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Giustizia e carceri sovraffollate

Creato il 17 febbraio 2012 da Gianpaolotorres

Giustizia e carceri sovraffollate

Ambrogio Lorenzetti- immagine della giustizia nella Allegoria del buon governo. Sala della pace, Palazzo pubblico, Siena, 1338-39.
La giustizia assisa in trono è ispirata dalla divina Sapientia, la figura alata che la sovrasta e che regge la bilancia, su cui sono le personificazioni della nota distinzione aristotelica tra iustitia distributiva e iustitia commutativa.(**Nota)

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Ciò che mi lascia perplesso alquanto è come il nuovo Governo si sia conquistato i media in piena velocità a ragione del proprio decisionismo mettendo in ombra tutto quanto sia successo per anni ed anni, durante i governi dei partiti.

Poi,in verità,vedo che per ogni decreto legge,coloro che non parlano più in tivvu,si sono messi a scrivere,ed ecco che appaiono migliaia di emendamenti..come per dimostrare che le cose restano tali e quali eran in precedenza.

Ovvero che non si va avanti.

Infatti se non erro anche i decreti legge hanno i loro tempi per divenire leggi. Altrimenti,decadono.

Oggi discutevano in aula con profonda piaggeria nei confronti del nuovo competente Ministro della Giustizia quanti dovessero uscire dalle patrie e non,galere..

E mi è parso di capire che le carceri son piene per colpa della polizia che arresta della gente sorpresa a commettere un reato.

Poi mi devo contraddire.

La colpa è della magistratura che non si occupa di chi è andato dentro. Sono in attesa di giudizio.

Quindi, la colpa è delle guardie carcerarie,che aprono la porta ai reclusi quando i termini di carcerazione preventiva son scaduti, ed anche il magistrato se l’era dimenticato,perso come è, tra tanti casi.

Infine la colpa è di coloro che delinquono.

Non hanno il permesso di soggiorno,si bucano,spacciano e quanto altro.

Ma chi è che si occupa di legiferare,di fare regolamenti,di decidere che pena assegnare ad ogni reato,di assumere il personale necessario in magistratura,polizia e guardie carcerarie?

Oggi li vogliono fuori.

Ieri gridavano che bisognava inasprire le pene.

Anzi, questo è un ritornello che cantano sempre,come se dandoti un anno o due in più,mentre uno è sotto i fumi di qualcosa,anche solo della rabbia,mentre sta per ammazzare il coniuge.. si fermi a pensare che hanno inasprito la pena..e quindi si trattenga,o quando.. incazzato nero.. si dedica a compilare la nuova dichiarazione dei redditi che poi non troverà “la congruità” presso chi controlla.Guardate ad esempio la ICI.. anche per la Chiesa,ma doveva proprio finire sui giornali?

Chi ci può capire qualcosa in questo caos di ben-parlanti,suasivi ottimisti,educati contestatori di un sistema che han creato.. o ereditato senza fare.. bah…?

Nessuno.

Fiumi di parole e decisioni prese così,come capita,secondo le urgenze che si presentano di volta in volta al momento,senza alcuna programmazione,e senza mai pensare che ogni medaglia ha il suo rovescio.

Tutte..anche quelle d’oro.

Resta intatta almeno questa..definizione di giustizia e di pena..

Ai tempi di Mosè,leggo,si usava così.

Chi ruba un bovino dovrà pagare cinque volte il suo valore, mentre chi ruba un ovino dovrà pagare solo quattro volte il suo valore.

I Maestri si sono interrogati sul perché di una regola così strana: tutto sommato, il reato è il medesimo!

Alcuni di essi ritengono che il motivo vada cercato nel fatto che chi ruba un ovino deve caricarselo sulle spalle (il bovino va tirato per la cavezza), e quindi, siccome si sporca gli indumenti, in qualche modo ha già espiato parte della punizione che gli spetta, tramite la diminuzione della sua dignità personale.

Anche i malfattori, dunque, devono essere rispettati nella loro dignità.

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**Nota:

Aristotele ha per­fezionato e definitivamente chiarito il con­cetto di giustizia sociale, distinguendo tre forme principali di dare a ciascuno il suo: distribu­tiva, commutativa e legale.

Nella giustizia distribu­tiva l’onere di dare a ciascuno il suo tocca al­lo Stato in rapporto ai cittadini; nella giustizia commutativa l’ onere tocca ai cittadini nei rapporti reciproci: nella giustizia legale l’onere in­combe sui cittadini verso lo Stato e consiste nell’osservanza delle sue leggi.

Giustizia commutativa: regola i rapporti dei singoli tra di loro.

Giustizia distributiva o legale: regola i rapporti tra la società e i suoi membri.

Si fa risalire ad Aristotele la distinzione tra giustizia distributiva e giustizia commutativa; la prima regola i rapporti pubblici (distribuzione di onori e pubbliche ricchezze), l’altra i rapporti privati (scambio di cose).

(fonte wikipedia)+


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