Giuseppe Tadioli il privatizzatore, Segesta, il meeting di Rimini… e i problemi del sociosanitario di oggi

Creato il 07 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Ancora con questa vecchia storia, ma non se ne può più, basta, sono attacchi premeditati, non si può lavorare. Qualche bislacco ha avuto la faccia tosta di scrivere su Cronaca nel 2008 che Giuseppe Tadioli voleva privatizzare lo Ios, l’Istituto ospedaliero di Sospiro oggi Fondazione, cedendo la maggioranza al gruppo Segesta, che fa parte del gruppo francese Korian. Un’iniziativa sgradita a tutti: dipendenti, familiari degli ospiti dello Ios, residenti di Sospiro, tutti i partiti compreso il Pd di Tadioli, addirittura il vescovo anche se non ufficialmente. E il vescovo stavolta ha voce in capitolo perché esprime un componente del consiglio d’amministrazione.

Uragano sul capo di Tadioli. Se ne legge l’eco su un brillante blog, questo, wesavesospiro. Ah, quanti sospiri, quanti ricordi scrosciano a risacca e son solo quattro anni fa quand’io in terra straniera tendevo le braccia a voi e il fantasma vostro mi sfuggiva!

Furono chieste le dimissioni di Tadioli il privatizzatore; ci fu anche il Temporeggiatore: l’accostamento viene da sé perché le privatizzazioni degli istituti per anziani restano un rischio, sono ancora in agguato, come fossero l’unica soluzione. E’ la dura vita del politico amministratore di enti sensibili come una casa di riposo e istituto per disabili grande come l’attuale Fondazione Sospiro, seconda in Lombardia con 700 posti letto, superata solo dal Pio Albergo Trivulzio!

Qualcuno può anche meravigliarsi di vedere il comunista Tadioli (oggi moderatamente Pd) varcare il sacro soglio dell’Istituto ospedaliero di Sospiro. D’altra parte Luciano Pizzetti e Gianni Rossoni, da consiglieri regionali (Ds e Forza Italia) hanno cogestito tutto quindi si trovano incroci d’ogni genere. Gli ogm in politica li abbiamo da tempo. Bisogna adattarsi, conviverci. Ma andiamo al dunque.

Non che le idee di Segesta non fossero anticipatrici: in realtà la Fondazione vede in effetti minacciato il proprio patrimonio, la dotazione di posti letto. Un grande istituto fa gola, sempre. Le Asl delle province confinanti hanno una gran voglia di sfilare posti letto a Sospiro, che ha grande tradizione e un presente che tutto il rispetto ogni tutela possibile. Lo stesso Tadioli non può nemmeno essere messo in croce per ogni cosa che ha fatto: questo non è un processo, ma un revival.

Presidente di Segesta era la signora Mariuccia Rossini, oggi amministratore delegato: e poi dicono che le donne non diventano mai numero uno. Lei lo era e lo è ancora. L’organigramma di Segesta, anzi, è clamorosamente rosa, basta dare uno sguardo a questa lieta pagina.

E’ tutto davvero molto carino. Segesta, che a sua volta figura nel gruppo francese Korian, possiede 21 case di riposo di cui dieci a Milano e dintorni, guarda caso nella zona brianzola. Milano anni fa era povera di case di riposo, i milanesi emigravano (!?!) o rientravano al loro piccolo paese dopo una vita metropolitana. Mah.

Quel che fiammeggia nell’immaginazione è il galletto francese. Possibile che Asterix debba prendersi la rivincita proprio su tutto, in ogni settore?

Vogliono l’acqua e anche le case di riposo? Tutti i servizi pubblici? L’appetito è forte.

La risposta adatta forse non è mostrare Benito Mussolini nella pagina della storia della Fondazione Sospiro. Eppure eccolo in corsia, non ricoverato naturalmente, fra le foto che automaticamente si alternano. Vale la pena mostrare un criminale di guerra in una Fondazione simile? Uno che ha la responsabilità di aver creato campi di concentramento, di aver usato il gas contro gli africani…. Eppura la propaganda berlusconiana vuole ancora convincere gli italiani che fosse un uomo buono.

Mariuccia Rossini, per respirare un’aere molto più pulito, è stata anche ospite del meeting di Rimini: non c’è da scherzare quindi con una persona così influente. L’intervento di Mariuccia Rossini (clicca qui),

Mariuccia Rossini, ad di Segesta (gruppo Korian)

durante il meeting del 2009, accanto all’assessore regionale lombardo Boscagli, merita di essere letto, per quanto sia ampio. Segnala tra l’altro il grande aumento degli ultra-ottantenni, nei prossimi anni, rispetto alle risorse economiche per il sociosanitario che non aumentano con lo stesso ritmo. I problemi saranno pesanti. Non sono stati risolti in passato, ma si ripresentano e si ripresenteranno. 

Resta un dato di fatto, dopo le avventure e le disavventure di Giuseppe Tadioli: la casa di riposo di Soresina, tanto per cominciare, non ce la fa più. Il rosso di bilancio è tale che l’amministrazione comunale ha in mente una soluzione: vendere. Nessun’altra soluzione? Vogliamo credere di sì. Tadioli il Privatizzatore in fondo era un sognatore, all’epoca: solo contro tutti, anche contro Giuseppe Torchio, presidente della Provincia, che disse no all’operazione che nessuno voleva. Ma l’ex vicesindaco di Cremona aveva gettato il sasso nella torbida palude. E ora a Soresina si sospira più che a Sospiro.

Privatizzare sul serio, cedere un ramo d’azienda è inquietante, viste le rette alte e il bilancio insostenibile. Ci dev’essere un’altra soluzione!


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