Laureata in Architettura, oggi Giulia Lovato, 28 anni, si occupa di anziani abbandonati e bambini “arrabbiati con il mondo”. Gestisce la Vecchia Fattoria di San Pietro di Morubio, nel Veronese. Una struttura ereditata da sua madre. http://www.agriturismodidatticolavecchiafattoria.com
”Sognavo – racconta – di restaurare casolari abbandonati e di sposarmi. Come tante ragazze. Ho realizzato solo in parte i miei progetti, perché ho ristrutturato la vecchia casa dei miei e ho messo su una famiglia allargata. Ma sono molto felice. Ho dovuto faticare tanto per non lasciare tutto all’improvvisazione. E credo di esserci riuscita”. L’agriturismo e la Fattoria didattica di Giulia sono state premiate con il Green Coldiretti “non solo agricoltura”. L’attività che l’architetta porta avanti si potrebbe definire di “Agmterapia integrale”, perché contempla l’ippoterapia, il doposcuola per bambini diversamente abili, il teatro, la musica.
“Come molti – chiarisce – abbiamo dovuto ricorrere a mutui per poter sistemare la fattoria Abbiamo ottenuto un finanziamento per la creazione del bosco intorno alla casa negli anni ’90 e uno per il nuovo bosco, che sta crescendo in alcuni terreni lontani dalla struttura. La Fattoria è un luogo molto singolare, soprattutto per le attività che si svolgono. E’ soprattutto un’ azienda agricola, dove si coltivano frutta e verdure biologica, certificate ABCert. Poi è un agriturismo con ristorazione. Abbiamo vinto dei premi culinari come “il risotto del sindaco” nell’ambito della fiera del riso di Isola della Scala. E’ una fattoria didattica. Lavoriamo con circa 15000 bambini l’anno di scuole, provenienti da tutta la regione e con case di riposo, cooperative. Ancora, è una fattoria sociale. Ospitiamo nel grest estivo e nel doposcuola minori in difficoltà, e favoriamo inserimenti lavorativi di persone socialmente svantaggiate o con disabilità. La Regione Veneto ha cominciato a capire l’importanza di strutture come la nostra. E sta favorendo incontri tra il settore sociale e quello agricolo per definire e riconoscere le “fattorie sociali”. E’ fondamentale per noi essere riconosciuti dalle istituzioni e avviare convenzioni”.
“Ad un certo punto della mia vita – dice – ho capito quali sono le cose che contano davvero. Aiutare anziani abbandonati e bambini con gravi difficoltà mi riempie. Per giunta lavoriamo ad impatto zero sull’ambiente. Il metodo di coltivazione adottato è esclusivamente biologico”
Gli ostacoli che ha dovuto affrontare? “Sono stati soprattutto di tipo burocratico – replica Giulia- Ma ci mancavano anche i fondi. Per poter convenzionarci con gli enti pubblici abbiamo fondato una associazione di promozione sociale e sportiva dilettantistica “Amici della Vecchia Fattoria”, composta da noi, dai lavoratori dell’azienda e dai gentori dei bambini che credono nel potere della fattoria. Per questo devo anche ringraziare molte persone che ci hanno aiutato, e che continuano a farlo. E’ l’associazione che garantisce il doposcuola e il grest, oltre ad attività “extra” come il teatro e il teatro dei burattini, l’equitazione per bambini e adulti e l’equitazione ricreativa per disabili. Da marzo a giugno lavorano per noi quindici persone. L’associazione conta su molti volontari. E poi ci sono i ragazzi delle scuole superiori e dell’Università che con noi fanno degli stage. A questi si aggiungono psicologi, consulenti, medici. Io mi occupo soprattutto di logistica e segreteria, oltre che dell’ attività di equitazione ricreativa per disabili – la mia passione”
A cosa è servita una laurea in Architettura per occuparsi della Fattoria? “La mia laurea- fa sapere – mi è tornata utile soprattutto nel lavoro d’ufficio e di utilizzo dei mezzi elettronici, ma anche nella presentazione di progetti riguardanti la fattoria e il confronto con l’amministrazione comunale”.
Giulia tiene a ricordare che la maggior parte degli animali della fattoria è stata recuperata da situazioni di disagio o maltrattamento, con l’aiuto della lega del cane e dell’Enpa di Verona.
“La Fattoria – aggiunge – è qualcosa di unico. E non lo dico solo io. Tanti sono i bambini e i ragazzi affetti da autismo, incapaci di parlare che oggi stanno meglio. Alludo a bambini aggressivi che hanno iniziato a comunicare. Il nostro psicologo sta scrivendo una teoria a riguardo. Bambini in difficoltà , “arrabbiati con il mondo”, ritenuti irrecuperabili hanno trovato da noi una famiglia allargata, che ricorda quelle delle vecchie corti rurali: grandi, miste, in cui coestistevano anziani e giovannissimi, disabili e lavoratori, dove ognuno aveva il suo spazio, il suo suolo. Sono molto felice di farne parte”.
Cinzia Ficco