eversori berlusconiani. A Mirabello, ieri, è finita un’èra storica e se n’è aperta un’altra. E’ la prima volta che ampi strati dell’elettorato di Sinistra passeranno il guado, predisposti già dall’inclusione del dipietrismo nell’alveo del riformismo di Sinistra.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :