Abbiamo già incontrato Aldinucci in occasione dell’uscita di Tarsia per Nomadic Kids Republic nel 2012, primo album a suo nome (prima lo conoscevamo come Obsil). Archipelago è una cassetta realizzata per l’americana Other Electricities e sembra un episodio migliore del precedente, nel quale field recordings e musica si fondono di più. Dato che da un anno a questa parte abbiamo spesso a che fare con queste sonorità, verrebbe da chiamare “dronegazer” pure lui, apparentandolo – solo in Italia – a Novellino, Boccardi, Easychord e altri (sentire l’ultimo di Francesco Giannico) che si stanno spostando in questa direzione, forse influenzati da Tim Hecker e forse – in Italia – preceduti qualche anno fa da alcune intuizioni dei port-royal. Di nuovo, dunque, suoni scontornati, sfocati e impalpabili, occasionale rumore che nasconde volutamente ottime melodie, malinconia, sensazione di trovarsi sospesi/galleggiare in qualche luogo reale o della mente. Attraverso il laptop (ma leggiamo anche attraverso mezzi analogici), Giulio filtra e trasfigura tutta una serie di strumenti, da percussioni metalliche al mellotron e tutta una serie di sintetizzatori e tastiere. Niente chitarre, almeno così sembra, il che lo allontana dagli altri “colleghi”. Talvolta, field recordings e certo uso del synth lo avvicinano ai grandi classici, Steve Roach in primis. Tutto bene, ma serve originalità.
Tracklist
Side A
01. Aria
02. Satellite
03. Short Circuit
Side B:
04. R’n’R Through Broken Headphones
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