Negli ultimi anni la Giustizia è costata allo Stato oltre 600 milioni in risarcimenti per ingiusta detenzione di privati. Dal 1992, infatti, ben 24mila persone hanno ottenuto questi rimborsi per errori giudiziari.
Quella di Catanzaro è la Corte di Giustizia che risarcisce di più nel 2015, con 2,9 milioni.
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Il fatto che l’Italia non sia il Paese più trasparente ed infallibile per quanto riguarda la giustizia è noto a tutti, ma le cifre che lo Stato è costretto a sborsare a causa di errori giudiziari sono davvero esagerate. Dal 1992 i casi di ingiusta detenzione, seguiti inevitabilmente dal rimborso, si aggirano intorno ai 24mila, per un totale di 600 milioni di euro. Il fenomeno, già grave di per sè, mostra inoltre una preoccupante tendenza all’aumento: nei primi sette mesi del 2015 sono state operate ben 772 riparazioni per un totale di 20,8 milioni, mentre nell’intero 2014 i provvedimenti erano stati 995 per un totale di 35,2 milioni.
I numeri non incoraggianti delle conseguenze degli errori giudiziari sono giunti sino all’orecchio del viceministro della Giustizia Enrico Costa, che ha deciso di renderli pubblici. In coda al suo intervento Costa lancia la sua accusa: “La base del problema dei risarcimenti è la responsabilità esclusiva dello Stato per errori di singoli magistrati. Lo Stato è infatti l’unico a pagare interamente gli indennizzi, mentre i magistrati responsabili dell’errore giudiziario sono e rimangono inattaccabili. Nessuno, nel momento in cui una persona viene privata della propria libertà per poi essere risarcita per errore giudiziario, valuta il comportamento del magistrato sotto il profilo disciplinare. L’Italia deve dotarsi di una legge che renda possibile valutare l’azione del singolo magistrato all’interno dei procedimenti della pubblica Giustizia. Se un disegno di legge di questo genere non vedrà la luce in tempi brevi sarà solo per resistenze corporative inaccettabili.
La Corte d’Appello che concede più rimborsi a livello distrettuale nel 2015 è Catanzaro (2,9 milioni) seguita da Bari (2,6 milioni), Napoli (2,3 milioni) e Roma (1,3 milioni).
M.B.
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