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Giuseppe Gioacchino Belli (1791–1863) IV

Creato il 19 settembre 2011 da Marvigar4
Giuseppe Gioacchino Belli (1791–1863) IV

 

1266 [1264] Er miracolo de San Gennaro

Come però er miracolo c’ho vvisto
cor mi’ padrone a Nnapoli, di’ ppuro 1
che cquant’è ggranne er Monno, Mastro Sisto,
nun ne ponno succede 2 de sicuro.

Usscí un pretone da de-dietro un muro 3
co un coso 4 pieno de sanguaccio pisto,
e strillò fforte a ttante donne: «È dduro».
E cquelle: «Sia laudato Ggesucristo».

E ddoppo, in ner frattempo ch’er pretone
se smaneggiava 5 er zangue in quer tar 6 coso,
le donne bbiastimaveno orazzione. 7

Finché cco sto smaneggio e nninna-nanna 8
er zangue diventò vvivo e bbrodoso 9
com’er zangue d’un porco che sse 10 scanna.

18 maggio 1834

Note

1 Di’ pure.

2 Succedere: accadere.

3 Il prete col reliquario in forma di lanterna di carrozza, entro cui sono le due ampolle di sangue, esce di dietro l’altare che è isolato. Dalla parte opposta esce altro prete col teschio del santo vescovo rinchiuso nel capo di un busto d’argento ornato come una mammana in giorno di battesimo. All’incontrarsi di queste due reliquie, or più presto e or più tardi accade il miracolo della fusione, il quale accadeva anticamente nella grotta di Posilipo, prima che la divozione de’ Napolitani rubasse violentemente quel teschio alla città di Pozzuoli.

4 Con un coso, ecc. Coso è voce generica che rappresenta tutto ciò che si vuole. Qui sta pel «reliquario» nominato alla nota precedente.

5 Si maneggiava. Tardando il miracolo, il prete si ravvolge tra le mani il reliquario, e lo frega e lo accarezza.

6 In quel tal.

7 Bestemmiavano orazioni. E realmente le sono piú bestemmie che altro. Fra i credi e le salveregine, ecc., recitate o gridate con una specie di furon baccante, e storpiate Iddio sa come, è sempre interpolata la orazione seguente: Benedetto lo Padre, benedetto lo Fijjo, benedetto lo Spiritossanto, che cià ddato chisso Santo nuosto; e fede a chi nun crede.

8 La «ninna-nanna», tanto esprime quelle cantilene con le quali le nutrici provocano il sonno de’ bambini, quanto il tentennamento delle culle, da quelle cantilene accompagnato.

9 Liquido.

10 Si.

Tutti i sonetti romaneschi di G. G. Belli; a cura di Marcello Teodonio; edizione integrale; collezione: I mammut; edizione: Grandi tascabili economici Newton; Roma, 1998, II, pag. 135.



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