Difendo però l’uso che faccio dei termini ‘italo-levantino’ e ‘italo-istanbuliota’ (che tra l’altro uso per me stesso): sono quegli italiani – cittadini italiani, italiani come tutti gli altri – che con la Turchia e Istanbul hanno un rapporto speciale, perfettamente integrati pur nella loro specificità; uso questi termini per fare una distinzione con gli ‘Italiani di passaggio’, quelli che vivono qui per decenni ma che non si sentono ‘a casa’, che hanno nostalgia di torroni e salami (considero levantini, invece, coloro che – di origini italiane, francesi, greche etc etc – avevano la cittadinanza ottomana: e ovviamente considero i loro discendenti ‘di origini levantine’). L’espressione che raggruppa tutte queste differenti categorie è invece ‘italiani di Istanbul’. Si tratta di una innocua scelta terminologica, non di un giudizio di valore: e questi termini, del resto, nulla dicono su come le persone interessate percepiscono sé stesse in termini identitari.
Spero di poter incontrare la signora Elagöz nei prossimi giorni, così da conoscere meglio il suo punto di vista.
QUANTE PERSONE IN ITALIA CONSIDERANO I CONCITTADINI NATI ALL’ESTERO COME STRANIERI? TANTISSIMI….QUANTI ITALIANI CHE TUTT’ORA SONO QUI CONSIDERANO I CONCITTADINI NATI QUI, COME ITALIANI DI SECONDA CATEGORIA MERITEVOLI DEL TITOLO “LEVANTINO”? E ANCORA MENO MALE CHE LA PAROLA NON E USATA COME IN FRANCESE “LES LEVANTINS” CON UN SENSO , VRAIEMENT PEJORATIF.
PROVINCIALISMO ALL’ITALIANA ?….
SI E VERO, IL NONNO ERA MOLTO RIVERITO, AMATO DAI TURCHI, AUTORITA, FONDATORI DELLA REPUBBLICA, COLLEGHI, PROFESSORI ALLIEVI DI ALLORA E ALLIEVI DI OGGI, CHE NON LO CONOSCONO DI PERSONA.
POSSO TESTIMONIARE IO, NIPOTE, FIGLIA DI ELENA MONGERI, DELLA SIMPATIA CHE MI ESPRIMONO QUANDO SCOPRONO CHE SONO ANITA LA NIPOTE DI GIULIO MONGERI.
E’ MOLTO BELLO, QUESTO PER NOI, E’ IMPORTANTE E CI RENDE ORGOGLIOSI DI NONNO GIULIO.
UNA PAROLA CHE LEI USA SPESSO “ISTANBULIOTI” , CERCHI UN PO SUL CORRIERE DELLA SERA VECCHI ARTICOLI CHE PARLANO DI AVVENIMENTI, MONDANITA’, PRESENTAZIONI, INAUGURAZIONI ECC. A COSTANTINOPOLI E VAI… ISTANBULIOTI…. IN TUTTE LE SALSE.
VISTO CHE VIVE E LAVORA QUI ALMENO LEI USI “ISTANBULLU”.
ISTANBULLU, E’ UNA PAROLA MOLTO IMPORTANTE, QUASI UN TITOLO DI “NOBILTA’”
PENSO CHE I MIEI CONCITTADINI LO MERITANO… AL POSTO DI…. DEL TEMPO DEI SULTANI…..
IL NONNO, SI E NATO QUI, DA LUIGI MONGERI GRANDE MEDICO, ONORIFICENZE OTTOMANE, MOLTO AIUTATO DA ADILE SULTAN, ONORIFICENZE ITALIANE, CAVALIERE DI SAN MAURIZIO E LAZZARO ECC. ECC. E’ ANCHE FIGLIO DI TECLA TAYLOR CITTADINA INGLESE, FIGLIA DI FREDERICH TAYLOR, INGEGNERE DELLE FERROVIE.
GLI ZII GIUSEPPE MONGERI PROF D’ARTE CONOSCIUTISSIMO, LAPIDE A BRERA.
MICHELE MONGERI, SACERDOTE, PREVOSTO DELLA CHIESA DI SAN MARCO A MILANO.
SONO STATI I SUOI PADRI, RIMASTO ORFANO A NOVE ANNI PARTI’ CON LA MADRE PER MILANO FREQUENTO’ LE SCUOLE ANCHE IL PARINI, E POI BRERA.
E GIULIO MONGERI, ITALO LEVANTINO????? DIAMO IL VERO SENSO E VALORE ALLE PAROLE. LAUREATO CON IL PROF. BOITO, AL QUALE IL NONNO HA SEMPRE MANDATO I DISEGNI DELLE SUE OPERE TERMINATE, GLI HA SCRITTO PER CONGRATULARSI E DIRGLI QUANTO ERA FELICE E FIERO DEL SUO ALLIEVO CHE MANTENEVA ALTO IL NOME DELLA SUA ACCADEMIA. LEVANTINO IL MIO NONNO ?
GIULIO MONGERI, LAUREATO A BRERA, ARRIVO’ A ISTANBUL PER VEDERE LA MADRE (che era tornata qui da milano) CONOBBE LA PRIMA MOGLIE, KETTY CAPODAINI D’ANCONA, AL RIENTRO A MILANO LE PROPOSTE DI LAVORO CHE RICEVETTE UNITE ALL’AMORE LO VEDONO A COSTANTINOPOLI DOVE RESTO’ FINO AL 1941 DATA DEL SUO RIENTRO IN ITALIA, A VENEZIA.
PAPA RONCALLI, ERA DI CASA AL LIDO DAI NONNI, E PROPRIO PRIMA DI PARTIRE PER ROMA, CHIESE DI CRESIMARE I MIEI CUGINI, RENZO,LIVIO E GIANNI. SI GIANNI LAPENNA IL CUGINO CHE HA PREPARATO TUTTO IL MATERIALE DELLA CONFERENZA E AMICO CARISSIMO DELL’AMBASCIATORE E DELLA MOGLIE, COMPAGNI DI SCUOLA!!!!!
IL NONNO TORNO’ QUI NEL 1951 PER VEDERE LA FIGLIA ELENA MONGERI, mia madre, RESTO’ QUI PER DUE MESI E MI RICORDO IO BAMBINA, LA SFILATA DI OSPITI. AMICI, ANCHE DE NARI, SEDAT ELDEM E TANTI ALTRI. LA NOSTRA VILLA DI ORTAKOY ERA SEMPRE PIENA DI GENTE.
NONNO MORI A VENEZIA LO STESSO ANNO E TORNO A MILANO AL MONUMENTALE NELLA TOMBA DI FAMIGLIA, SEPOLTO CON ZIO GIUSEPPE E ZIO MICHELE CHE GLI FECERO DA PADRE, VISTO CHE RIMASE ORFANO A NOVE ANNI.
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